IL rinvio dello sci al 5 marzo per l’ANEF è una presa in giro: “Basta tira e molla. La data del 5 marzo è una ulteriore presa in giro. Dal nuovo governo ci aspettiamo un’applicazione immediata degli indennizzi”. Insostenibile questo “tira e molla”, ingiusto, irrispettoso dell’impegno che la categoria ha profuso in questi mesi. ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Impianti a Fune) non ci sta. La scorsa settimana le regioni gialle hanno avuto dal CTS e dal governo il via libera per la riapertura della stagione sciistica a partire da lunedì 15. E domenica 14, alle ore 20, dopo collaudi fatti, dipendenti assunti, piste battute arriva lo stop? Fra le misure decise venerdì dal governo uscente non è stato prorogato il divieto di apertura degli impianti sciistici, che quindi — nelle regioni in “zona gialla”, come previsto dalle norme in vigore — si erano organizzati per l’apertura di domani.
“E’ stato lo Stato che ci ha dato il via libera” – dice Valeria Ghezzi, presidente ANEF – “naturalmente nel pieno rispetto delle normative. Siamo furiosi, sembra una presa in giro. Ci aspettiamo almeno che l’ultima frase del comunicato stampa del Governo abbia un’applicazione immediata e urgente”. La frase in questione è quella che fa riferimento agli indennizzi: “Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori”.
“Non sono più tollerabili queste modalità, è stato assurdo apprendere oggi a mezzo stampa che domani non apriamo. Auspichiamo almeno che i ristori promessi arrivino in tempi strettissimi” – spiega Giampiero Orleoni, presidente ANEF Piemonte.
“Allo Stato abbiamo chiesto chiarezza: regole, indennizzi, abbiamo bisogno di sapere. Da parte nostra, allo Stato abbiamo dimostrato il pieno rispetto, ma deve essere reciproco. E non è rispettoso dello sforzo di tanti imprenditori e di tanti lavoratori questo tira e molla che economicamente è già un disastro per tutta la filiera e per tutto il mondo della montagna” dice da Cortina dove si stanno disputando i Mondiali, Renzo Minella, presidente di ANEF Veneto.
“C’è rabbia tra gli associati: ANEF rappresenta il 90% delle aziende funiviarie italiane, distribuite sia nei territori alpini, sia in quelli appenninici ed è la prima ed unica Associazione degli imprenditori funiviari riconosciuta e aderente a Confindustria – perché questo a cui ci stanno sottoponendo è un gioco al massacro che non può che generare rabbia. Perché se oggi ci dici di aprire e noi assumiamo, domani non ci puoi dire di stare chiusi: non è rispettoso né per chi ha assunto né per chi è stato assunto” incalza Massimo Fossati, presidente ANEF Lombardia.
Anche se in Lombardia, Veneto e Piemonte i rispettivi presidenti di regione hanno firmato le ordinanze per le riaperture e le date sembravano certe, si apprendono ora i dubbi legati principalmente al parere del Comitato tecnico scientifico (CTS) che – ha fatto sapere – sconsiglierà al governo di riaprire le piste anche nelle zone gialle a causa della preoccupante diffusione delle varianti del Coronavirus.
“Gli impiantisti hanno sempre lavorato nel pieno rispetto delle regole – conclude Valeria Ghezzi – Al nuovo governo guidato da Mario Draghi chiediamo risposte chiare. Per la salute degli italiani in primis, ma anche per il nostro mondo ormai al collasso economico. L’ultima frase del comunicato diffuso dal Governo è l’unica che ci aspettiamo venga veramente rispettata. E’ ora di passare dalle parole ai fatti. Ringraziamo i Ministri Giorgetti e Garavaglia che dichiarano che gli indennizzi alla montagna devono avere priorità assoluta”.
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