La maschera di Decathlon contro il coronavirus anche in Spagna e altri paesi

La maschera di Decathlon contro il Coronavirus: la sperimentazione a Brescia

La maschera da snorkeling di Decathlon sembra essere uno degli strumenti più interessanti per combattere il coronavirus. Il modello Easybreath che è stato inizialmente utilizzato nell’ospedale di Chiari, a Brescia, come maschera respiratoria d’emergenza in terapia sub-intensiva per far fronte alla penuria di modelli C-PAP, ora viene usato anche in Spagna, Belgio, Filippine, Brasile. Senza dubbio è una delle soluzioni più creative, intelligenti e semplici da realizzare emerse in questo periodo difficile.
L’idea di usare la maschera da snorkeling di Decathlon è venuta a un ex primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, il Dott. Renato Favero. Che, capite le potenzialità, ha contattato la Isinnova, azienda bresciana che stava già realizzando stampe 3D di valvole per respiratori per provare a utilizzarla. Ne abbiamo parlato qui. Sappiamo come come è andata: la Easybreath con le modifiche apportate (l’applicazione di una valvola, in estrema sintesi) sembra funzionare, Decathlon ne ha donate 10 mila alle regioni per farne dei respiratori. Ora l’idea italiana si sta diffondendo in altri paesi.

La maschera di Decathlon in Spagna, Belgio e altri paesi

Ora anche la Spagna, pesantemente colpita dal Covid-19 e in grave difficoltà nella gestione del sovraccarico di ospedali e carenza di materiale medico, sta utilizzando la soluzione italiana. Succede che la Polizia di Madrid ha chiesto donazioni di queste maschere per collegarle a respiratori attraverso valvole realizzate in stampa 3D, in sostanza lo stesso approccio italiano.
Anche in Belgio la maschera di Decathlon sta entrando negli ospedali: all’Erasme di Bruxelles la si sta testando su 50 pazienti. Idem in Brasile, dove Decathlon ha donato 3mila Easybreath a società mediche di Campinas, Porto Alegre e Paraná. E lo stesso avviene nelle Filippine, dove sulla scorta dell’iniziativa della filiale italiana, Decathlon sta discutendo con le strutture sanitarie per la sperimentazione sulle maschere, come si legge in un post su Instagram.
Tutto questo ha portato la casa francese a bloccare le vendite online delle maschere per poterle fornire agli ospedali che intendono utilizzarla contro il coronavirus: si parla di 30 mila pezzi che andranno a costituire la dotazione di protezione antivirus per il personale infermieristico, ma anche per essere collegate ai respiratori.
Qui parliamo invece di altre aziende italiane che si sono convertite alla produzione di maschere, come Energia Pura e Lasportiva.

 

 

 

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