Swemax, creato da una azienda italiana, è un cerotto che legge il sudore e ti dice se stai per avere dei crampi e infortuni. Perché il sudore e non il sangue? Nel sudore ci sono informazioni assimilabili a quelle del sangue, ma finora nessuno sapeva come estrarle.
Un’azienda italiana, la startup di Parma Biometrica, ci è riuscita e ha progettato Swemax, un cerotto bionsensore che “legge” il sudore degli atleti, “impara” e indica quando integrare liquidi e sali minerali per prevenire crampi e infortuni.
Un oggetto leggerissimo, un concentrato di tecnologia grande quanto un accendino, che si posiziona a contatto della pelle all’interno di una tasca negli indumenti tecnici (magliette e canotte) che fanno parte del kit.
Ci può aiutare nello sport? Speriamo di sì: ora è in fase di testa da parte di Nico Valsesia in una delle sue imprese di endurance, e sta per iniziare una campagna di crowfunding su Indiegogo. Cerchiamo di capirne di più.
Come funziona Swemax, il cerotto che legge il sudore
Swemax è un ecosistema composto da un biosensore ovvero un cerotto intercambiabile che cattura microscopiche gocce di sudore e le trasmette al dispositivo elettronico cui è collegato.
Ogni singolo secondo, i dati raccolti dal dispositivo vengono inviati all’interno di uno spazio super blindato in cloud dove l’Intelligenza Artificiale di Swemax elabora le informazioni e grazie al machine learning impara a “conoscere” il corpo della persona che indossa il sensore.
Partendo da questi dati, l’IA formula un’analisi predittiva che arriva a segnalare in anticipo un crampo o un malessere dovuti a cali di liquidi o sali minerali. Ma segnala anche se si sta per superare quella fatidica soglia di disidratazione del 2%.
Queste informazioni vengono inviate allo smartphone così l’atleta o il coach possono fare un check delle prestazioni e avere delle proiezioni per capire se ci sono criticità e servono correzioni nella tabella di marcia.
Nico Valsesia e Crowfunding
“Quello che finora era considerato un liquido di scarto, oggi diventa una fonte preziosissima di informazioni e non parliamo solo di sport. Con Swemax si aprono le porte a un nuovo mondo che permetterà di avere dati continui sul nostro corpo in modalità assolutamente non invasiva”, spiega Matteo Beccatelli, cofondatore di Biometrica.
L’innovazione ha catturato l’attenzione di diversi coach, atleti e di un campione di endurance del calibro di Nico Valsesia, che proprio in questi giorni si trova nel mezzo di una nuova impresa che lo vede avventurarsi dal Mar Nero fino alla cima del monte Ararat.
Parallelamente su Indiegogo sta partendo una campagna di crowdfunding per la vendita dei primi mille dispositivi, prima di avviare una produzione su larga scala.
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