Mascherina, lockdown, distanziamento, viaggi vietati, scuole chiuse, informazione tempestiva: quale delle misure contro il Covid-19 è la più efficace nel ridurre il contagio, da usare nel caso di una seconda ondata di coronavirus? Ora c’è la risposta della scienza: un team internazionale di scienziati collegati al Complexity Science Hub di Vienna (CSH) ha per la prima volta analizzato i pacchetti di misure adottate dai paesi di tutto il mondo tra gennaio e maggio 2020 e ha stilato una classifica dettagliata sull’efficacia delle misure di sicurezza anti Covid-19. Se la chiusura delle scuole sembra incidere più di altre misure nella riduzione del valore dell’indice di contagio R (t), la realtà è che la cosa migliore per affrontare la eventuale seconda ondata del virus è un cocktail di misure variegate, che devono essere tempestive e non obbligatorie. Solo così riusciremo a superare un altro duro momento
Mascherina, lockdown, distanziamento: quali sono le misure migliori contro il coronavirus?
Il lavoro del team accademico ha come obiettivo quello di quantificare il contributo di ciascuna misura per ridurre il “numero di riproduzione” R (t), cioè il numero di persone che una persona malata infetta in media. Quel valore che, per contenere l’ulteriore diffusione di una malattia, deve essere inferiore a uno.
Gli scienziati hanno condotto un’analisi completa delle misure governative basandosi sull’elenco di strategie di controllo CSH COVID-19 (CCCSL), utilizzato anche dall’OMS, ovvero circa 4.600 misure individuali in 76 diversi territori in tutto il mondo. Hanno usato quattro metodi per le analisi, che hanno portato a conclusioni simili. “Riteniamo che questi risultati possano essere di grande aiuto per chi ha un ruolo decisionale nella lotta contro la seconda ondata della pandemia”.
Chiudere le scuole e i negozi più efficace di altre misure
“Il distanziamento sociale funziona chiaramente meglio”, afferma il ricercatore principale Peter Klimek (CSH, MedUni Vienna), “A noi genitori potrebbe piacere o no, ma la misura di gran lunga più efficace secondo il nostro studio è la chiusura delle istituzioni educative”.
Molto efficaci sono anche i divieti di assembramenti anche di ridotte dimensioni, come la chiusura di negozi e ristoranti o il lavoro da casa. Poi le restrizioni di viaggio come la chiusura dei confini, la comunicazione attiva dei rischi con le parti interessate, ad esempio promuovendo protocolli di sicurezza nelle aziende o in occasione di eventi. Naturalmente anche migliorare la capacità dei sistemi sanitari di far fronte alla pandemia, come fornire un’istruzione speciale su COVID-19 e dispositivi di protezione per gli operatori sanitari o separare COVID-19 da pazienti non COVID-19 negli ospedali.
Una misura sola basta contro la pandemia?
Secondo lo studio, nessuna singola misura da sola è abbastanza buona da portare il valore R (t) al di sotto della soglia di sicurezza. Come spiega il primo autore Nils Haug (CSH, MedUni Vienna), “L’intervento più efficace, la chiusura di asili, scuole e università, influisce sul numero di riproduzione di –0,34 al massimo. Attualmente si ritiene che senza alcun intervento, R (t) si assesti sul valore di circa 3. Chiudendo solo le scuole significa che ogni persona infetta ne contagia in media altre 2,7, invece che 3.
Quando è meglio intervenire per fermare il contagio?
Per avere effetto contro il contagio, i paesi devono quindi utilizzare un sapiente mix di misure e farlo prima e meglio. “Il tempismo è davvero la metà della battaglia. Le maschere per il viso, ad esempio, hanno dimostrato di essere più efficienti nei paesi che promuovevano un uso volontario nelle prime fasi, rispetto ai paesi che hanno implementato un uso obbligatorio nelle fasi successive”, spiega Haug.
Informazione e lockdown
I dati fanno emergere un fatto chiaro: interventi precoci e volontari superano misure simili ma obbligatorie e prese in ritardo. Ciò significa che una comunicazione attiva e tempestiva e l’educazione e l’informazione di tutte le parti interessate sono fondamentali per arginare l’epidemia.
Anche le misure di lockdown sono state più efficaci quando sono state imposte all’inizio, ma hanno avuto anche enormi impatti sulla vita sociale e culturale, sul benessere e sull’economia nel suo insieme. “Il nostro studio è una buona notizia al riguardo. Vediamo che non abbiamo necessariamente bisogno delle misure più invasive per piegare con successo la curva. Con la giusta combinazione di interventi meno gravi, il numero di riproduzione può essere notevolmente ridotto”, sottolineano gli autori.
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