Guida (semiseria) alla prima puntata di Monte Bianco Sfida Verticale, l’adventure show di Rai2 con Simone Moro. Premessa doverosa: ci siamo sforzati di guardare la prima puntata condotta da Caterina Balivo non con gli occhi dell’esperto di montagna (o di chi almeno ha fatto una parete in corda doppia nella vita) e nemmeno con quelli di chi invece odia la montagna.
Non ci siamo divertiti a cercare paradossi o atteggiamenti ridicoli da parte dei protagonisti che fino a ieri non avevano mai nemmeno sentito pronunciare la parola bouldering: certo, Dayane Mello che all’alba usciva dalla tenda a 2000 metri e si metteva a saltare la corda mostrando fiera i relativi ballonzolamenti delle vette lasciava perplessi così come la stessa – in tanga – che si metteva a quattro zampe come una stambecca con il sedere in su e la testa giù nel torrente per lavare i capelli.
Allo stesso modo non ci siamo indignati scoprendo che una leggenda come Simone Moro era il giudice di gare di velocità in montagna, quando basta solo aver oltrepassato una volta il Brenta per sapere che in montagna conta solo arrivare (e tornare) e non conta chi arriva per primo. Anzi.
Abbiamo subito partorito una sentenza che consideriamo definitiva: le grandissime polemiche che fin dall’estate hanno preceduto questo reality non hanno più ragion d’essere. Chi temeva di lanciare messaggi sbagliati su come vivere la montagna stia tranquillo: non è stato lanciato messaggio alcuno. Rispetto per la montagna? La montagna non è un palcoscenico? Questioni secondarie per un programma che ti entra da un occhio e ti esce da quell’altro.
Dubitiamo fortemente che qualcuno la prossima estate andrà in giro sul Bianco o sulle Dolomiti perché ha visto queste cinque puntate.
Una sentenza e una certezza: se, prima di Monte Bianco Sfida Verticale, Arisa vi stava sulla parte bassa dell’imbragatura, dopo la prima puntata non avrete cambiato idea. “Raccapricciante” è stata definita da Filippo Facci.
Per il resto, decidete voi se guardare o meno le prossime: noi vi suggeriamo perché sì o perché no.
Perché guardare anche la seconda puntata di Monte Bianco Sfida Verticale
1. Perchè Arisa è già stata eliminata.
2. Non si vedeva una montagna in prima serata sulla Rai dai tempi degli slalom in notturna di Alberto Tomba (e su Mediaset dall’ultima volta che hanno mandato “Cliffhanger” con Sylvester Stallone). Tanto vale approfittarne.
3. I panorami. A parte le prime immagini dell’introduzione e qualche ripresa dall’elicottero, non si sono ancora visti. Tanti primissimi piani, perfino troppi. Nelle prossime puntate andrà meglio.
4. Le espressioni perplesse sui visi delle guide. Impagabili.
5. I commenti sulla pagina #montebianco su Twitter da leggere mentre si guarda la TV: da “Zambrotta, cadi che ti danno un rigore” mentre l’ex juventino era in parete a “Se c’era Magalli saliva senza corda e con la guida in spalla” fino a “Arisa è peggio di un gatto attaccato ai moschettoni”.
Perché non guardare più Monte Bianco Sfida Verticale
1. Chi nutriva legittime aspettative sulla lunghezza dei pantaloncini della Balivo è rimasto deluso. Sì, la modella brasiliana Dayane Mello (un nome che dice qualcosa a chi arrampica) interpreta il ruolo della panterona delle Alpi ma quelli del club a cui piace la diga (la diga del Combal sopra Courmayeur) non sono ancora soddisfatti.
2. I product placement molto generosi, al limite di un vero e proprio spot. Sembra di guardare un film anni Settanta in cui il tenente della Polizia si accendeva una Marlboro ad ogni scena. E le pecette su tutta l’attrezzatura di Simone Moro lo confermano.
3. Perché in contemporanea lunedì prossimo su Rete4 c’è l’imperdibile Quinta Colonna con Paolo Del Debbio!
4. Il programma dura tre ore, dalle 21 alle 24: troppe anche per un porno-thriller…
5. Perché è decisamente meglio andare di persona a fare un giro a Courmayeur e sul Bianco…
P.S. – Chi vi scrive giocava a basket con Filippo Facci circa 28 anni fa, anno più, anno meno. Vi assicuriamo che non recita una parte. Anche allora era davvero così. Simpatico.
©RIPRODUZIONE RISERVATA