Piscine aperte dal 25 maggio: le regole da rispettare approvate dal Governo

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Quali sono le regole che i bagnanti e i gestori delle strutture dovranno rispettare quando riapriranno le piscine?
Dopo aver parlato delle linee guida del Governo per far ripartire in sicurezza le palestre, approfondiamo le principali norme igieniche da seguire in piscina durante la fase 2 dell’emergenza sanitaria. La data di riapertura indicata dal Governo è fissata a lunedì 25 maggio, ma le regioni potranno anticipare o posticipare in base all’andamento della curva epidemiologica e al numero di centri in grado di adattarsi alle nuove norme anti contagio. L’ultima ordinanza di Attilio Fontana, ad esempio, ha obbligato le piscine lombarde a riaprire non prima del 31 maggio. Quando torneremo a frequentare le piscine dovremo stare attenti soprattutto ai comportamenti fuori dalle vasche. Come abbiamo spiegato qui, infatti, il nuovo Coronavirus non si trasmette in acqua: il problema può essere il contatto tra i bagnanti negli spogliatoi e nelle aree comuni delle strutture. Le norme (dedicate sia ai gestori degli impianti sia ai clienti) di cui parleremo qui sotto si applicano alle piscine pubbliche, alle piscine finalizzate a gioco acquatico e ad uso collettivo; sono escluse le piscine ad usi speciali di cura, di riabilitazione e termale, e quelle alimentate ad acqua di mare.

Piscine aperte: le linee guida approvate dal Governo

I gestori delle piscine dovranno utilizzare delle segnaletiche o dei maxi-schermi per sensibilizzare i bagnanti sui comportamenti da adottare e fornire informazioni sul flusso di persone che accedono agli impianti. Il programma delle attività, infatti, dovrà essere pianificato in modo da evitare assembramenti, regolamentare i flussi negli spazi di attesa (e nelle aree comuni) e favorire il rispetto delle distanza di 1 metro. È consigliabile anche prevedere percorsi divisi per l’entrata e l’uscita. Prima di entrare potrà essere rilevata la febbre, impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore ai 37,5 °C. Come le palestre, le piscine dovranno privilegiare (ma non sarà obbligatorio) gli accessi su prenotazione, così da non creare affollamenti sia dentro sia fuori dalle vasche. Per 14 giorni, inoltre, andrà mantenuto l’elenco delle presenze, in modo tale da tracciare e avvisare i clienti nel caso in cui qualcuno dovesse contrarre l’infezione da Coronavirus. Il discorso degli spogliatoi e delle docce è analogo rispetto alle palestre: i gestori dovranno assicurare le distanze di almeno 1 metro (ad esempio tramite postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere) e “tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti”.

Le distanze di sicurezza e i parametri dell’acqua per proteggerci dal contagio

Tutte le piscine dovranno mettere all’entrata (obbligando i clienti a farne utilizzo), nelle zone di frequente transito e nell’area solarium i dispenser con il gel a soluzione idroalcolica per disinfettare le mani. Per quanto riguarda la densità di affollamento, il Governo ha previsto un minimo di 7 mq di superficie a persona sia in acqua sia negli spazi comuni, come i prati (per le piscine pubbliche che aprono d’estate) o le aree solarium. Le vasche troppo piccole, dunque, non potranno essere utilizzate. Sdraio e lettini, inoltre, dovranno essere posizionati in modo tale da garantire la distanza di almeno 1,5 metri tra le persone non appartenenti alla stessa famiglia o non conviventi. Lettini, sedie e sdraio andranno disinfettati ad ogni cambio di persona o nucleo familiare. La sanificazione, invece, dovrà essere effettuata a fine giornata.
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La malattia non si trasmette in piscina anche perché il cloro e il bromo, normalmente utilizzati per igienizzare le acque delle piscine, hanno la capacità di disattivare la carica virale dei virus, compreso il Coronavirus che causa il SARS-CoV-2. Ecco perché il Governo, nella lista delle linee guida, ha dedicato un punto ai parametri dell’acqua per assicurare un’adeguata protezione dall’infezione: “assicurare l’efficacia della filiera dei trattamenti dell’acqua e il limite del parametro cloro attivo libero in vasca compreso tra 1,0 – 1,5 mg/l; cloro combinato ≤ 0,40 mg/l; pH 6.5 – 7.5. Si fa presente che detti limiti devono rigorosamente essere assicurati in presenza di bagnanti. La frequenza dei controlli sul posto dei parametri di cui sopra è non meno di due ore”. Prima delle aperture, inoltre, andrà “confermata l’idoneità dell’acqua alla balneazione a seguito dell’effettuazione delle analisi di tipo chimico e microbiologico”.

I comportamenti dei bagnanti

Le linee guida del Governo prevedono una serie di regole molto importanti per i bagnanti. Prima di entrare in vasca bisognerà farsi un’accurata doccia saponata su tutto il corpo; sarà obbligatorio l’uso della cuffia e sarà vietato sputare, soffiarsi il naso e urinare in acqua (regole che bisognerebbe rispettare sempre, a maggior ragione nella fase 2 di una pandemia). I genitori, inoltre, dovranno far indossare ai bambini molto piccoli dei pannolini contenitivi. Sempre agli adulti accompagnatori “si raccomanda di avere cura di sorvegliare i bambini per il rispetto del distanziamento e delle norme igienico-comportamentali compatibilmente con il loro grado di autonomia e l’età degli stessi”.
(foto di copertina: Jim De Ramos / Pexels)

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