Le polemiche intorno a morti improvvise e vaccini Covid è tornata negli ultimi giorni d’attualità. La notizia di Anna Shackley, ciclista della SD Worx-Protime, la squadra numero uno del mondo, che lascia lo sport per problemi cardiaci; l’episodio di Evan Ndicka, il calciatore della Roma che si era accasciato a terra, lamentando un forte dolore al petto, al 72’ di Udinese-Roma, ed era stato trasportato d’urgenza in ospedale, temendo il peggio, e poi fortunatamente, gli esami hanno riscontrato un trauma toracico con minimo pneumotorace; e ancora quello di Mattia Giani, calciatore dilettante morto per malore in campo durante la partita tra Castelfiorentino United e Lanciotto Campi: sono bastati questi 3 episodi ravvicinati per ricominciare a chiedersi se la vaccinazione contro il SARS-CoV-2 RNA messaggero (mRNA) è associata al rischio di miocardite o no.
Morti improvvise e vaccini Covid: non c’è correlazione
Contemporaneamente sono stati pubblicati dai CDC Centers for Disease Control and Prevention americani nell’ultimo «Morbidity and Mortality Weekly Report» i dati di un’indagine condotta in Oregon sulla correlazione tra le segnalazioni di morti improvvise per motivi cardiaci di giovani adulti e la vaccinazione contro il COVID-19.
La ricerca si intitola Assessment of Risk for Sudden Cardiac Death Among Adolescents and Young Adults After Receipt of COVID-19 Vaccine — Oregon, June 2021–December 2022 ed è stata condotta da Juventila Liko e Paul R. Cieslak della Divisione di Sanità Pubblica dell’Autorità Sanitaria dell’Oregon a Portland.
I ricercatori sono partiti dai certificati di morte dei residenti dell’Oregon dai 16 ai 30 anni morti per cause cardiache o indeterminate da giugno 2021 a dicembre 2022 e hanno cercato di abbinare queste morti con i record obbligatori a livello statale della vaccinazione COVID mRNA.
Tra i 24 deceduti maschi con un record di vaccinazione contro il COVID-19 mRNA, due sono morti entro 100 giorni dal ricevimento del vaccino: uno registrato come morto per insufficienza cardiaca congestizia attribuita all’ipertensione e l’altro con una causa di morte indeterminata.
Per quanto riguarda le 16 decedute femmine registrate come aver ricevuto almeno una dose di vaccino contro il COVID-19 mRNA, solo una è morta entro 100 giorni dalla vaccinazione. La causa immediata è stata registrata come indeterminata, sebbene correlata a insufficienza respiratoria cronica con ipossia attribuita alla stenosi mitralica.
Nel frattempo, su 1.292 morti identificate di giovani nello Stato, il COVID-19 è stato citato come causa per 30.
Lo studio nell’Oregon sulle morti improvvise tra i giovani
I residenti dell’Oregon oltre i 16 anni sono diventati idonei alla vaccinazione contro il COVID-19 il 19 aprile 2021. In quel mese, hanno iniziato a comparire segnalazioni di miocardite dopo la vaccinazione contro il COVID-19, in particolare tra i giovani maschi vaccinati. Questa complicazione non era stata segnalata negli studi clinici che hanno portato all’autorizzazione dei vaccini mRNA Pfizer/BioNTech e Moderna.
Successivamente, diversi studi hanno descritto la miocardite associata ai vaccini COVID come principalmente lieve. Registri dettagliati hanno mostrato che i riceventi del vaccino interessati tendevano ad essere uomini e ragazzi che solitamente riuscivano a riprendersi dopo alcuni giorni in ospedale.
Tuttavia, permaneva la preoccupazione per le possibili morti cardiache correlate al vaccino in adolescenti e giovani adulti. Queste preoccupazioni sono state alimentate da segnalazioni di morti improvvise tra gli atleti professionisti ed eventi cardiovascolari in questa fascia d’età nel 2022 nonché dalla diffusione di altre ricerche come quella intitolata SARS-CoV-2 Vaccination and Myocarditis in a Nordic Cohort Study of 23 Million Residents che aveva riscontrato come il rischio di miocardite dopo la prima e la seconda dose dei vaccini a mRNA contro il SARS-CoV-2 era più alto nei giovani maschi di età compresa tra 16 e 24 anni dopo la seconda dose. Studio la cui conclusione era tuttavia stata che nonostante il rischio di miocardite in questo ampio studio di coorte fosse più alto nei giovani maschi dopo la seconda dose del vaccino SARS-CoV-2, i potenziali effetti sarebbero stati bilanciati con i benefici della protezione contro la grave malattia da COVID-19.
Ora, benché Liko e Cieslak abbiano riconosciuto che la loro analisi non ha tenuto conto di eventuali morti cardiache associate al vaccino avvenute più di 100 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID e che la popolazione dell’Oregon potrebbe essere troppo piccola per rilevare eventi rari come la morte cardiaca improvvisa tra i giovani, ritengono tuttavia che il loro studio dimostri come non ci sia correlazione tra morti improvvise e vaccini Covid.
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