Dolomiti Superski non riaprirà. E per sciare nel più grande comprensorio d’Europa, e uno dei più belli al mondo, se ne riparla nel prossimo inverno. La decisione è maturata dopo l’ultimo DPCM a firma del nuovo premier Mario Draghi, che ha rinviato al 6 aprile una eventuale riapertura degli impianti sciistici. Significa che, con i comprensori sciistici affiliati, 450 impianti di risalita tra funivie, cabinovie e seggiovie in grado di trasportare complessivamente 630mila persone all’ora e di servire 1.200 chilometri di piste di tutti i gradi e difficoltà tra Trentino, Alto Adige e Veneto avranno perso un intera stagione invernale. Ecco il comunicato apparso sul sito:
Il primo DPCM del nuovo Governo Draghi prolunga la chiusura degli impianti di risalita e il divieto di utilizzo degli stessi da parte degli sciatori amatoriali, fino al 6 aprile prossimo.
A tal proposito, non essendoci più le condizioni per poter pianificare l’ennesima apertura ed offrire a tutti voi un servizio all’altezza, dobbiamo comunicare che nella stagione invernale 2020/2021 il sistema Dolomiti Superski resterà chiuso al pubblico. Resta aperta la possibilità che singole società consorziate aprano individualmente singoli impianti dopo la data prevista dal Decreto, se ne sussisteranno i presupposti.
Tutte le misure di riequilibrio nei confronti di possessori di abbonamenti Dolomiti Superski e di valle, relative alla fine anticipata della stagione 2019-20, saranno ovviamente valide durante la stagione invernale 2021-22. Trovate tutti i dettagli e ulteriori informazioni in merito QUI.
Ci dispiace per i nostri consorziati, per i nostri collaboratori, per tutti coloro che fanno parte della filiera del turismo invernale di montagna, ma soprattutto per tutti voi, affezionati alle Dolomiti.
Nonostante tutto stiamo lavorando con dedizione ed impegno per garantire la stagione estiva agli amanti della montagna, siano essi escursionisti, mountainbiker o famiglie, con il nostro Dolomiti SuperSummer.Arrivederci presto sulle Dolomiti!
Il Team Dolomiti Superski
Rimane solo la possibilità, teorica e da verificare, che singole società tra quelle consorziate aprano individualmente dopo la data prevista dal Decreto, se ne sussisteranno i presupposti.
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