Con il Recovery Plan, Mario Draghi spinge l’acceleratore sul turismo e le vacanze in bici: 1250 nuovi km di ciclabili. Sono solo 570 i nuovi km di ciclabili per le città, ma è evidente come l’Italia stia cercando di diventare un luogo dove fare sempre più viaggi in bici, una mecca del cicloturismo.
È la settimana del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), spesso definito Recovery Plan, ossia lo strumento con cui l’Italia spenderà i fondi europei del Next Generation EU per la ripresa post-Covid.
Ieri il premier Mario Draghi ha specificato che il nostro paese disporrà di circa 248 miliardi di euro (191,5 miliardi dall’UE e il resto da fondi interni), il cui 40% sarà destinato a interventi “green” in grado di accelerare la tanto attesa transizione verde. Una piccola, ma non irrilevante, parte dei fondi europei verrà impiegata per migliorare la mobilità sostenibile, compresa quella ciclistica. Le risorse andranno utilizzate per interventi concreti da terminare o iniziare entro il 2026.
Recovery Plan, Draghi spinge il turismo in bici con interventi da 8 miliardi di euro
Grazie al Next Generation EU, infatti, in Italia nei prossimi anni nasceranno migliaia di nuovi chilometri di corsie e piste ciclabili. Ma saranno abbastanza per rendere le nostre città davvero “bike friendly”? Probabilmente no perché, come vedremo qui sotto, gli sforzi del Governo saranno concentrati soprattutto sulle infrastrutture ciclabili pensate per i viaggi a lunga distanza. Andiamo ora a vedere, nello specifico, che cosa prevede il PNRR per il cicloturismo e la mobilità urbana: due aspetti impossibili da ignorare se si vuole mirare a una società sempre più sostenibile.
In materia di “energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, il PNRR prevede 23,78 miliardi di euro da utilizzare per interventi concreti nei prossimi cinque anni. 8,58 miliardi verranno stanziati per “sviluppare un trasporto locale più sostenibile”, e 600 milioni (metà destinati al Sud Italia) saranno esclusivamente dedicati al “rafforzamento della mobilità ciclistica”.
L’obiettivo, come si legge nell’ultima versione disponibile del PNRR, consiste nel facilitare e promuovere la crescita di un settore già in netta espansione da almeno un paio d’anni. Come? Tramite la realizzazione e la manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, “sia con scopi turistici o ricreativi, sia per favorire gli spostamenti quotidiani”.
1250 nuovi chilometri di ciclabili per le vacanze in bici
Andando più nello specifico, si intravede già una disparità tra gli sforzi che verranno fatti in ambito turistico e in ambito di mobilità urbana. La misura prevede infatti la realizzazione di circa 570 chilometri di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1250 chilometri di piste ciclabili turistiche: più del doppio.
E’ vero che le ciclabili per uso turistico, collegando punti di interesse lontani tra loro o seguendo itinerari più vasti, sono oggettivamente più lunghe di quelle urbane, dunque è normale che ci sia una differenza in termini di chilometri da realizzare. Tuttavia, l’obiettivo del PNRR di Draghi appare ben distante rispetto alla richiesta avanzata a fine dicembre 2020 da Legambiente per i prossimi cinque anni, che consisteva in 2626 chilometri di nuove piste ciclabili urbane da sommare ai 2341 chilometri già esistenti in 22 città italiane.
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