È un dato di fatto: lo sport, meglio se all’aria aperta, è un toccasana per la nostra salute. Abbiamo già detto che la corsa riduce il rischio di morte dovuto a malattie cardiovascolari, aumenta il livello di attività cerebrale e fa diminuire gli attacchi di iperglicemia nei malati di diabete di tipo 1. Oppure che il fitwalking allontana l’ipertensione e abbassa i valori del colesterolo. Insomma, l’attività fisica fa bene al corpo in senso estetico, alla mente e alla salute. A proposito del terzo aspetto, negli ultimi anni si sta diffondendo a macchia d’olio il fenomeno delle pratiche sportive utilizzate per curare determinate patologie. Questa nuova frontiera della medicina è arrivata anche in Lombardia, che ha confermato di essere una delle Regioni italiane più all’avanguardia: è di pochi giorni fa, infatti, la notizia dell’approvazione della proposta riguardante l’introduzione dell’esercizio fisico per la prevenzione di alcune malattie croniche.
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Il medico che prescrive l’attività sportiva
Sembrerà strano, ma molti medici (insieme ai medicinali) potranno prescrivere dei veri e propri esercizi fisici. I benefici dello sport rientreranno nei programmi non solo per la cura, ma anche per la prevenzione dalle patologie cardiovascolari e metaboliche senza l’esclusiva somministrazione dei farmaci. Per fare un esempio, è risaputo che un’attività aerobica a bassa intensità e di lunga durata fa bene alle persone affette da diabete. Questi pazienti, perciò, avranno l’opportunità di seguire anche delle schede personalizzate a seconda del caso specifico e della gravità della malattia. “Si tratta di una precisa scelta politica di modernità che punta sulla prevenzione in modo deciso ed innovativo”, ha dichiarato Fabio Rolfi, presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale.
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Sport e cure farmacologiche
Le pratiche sportive non sostituiranno completamente i farmaci all’interno della cura. Infatti, l’attività fisica verrà affiancata ai classici medicinali e avrà una funzione integrativa. Entro sei mesi, la giunta regionale lombarda dovrà prendere le ultime decisioni operative riguardanti le malattie specifiche da curare e/o prevenire anche utilizzando queste tecniche. Indicativamente, secondo le parole di Antonio Rossi, assessore regionale allo Sport e alle Politiche per i giovani, le patologie croniche in questione potrebbero essere il diabete, l’ipertensione e altri problemi di natura cardiovascolare. I dettagli da definire sono ancora tanti, ma il primo passo è stato già compiuto. Ora la Lombardia punterà anche a stringere accordi con organizzazioni legate al mondo dello sport e del fitness: l’obiettivo è quello di far conoscere a grandi e piccini le potenzialità dello sport in campo medico.
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Outdoor è meglio!
L’attività fisica già di per sé può aiutare nella prevenzione di determinate patologie croniche e psichiatriche, ma se viene praticata nella natura è ancora meglio. Abbiamo già citato il dottor Robert Zarr, pediatra della Unity Health Care dell’Upper Cardozo Health Center a Washington DC, che ha destato scalpore per via delle sue soluzioni mediche basate sostanzialmente su passeggiate nel verde. Il suo è un caso estremo, però fa riflettere sull’impatto che l’esercizio fisico nei parchi, in spiaggia o in montagna può avere sulla salute. Studi precedenti hanno confermato che il contatto con la natura, oltre ai suoi benefici sulla mente (riduce l’ansia e migliora la creatività, il sonno e la memoria), abbassa i rischi di morte precoce e rafforza il sistema immunitario. La somma tra sport e verde, quindi, può produrre un vero e proprio elisir di lunga vita.
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