Ma allora, con il DPCM Fase 2 del Coronavirus che inizia dal 4 maggio 2020, parlando di sport cosa si può fare esattamente? Si potrà davvero andare a correre e in bicicletta? Sì, questo sicuramente sì. Dovremo restare in prossimità della nostra abitazione? No, questo è ufficialmente escluso. Ma si potrà uscire dal proprio Comune di residenza? E soprattutto sarà necessario indossare la mascherina oppure no? Abbiamo preso il DPCM Fase 2 e l’abbiamo letto punto per punto, qui quelli che riguardano e interessano i praticanti sportivi (rigorosamente individuali).
Punto e)
L’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici è condizionato al rigoroso rispetto di quanto previsto dalla lettera d), nonché della distanza di sicurezza interpersonale di un metro; il sindaco può disporre la temporanea chiusura di specifiche aree in cui non sia possibile assicurare altrimenti il rispetto di quanto previsto dalla presente lettera; le aree attrezzate per il gioco dei bambini sono chiuse;
Questo è un punto molto importante del DPCM Fase 2 in fatto di sport, soprattutto per chi vive nelle grandi città ed era abituato per esempio ad andare a correre in parchi o giardini. In pratica parchi e giardini possono essere riaperti, purché si rispetti il divieto di ogni forma di assembramento di persone, altrimenti il sindaco può disporre la nuova chiusura. In pratica valgono le ormai ripetute norme di distanziamento sociale, per cui se vai a correre in un parco urbano e siete talmente tanti da non poter stare a distanza di sicurezza (posto che esista una distanza sufficiente, e i dubbi li puoi leggere qui) stai violando il punto d) del DPCM e potrebbe intervenire la forza pubblica a interrompere ogni attività disperdendo le persone.
Punto f)
Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività;
Ok, per molti di noi fare sport è anche un’attività ludica e ricreativa, ma non è questo il caso, perché la cosa importante del punto f) è che consente di fare sport individualmente, o di farlo in compagnia di un minore o di una persona non autosufficiente. E qui però il linguaggio comincia a diventare da interpretare, perché per l’attività motoria è richiesta la distanza di 1 metro, e per quella sportiva di 2 metri. Cosa vuol dire? Il chiarimento del Ministero della Salute è ancora più fumoso:
L’attività motoria consiste in qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo. L’attività sportiva invece comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise.
Però le competizioni sono vietate dallo stesso DPCM Fase 2, quindi non può essere questa la distinzione. E allora proviamo a interpretarla noi: puoi andare a fare yoga all’aperto dove ti pare, e puoi farlo anche in compagnia di un minore, purché stia a 1 metro di distanza da te (ma se è tuo figlio, con cui sei chiuso in casa da 2 mesi, non se ne capisce bene il motivo); puoi anche andare a correre, ma se c’è tuo figlio con te dovete stare a 2 metri di distanza. Però prendiamo il caso di una passeggiata con una persona non completamente autosufficiente, che vive con noi, e che necessita quindi di sostegno: come è possibile stare a 1 metro di distanza facendo una passeggiata, che a tutto diritto è un’attività ricreativa all’aperto? Ovviamente poi in tutto questo sono tassativamente escluse e vietate le forme di gioco sportivo come basket al playgroud, calcetto tra amici o beach-volley in spiaggia.
Punto g)
Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali. A tali fini, sono emanate, previa validazione del comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, apposite Linee-Guida, a cura dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del CONI ovvero del CIP, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva;
In pratica non cambia nulla rispetto a prima, la Fase 2 per tutti noi è uguale alla Fase 1. Il punto g) riguarda i calciatori e gli altri sportivi professionisti (per esempio i ciclisti) e i non professionisti ma comunque di interesse nazionale (per esempio tutti i nazionali di atletica leggera, da Tortu in giù, o di nuoto, dalla Pellegrini in giù, che formalmente non sono professionisti ma lo sono di fatto e non possono stare mesi e mesi senza allenarsi).
Punto h)
Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
Ok, gli impianti di risalita nei comprensori sciistici sono chiusi. E se vado a fare scialpinismo? Lo posso fare oppure no? Nel DPCM non è escluso, ma non è nemmeno consentito esplicitamente e, stanti i numeri del contagio, dovrebbe valere quanto detto già a suo tempo dal Soccorso Alpino Nazionale. E lo stesso dovrebbe valere a questo punto per altre attività come arrampicata, trekking, trail running o mountain bike in quota. Ma allora posso usare la mountain bike in collina e non in montagna? Posso correre in un sentiero di pianura ma non in uno di montagna? Non è chiarito, non si capisce e la sensazione è che molto dipenderà dalla fortuna di chi si incontra come forza pubblica (oltre che dal proprio senso di responsabilità).
Punto u)
Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi;
E questo è chiarissimo: se prima del lockdown ti allenavi su una pista d’atletica o in un centro sportivo, stai sicuro che lo troverai ancora chiuso. E così piscine e tutto il resto.
Punto a)
Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza;
E questo è il primo punto del DPCM Fase 2, quello da cui dovrebbe dipendere tutto il resto. In generale ci si può spostare solo per le comprovate esigenze che abbiamo già imparato a conoscere, poi però nei punti successivi si consente l’attività sportiva, e per correre o andare in bici ci si deve necessariamente spostare. Bisogna restare nel proprio Comune? No, non è esplicitato, per cui ragionevolmente no, non è vincolante. Ma se ci dovessero trovare nel Comune accanto o a 20 km da casa cosa dovremmo dire? E se il Comune limitrofo è in un’altra Regione (dove è esplicitamente vietato andare)? E poi c’è la questione delle mascherine: devono essere usate in ogni situazione fuori casa, ma se esco a correre o in bicicletta le devo indossare? Le devo avere con me nel caso incontrassi qualcuno? Anche qui nulla è esplicitamente detto, né qui né nel punto relativo all’attività sportiva.
Peraltro l’allegato al DPCM non chiarisce ma aumenta i dubbi
2. Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza.
Quindi che fare? Sicuramente navigare a vista fintanto che saranno in vigore le norme di questo decreto, e cioè fino al 17 maggio 2020, e nel dubbio usare il principio della maggior cautela, per cui portarsi dietro la mascherina in ogni caso, possibilmente non uscire dal proprio comune, evitare le ore di punta o i luoghi a maggior rischio di assembramento e usare la ragione: il Coronavirus ha gà dimostrato di cosa è capace e riaccendere il contagio con comportamenti poco accorti non ci farà tornare prima a un barlume di normalità.
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