Dal 26 aprile al 31 luglio lo spostamento e i viaggi tra le regioni rosse e arancioni saranno consentiti, ma solo per chi ha in mano il certificato verde: cerchiamo di capire cos’è e come funziona.
Spostamento tra regioni per viaggi e turismo dal 26 aprile al 31 luglio
Il Governo aveva anticipato ufficialmente che lo spostamento tra regioni in zona gialla sarà sempre possibile (non servono tamponi o vaccini), ma dal 26 aprile al 31 luglio (periodo di validità del nuovo decreto-legge) ci saranno forti limitazioni per chi desidera recarsi in una regione di colore diverso: da giallo ad arancione o rosso, da arancione a giallo o rosso, da rosso a giallo o arancione.
Questa regola interesserà tutti coloro che nelle prossime settimane vorranno fare una gita fuori porta o un weekend al mare, al lago o in montagna in una regione con un colore diverso. Per entrare o uscire tra le regioni rosse o arancioni servirà quindi un vero e proprio certificato verde (ufficialmente chiamato “certificazione verde Covid-19”) che sarà rilasciato solo a determinate categorie di cittadini.
Andiamo ora a vedere quali in base alle indicazioni del Governo.
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I tre tipi di certificato verde per lo spostamento tra regioni per turismo
Il certificato verde verrà rilasciato per attestare l’avvenuta vaccinazione anti-Covid, la guarigione dal Covid o la negatività al virus.
Insomma, per gli spostamenti in uscita e in entrata nelle regioni rosse e arancioni bisognerà soddisfare una di quelle tre condizioni. Non sarà più sufficiente un’autocertificazione. Per lo spostamento tra regioni gialle, invece, non servirà il certificato.
Ma quanto vale il certificato verde? Dipende da quale avremo in mano:
1. Certificato verde per la vaccinazione
Il certificato verde che accerta il completamento del ciclo di vaccinazioni (due dosi per Pfizer, Moderna e AstraZeneca, una per il vaccino Johnson & Johnson) avrà una validità di 9 mesi, come previsto dal Decreto-Legge del 17 maggio 2021. Potrà essere rilasciata in formato cartaceo e digitale su richiesta del cittadino presso la struttura dove si è vaccinato. Tra le informazioni contenute dal pass ci saranno le date in cui sono state effettuate le inoculazioni, il tipo di vaccino ricevuto, la struttura che ha rilasciato il certificato e il numero identificativo del certificato. Se nell’arco dei 6 mesi il soggetto dovesse contrarre il virus, il certificato non sarà più valido
2. Certificato verde dopo la prima dose
Il Decreto-Legge del 17 maggio ha introdotto una novità importante sul green pass per i vaccinati. Questo verrà rilasciato non solo in caso di completamento dei ciclo vaccinale (come sopra), ma anche dopo la prima dose: sarà valido dal quindicesimo giorno successivo alla vaccinazione (perché il vaccino non produce immediatamente una risposta immunitaria) fino alla data prevista per l’inoculazione della seconda dose. Da quel momento in poi si potrà avere il green pass definitivo di avvenuta vaccinazione, che vale appunto 9 mesi.
3. Certificato verde per guarigione
Il certificato verde che accerta la guarigione dal Covid-19 avrà una validità di 6 mesi. Potrà essere rilasciato dal medico di base/pediatra o dall’ospedale presso cui è avvenuto un eventuale ricovero durante la malattia. Nel certificato saranno indicate le date del primo tampone positivo e del primo tampone negativo che ha certificato la guarigione. I 6 mesi inizieranno ad essere validi a partire dalla data di guarigione presente nel certificato, il quale sarà disponibile anche all’interno dei fascicoli sanitari delle varie regioni. Se nell’arco dei 6 mesi il soggetto dovesse contrarre il virus, il certificato non sarà più valido.
4. Certificato verde per negatività
Il certificato verde che accerta la negatività al tampone (rapido o molecolare) sarà valido per 48 ore a partire dalla data del test. Questo green pass, disponibile sia in formato cartaceo sia in formato digitale, sarà rilasciato su richiesta dalla struttura dove si è effettuato il test.
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