Mondiali giovanili di arrampicata: perché i ragazzi italiani vincono nel climbing?

Nelle scorse settimane, il mondo dello sport italiano è stato attraversato da varie polemiche sulla poca attitudine dei giovani atleti italiani a vincere (e perfino a partecipare), alle competizioni sportive internazionali. Ognuno nel proprio sport.

Dopo i Mondiali di Atletica in cui per la prima volta non abbiamo portato a casa alcuna medaglia, il Presidente della Federazione sconsolato affermava che i ragazzi non frequentano più le piste e le pedane. Non ci sono mai stati così pochi italiani nelle squadre della Serie A di calcio e in altri sport (per esempio nello sci e nel fondo?) è mancato il ricambio generazionale.

Pochi giorni fa invece, ad Arco in Trentino, la capitale internazionale dell’arrampicata, si sono tenuti i Mondiali Giovanili di Climbing nelle tre discipline della lead (vince chi arriva più in alto), nella speed (vince chi arriva primo tra due atleti che salgono due pareti artificiali identiche) e nel boulder (l’arrampicata su parete non più alta di 5 metri, senza imbraghi ma con una serie di materassi di sicurezza al suolo): ebbene, ragazzi e ragazze italiani tra i 14 e i 20 anni hanno fatto un figurone.

Franco Gianetti, il direttore tecnico delle squadre nazionali, non ha esattamente quella faccia da duro e cattivo che il suo ruolo richiederebbe ma qui tutti lo ascoltano con estremo rispetto. Non fosse altro per i risultati che ha portato a casa.

Il brianzolo Stefano Carnati è diventato vice campione del mondo Lead nella sua categoria. Pietro Biagini e Laura Rogora hanno conquistato il bronzo nella Youth B. Per la combinata, nelle rispettive categorie, primo David Piccolruaz e terze Laura Rogora e Asja Gollo, a medaglia anche nel boulder dove l’oro Under 16 è stato vinto dal gardenese Filip Schenk, che i tecnici definiscono un “predestinato”. E per ogni ragazzo azzurro finito sul podio ce n’è un altro che poteva arrivarciMondiali Giovanili ArrampicataPerché ai Mondiali Giovanili di Arrampicata i ragazzi italiani hanno vinto così tanto? È solo perché arrampicare nelle palestre, anche e soprattutto in città, va così di moda?
“Sì, è vero. Arrampicare è una moda e stiamo legittimamente cercando di cavalcarla. A dire il vero, però, va di moda in tutto il mondo. Tutta l’attività dell’arrampicata è semplicemente un grande sport che, per quanto individuale, non si può che praticare in compagnia, tra ragazzi e ragazze, meglio ancora se all’aperto, meglio ancora se in un contesto naturale suggestivo. E poi, non dimentichiamocelo, è semplicemente molto divertente e praticarlo costa poco. Con meno di 100 euro puoi acquistare un set con corde, imbrago, caschetto e scarpette che poi ti dura tutta la stagione. Ecco, in Italia ci si sta accorgendo di questo”…

E poi evidentemente fa bene alla salute: nemmeno nelle piscine di più alto livello agonistico si vedono ragazzi e ragazze così ben strutturati a questa età …
“Tutto vero”.

E poi il climbing è uno sport molto democratico. Possono vincere atleti possenti come il nostro Stefano Carnati, ragazzoni di 80 kg e passa di muscoli, e dei “magrolini” come i giapponesi e i coreani che non arrivano a 55 kg.
“Si, è vero. Nella specialità lead – cioè l’arrampicata pura – vincono anche i magrolini sottopeso. Nella speed e nel boulder serve meno agilità, più allungo (il che facilità gli atleti di buona statura) e soprattutto tanta potenza muscolare esplosiva per superare una presa. Detto questo, chiunque, anche avanti con l’età, anche se non proprio in formissima, può divertirsi arrampicando”.Mondiali Giovanili ArrampicataStiamo chiacchierando di questo argomento quando si presenta in parete Janja Garnbret, slovena, 16 anni appena fatti. Sono anni che non perde una gara nella sua categoria. Le hanno fatto fare due tappe di Coppa del Mondo in mezzo ad atlete adulte ed è arrivata due volte sul podio. “Quando Dio ha distribuito il talento ai campioni, lei è passata due volte”.

Janja arriva in fretta nel punto della parete dove i migliori si sono tutti fermati. Il telecronista grida nel microfono che è il punto più duro di tutta la parete. Lei un attimo dopo è già due metri oltre quel punto.  Dove sta il talento in un arrampicatore, a parità di mezzi fisici? “Sta nella capacità di sfruttarli. Nel modo in cui si guarda la parete, si assimilano le difficoltà, semplicemente in come appoggi una mano all’appiglio, in come giri una spalla… questione di istinto e di millimetri che rendono una cosa facile per uno e impossibile per gli altri”.Mondiali Giovanili ArrampicataSbaglia chi pensa che l’arrampicata sia uno sport da gente di montagna… “Ormai a Milano il numero di palestre per arrampicare è incredibile. A Roma sta crescendo a dismisura. E noi nelle nazionali giovanili abbiamo ragazzi e ragazze del centro e del sud Italia… c’è anche una ragazzina di Catania: non deve essere proprio facile per lei allenarsi e competere ad alto livello”.

Da dietro il tabellone dei risultati ascolta Pietro Biagini, anni 15, genovese, grandi risultati e tanta voglia di farsi intervistare: “I miei sono sempre andati in vacanza in montagna, nel Cuneese, ma l’amore per l’arrampicata è sbocciato in palestra. Avevo sette anni quando mio padre mi ha portato per la prima volta. Da allora non sono più uscito…”
A scuola come va? I tuoi compagni ti guardano come un UFO perché arrampichi e non giochi a pallone? “Non solo non gioco ma non tifo nemmeno. E a scuola credo che i miei compagni non sappiano nemmeno che sono in nazionale di arrampicata”… È facile immagine che le compagne si chiedano da dove vengono quei bicipiti grossi il triplo di quelli del resto della classe… Pietro ridacchia, ma del resto ridacchia sempre…

“Il mio sogno? Diventare un professionista e girare il mondo pagato per arrampicare”.
A 15 anni ha la fortuna di avere le idee chiare. Molti diciottenni si incollano alla Playstation e al massimo si chiedono quale università frequenteranno… “Niente università. Io voglio arrampicare”….
Ecco perché l’Italia oggi moltiplica le medaglie nell’arrampicata e il numero dei praticanti che sfidano la gravità.Mondiali Giovanili Arrampicata

 

Credit: Foto e Ricordi

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