È davvero difficile prevedere cosa decide il premier Mario Draghi sulla riapertura delle palestre e piscine in zona gialla dopo il 5 marzo. Alcune cose sono certe. La prima è che l’attuale blocco vale fino appunto al 5 marzo, data fissata dal precedente Governo Conte II. La seconda è che lo stesso CTS “ritiene particolarmente importante il ritorno alla fruizione delle attività fisiche, soprattutto nei soggetti in età evolutiva e negli individui con patologie croniche e negli anziani, nei quali il benessere psico-fisico acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di salute”: la dichiarazione è dell’8 febbraio ma al momento non ci sono stati cambi di rotta dal punto di vista delle indicazioni tecnico scientifiche. La terza è che lo stesso CTS ha approvato delle regole, almeno per le zone gialle e arancioni, che prevedono una riapertura delle palestre scaglionata e con alcune indicazioni ben precise (i famosi 2 metri di distanza interpresonale per le palestre e i 10 mq per le piscine, oltre alle norme sull’uso delle mascherine e igienizzazione ormai ben conosciute e che abbiamo riportato in questo articolo). E qui finiscono le certezze (anche relativamente alle indicazioni del CTS, come abbiamo visto per le piste da sci).
Oggi il Governo, con il primo decreto del nuovo premier Mario Draghi, ha prorogato “fino al 27 marzo 2021, su tutto il territorio nazionale, del divieto di spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute” e il cosiddetto coprifuoco dalle 22:00 alle 5:00. Lo stesso decreto ha tolto la deroga, per le zone rosse, per le visite a parenti e amici. Misure queste che sono andate sempre di pari passo con la chiusura di palestre e piscine e che in qualche modo sono state inasprite.
Matteo Salvini, intervistato dalla Tv 7 Gold ha affermato che “con estrema cautela e prudenza, ma serve un graduale ritorno alla vita, riaprendo in sicurezza palestre, piscine, teatri e oratori, altrimenti i danni anche mentali oltre che economici rischiano di essere devastanti. Lo sport è importante. Spero ci sia questo cambio di passo“. Ma nonostante il pressing politico la proroga del divieto di spostamento fino al 27 marzo non è l’unico segnale che non fa ben sperare.
Intanto nel nuovo Governo non c’è un ministro dello sport, e non sono ancora stati nominati i sottosegretari, quindi nemmeno affidate le eventuali deleghe, compresa quella per lo sport. E quindi è molto difficile che una decisione in merito venga presa prima di questo passaggio. Inoltre il premier Draghi ha intenzione di snellire e rinnovare lo stesso CTS, il che farebbe slittare ogni decisione di apertura al nuovo organico del Comitato tecnico Scientifico. Anche perché alla dichiarazione possibilista del CTS di inizio febbraio ora i dati dei contagi in molte zone d’Italia sono ancora in risalita, ed è ormai evidente come, insieme ai vaccini, anche il nostro Governo stia sperando e molto in un anticipo di bella stagione. Insomma, nel famoso caldo che già l’anno scorso aveva permesso di abbassare la curva dei contagi.
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