Sofia Goggia ancora atleta dell’anno ai Gazzetta Sports Awards 2018. La sciatrice bergamasca, dopo l’oro nella discesa libera alle Olimpiadi di PyeongChang, ha bissato il premio dell’anno scorso come Donna dell’Anno fra gli sportivi. Un’altra bella soddisfazione per l’italiana al top nel mondo dello sci. Ecco la motivazione del suo premio conferitole la sera del 5 dicembre 2018:
Lo scorso 21 febbraio, a PyeongChang, ha realizzato quello che nessuna atleta italiana aveva mai centrato: l’oro in discesa ai Giochi Olimpici. Nella stessa specialità, ha alzato la sfera di cristallo 16 anni dopo Isolde Kostner. Frutto di una cavalcata fatta di due vittorie (a Bad Kleinkirchheim e a Cortina d’Ampezzo) e di altri tre podi (due a Garmisch-Partenkirchen e uno ad Are). A questi risultati si aggiunge il trionfo in SuperG ad Are, più i podi in Val d’Isere (SuperG) e Kranjska Gora (gigante) per un quarto posto generale in Coppa del Mondo.
Abbiamo intervistato Sofia Goggia, che ci ha raccontato cosa fa quando scia e come si rilassa e diverte in mezzo alla natura.
Insieme alla Goggia un altro sportivo non calciatore ha conquistato il premio dell’Uomo dell’Anno: Filippo Tortu, il velocista brianzolo che ha corso per primo fra gli italiani sotto i 10 secondi netti, battendo il primato di Pietro Mennea di 10″01 stabilito nel 1979. Ecco la motivazione del premio:
Nella stagione dei vent’anni, prima ha portato il primato personale sui 100 metri a 10’’03, secondo crono italiano di sempre e primo under 23, poi si è confermato al Golden Gala di Roma chiudendo terzo con 10’’04. Il 22 giugno, a Madrid, l’exploit leggendario con il 9’’99 che gli ha permesso di battere il primato di Pietro Mennea nella gara regina, il 10’’01 che resisteva dal 1979. Tortu è diventato il primo azzurro della storia a scendere sotto il muro dei 10’’. Ai Giochi del Mediterraneo conquista l’oro nella staffetta 4×100, agli Europei di Berlino è 5° nei 100 metri.
Un’altra donna che pratica sport di montagna è stata premiata aia gazzetta Sports Awards: è Tamara Lunger, che per la sua scelta difficilissima di mollare la prima scalata invernale sul Nanga Parbat con Simone Moro è stata insignita del premio Fair Play. Una storia esemplare tutta da conoscere.
Un altro atleta che pratica sport outdoor lontani dagli sport da stadio è Elia Viviani, premiato per l’Exploit dell’Anno. Il ciclista veronese ha stupito pubblico e critica al suo primo anno da professionista del ciclismo su strada ed è ormai una solida stella dello sport italiano. Ecco la motivazione del premio:
Al primo anno con la maglia della Quick-Step Floors ha realizzato 18 vittorie su strada, più di qualsiasi altro avversario nel 2018: è la sua stagione più prolifica di sempre, quella in cui si è rivelato il velocista più forte al mondo. Tra i successi, spiccano quattro tappe al Giro d’Italia con la maglia ciclamino della classifica a punti, tre tappe alla Vuelta a Espana e il titolo di campione italiano ottenuto su un percorso non esattamente adatto alle sue caratteristiche. Tornato in pista dopo l’oro di Rio 2016 ha vinto gli Europei con il quartetto.
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