Piste da sci chiuse in tutta Italia e Europa, questa sembra la strada che prenderà il nuovo Dpcm di dicembre, in linea con la Ue. Il Governo, stando alle indiscrezioni, sta lavorando a un documento che impone al chiusura degli impianti sciistici almeno fino al 10 gennaio, se non addirittura a data da definirsi.
Si sta profilando all’orizzonte un accordo inter-europeo, osteggiato dalle Regioni, che prevede la possibilità di andare in vacanza in inverno ma senza poter frequentare le piste da sci.
Il motivo è chiaro: evitare una terza ondata di Covid dopo lo sforzo del lockdown di novembre, in attesa della distribuzione del vaccino.
Piste da sci chiuse in Italia e Europa, come sarà il prossimo Dpcm
Dopo quello di novembre, il nuovo Dpcm potrebbe essere in realtà un doppio documento: uno che prevede le misure dal 3 dicembre fino a Natale e uno che invece regolamenti il periodo successivo. Allo scopo di permettere una apertura in vista del Natale, per poi chiudere immediatamente e evitare gli assembramenti di Capodanno. Piste da sci comprese: funivie e cabinovie staranno ferme, contrariamente a quanto si profilava nei giorni scorsi.
Gli errori dell’estate che hanno favorito la seconda ondata di contagio sono il riferimento guida di politici e responsabili della sanità. Italia, Francia e Germania sembrano decise ad adottare questa linea. Meno la Svizzera (che non fa parte della Ue), che ha riaperto le sue destinazioni montane nonostante l’alto livello di contagio nel paese. Si lavora a un protocollo europeo per determinare riaperture graduali degli impianti dopo le feste natalizie.
Si attendono le indicazioni ai governi da parte della Commissione europea per il 2 dicembre, linee guida che i governi statali tradurranno in decreti.
No a spostamenti fra regioni
La previsione è che un nuovo Dpcm di dicembre, annunciato il 2 dicembre, allenti le misure per permettere lo shopping natalizio e le feste in famiglia: dal 10 dicembre quasi tutte le zone rosse potrebbero diventare arancioni per permettere l’apertura dei negozi, e alcune zone arancioni dovrebbero diventare gialle. Ancora non chiara la posizione sugli spostamenti interregionali: è plausibile che vengano vietati, anche nelle zone gialle, per i rischi di rilancio dei contagi.
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