La riapertura delle piscine dipenderà dal DPCM del 15 gennaio, e ancor più dalla situazione epidemiologica che ci sarà in quei giorni. E per come stanno andando adesso le cose è davvero difficile anche solo sperare che si possa tornare presto a nuotare in piscina. Nella migliore delle ipotesi bisognerà aspettare almeno fino alla fine di Gennaio, come da tempo va dicendo il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che appena il 9 gennaio ha ribadito su Facebook di essere al lavoro per consentire la riaprtura delle piscine per la fine di Gennaio.
Ma vediamo perché potrebbe essere plausibile una riapertura delle piscine per fine gennaio e cosa invece potrebbe impedirla. Come prima cosa i “tempi tecnici”: il Governo ci ha ormai abituato alle due settimane di cuscinetto tra la verifica della situazione epidemiologica e ogni nuova apertura. Quindi DPCM il 15 gennaio, quando scade quello attualmente in vigore, due settimane di monitoraggio, possibile apertura a fine gennaio o inizio febbraio. I conti tornano.
C’è un’altra componente di ottimismo circa la riapertura delle piscine, ed è quella che nasce dalle parole dello stesso Ministro circa la possibilità di contingentare il numero di persone per corsia, ancor più che all’interno dell’impianto. Se il prerequisito per riaprire piscine e palestre è quello del controllo del numero degli accessi e del distanziamento tra le persone una volta all’interno, le piscine hanno il vantaggio di poter limitare le persone anche separandole per corsia. Con in più un altro vantaggio: che il Coronavirus non si trasmette in acqua, e che cloro e bromo, abitualmente diluiti nelle acque delle piscine per igienizzarle, sostanzialmente disattivano la carica virale del COVID-19 (lo ha affermato lo stesso Ministero della Salute nelle sue FAQ sul Coronavirus)
Il problema non è tanto quindi quanto avviene all’interno delle piscine. Tanto che alcune, non poche, piscine sono sempre rimaste aperte, a esclusivo uso degli allenamenti degli atleti di interesse nazionale. Il problema è casomai quanto avviene fuori dalle piscine, e cioè l’andamento epidemiologico. E qui Ministri vari, CTS e Governo sono chiari da tempo: per certe riaperture, comprese quelle di palestre e piscine, occorrerà essere in Zona Bianca.
La Fascia Bianca, o Zona Bianca, o anche la Zona Verde sono invenzioni di questi giorni. Verde è semplice: la normalità che chissà quando riassaporeremo. Bianca è una situazione in cui l’indice Rt è sotto lo 0,5, il virus c’è ancora ma la situazione è sotto controllo, e questo potrebbe consentire la riapertura di piscine, palestre e altri luoghi di aggregazione. E il fatto che lo stesso Agostino Miozzo, medico e coordinatore del CTS, dica apertamente che “dobbiamo imparare a convivere con il virus e fare aperture mirare per i settori al collasso economico” è il segnale che anche all’interno del CTS la posizione a favore del lockdown non è più così granitica. E che forse la riapertura delle piscine per fine Gennaio può essere una speranza.
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