COVID, le donne si ammalano meno perché rispettano di più le regole

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Il COVID colpisce senza distinzioni ma le donne si ammalano meno perché rispettano di più le regole; inoltre sono più altruiste e attente a non contagiare gli altri.
Mascherine, distanziamento sociale, bocca coperta quando si tossisce o starnutisce e altri comportamenti virtuosi si addicono più al sesso femminile che agli uomini. Secondo una ricerca condotta all’Università Bocconi di Milano, fra le donne si registra una maggiore adesione alle misure di sicurezza contro il Coronavirus, con la conseguenza di una minore vulnerabilità e mortalità a causa del virus rispetto agli uomini. Questo è successo nella prima fase dell’epidemia, secondo la ricerca sulle differenze di genere nella reazione a COVID-19, che spiega come, se vogliamo aumentare il livello di difesa dal virus e coinvolgere di più gli uomini, andrebbe pensata una comunicazione differenziata per genere.
La ricerca, apparsa su PNAS (Proceedings of the National Science Academy) a cura del Crisis Lab della Bocconi.

COVID, perché le donne si ammalano meno

In agosto 2020 una ricerca pubblicata su Nature aveva evidenziato come il coronavirus tendesse a colpire più gli uomini che le donne e anche lo studio italiano va in questa direzione. Gli autori italiani hanno osservato sostanziali differenze di genere sia negli atteggiamenti che nei comportamenti nei confronti del coronavirus attraverso due sondaggi (marzo e aprile 2020), con 21.649 intervistati in Australia, Austria, Francia, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti. Il lavoro fa parte del progetto internazionale REPEAT (REpresentations, PErceptions and ATtitudes on the COVID-19).
Quello che è emerso è che le donne di tutto il mondo sono più propense degli uomini a considerare il COVID-19 un problema di salute molto grave (59% contro il 48,7% di marzo e 39,6% contro il 33% di aprile), e sono più propense a seguire le politiche pubbliche anti pandemia. Cioè le limitazioni alla mobilità e il distanziamento sociale (54,1 contro 47,7 in un indice che va da 1 a 100 a marzo e 42,6 contro 37,4 ad aprile). Le donne sono insomma nettamente più propense a seguire le regole in materia di COVID- 19 (88,1% contro 83,2% degli uomini a marzo e 77,6% contro 71,8% ad aprile).
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Donne più attente agli altri

“Le maggiori differenze tra uomini e donne riguardano comportamenti che servono soprattutto a proteggere gli altri, come la tosse al gomito, a differenza di quelli che possono proteggere sia se stessi che gli altri”, afferma Paola Profeta, fra gli autori dello studio. Le differenze di genere persistono anche dopo che lo studio ha controllato un gran numero di caratteristiche sociodemografiche e fattori psicologici.
Nello studio della Bocconi si è visto anche che la quota di individui che rispettano le regole scende non poco nel tempo, in particolare in Germania, dall’85,8% delle donne al 70,5% in marzo e dall’81,5% degli uomini al 63% ad aprile. Il divario di genere persiste comunque nel tempo.
Una cosa che emerge dallo studio italiano è che ci sono minori differenze di comportamento tra le coppie sposate, che vivono insieme e condividono le opinioni tra loro e si confrontano insieme con individui più direttamente esposti alla pandemia. E se uomini e donne sono esposti allo stesso flusso di informazioni sulla pandemia, queste differenze diminuiscono nel tempo.
[photo Foto di Наркологическая Клиника da Pixabay]

 

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