In Italia solo 45 comuni su 8mila (0,57%) sono bandiera lilla, cioè pienamente accessibili anche dalle persone con disabilità o che lavorano per migliorare la propria accessibilità turistica. Complessivamente sono oltre 3 milioni e 150mila gli italiani che convivono con una qualche forma di disabilità e l’Istat stima un aumento del numero di viaggiatori con disabilità del 70% entro il 2035, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive.
La mancanza di strutture e servizi adeguati, infatti, fa sì che l’economia globale del turismo globale perda, ogni anno, circa 142 miliardi di euro e 3,4 milioni di posti di lavoro: a causa dell’invecchiamento, dei cambiamenti sociodemografici e dei problemi di salute il numero di utenti finali del turismo accessibile è in costante aumento e già oggi, rappresenta una quota del 15% nel mercato turistico globale.
Turismo e disabilità: solo 45 comuni su 8mila (0,57%) sono accessibili
L’estate sarebbe tempo di relax e svago anche per gli oltre 3 milioni e 150mila italiani con disabilità che vivono nel Belpaese. Che però trovano le vacanze inaccessibili perché sono infatti solo 45 su 7.904 (lo 0,57%) i Comuni della nostra penisola, in rappresentanza di 15 Regioni, che si possono fregiare del titolo di Bandiera Lilla, assegnato ogni anno dalla Società Cooperativa Sociale BANDIERA LILLA con il supporto della Consulta Regionale per la tutela dei diritti della persona handicappata della Regione Liguria, a quelle realtà comunali che lavorano, giorno dopo giorno, anno dopo anno per migliorare la propria accessibilità turistica. Quest’ultima è una delle variabili strutturali più importanti per determinare i criteri qualitativi dell’offerta turistica: un maggiore livello di accessibilità ha un’influenza diretta sull’afflusso di turisti, sulla qualità complessiva del turismo e sui benefici economici generati da questo settore.
Turismo e disabilità: il 15% del mercato turistico globale
A causa dell’invecchiamento, dei cambiamenti sociodemografici e dei problemi di salute il numero di utenti finali del turismo accessibile è in costante aumento e già oggi, come svelato da Majid Al-Usaimi, presidente del Comitato Paralimpico Asiatico e membro del comitato Paralimpico Internazionale, rappresenta una quota del 15% nel mercato turistico globale. Secondo le recenti stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 10-15% della popolazione mondiale ha un qualche tipo di bisogno di assistenza e il numero di persone che necessitano di dispositivi di assistenza (sedia a rotelle, tecnologie della comunicazione) raddoppierà, entro il 2050, da 1 miliardo a 2 miliardi di persone. L’Istat invece stima un aumento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori con disabilità, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive. Sulla base di uno studio dell’Università del Surrey, il potenziale del mercato europeo dell’accessibilità per il turismo è stimato in oltre 133 milioni di turisti, tenendo conto di tutte le persone con disabilità e patologie croniche, insieme ai loro compagni di viaggio con entrate potenziali superiori agli 80 miliardi di euro.
“L’accessibilità nel turismo può e deve essere un motore per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità nei Paesi a forte vocazione turistica, dato che gli sforzi vanno a beneficio della società nel suo complesso – afferma Antonella Celano, presidente di APMARR, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, un’associazione pazienti che difende i diritti degli oltre 5,5 milioni di persone affette da una delle oltre 150 patologie reumatologiche – Per riuscire a migliorare le pratiche di accessibilità, eliminando le principali barriere strutturali (servizi di prenotazione e trasporto, strutture ricettive, comunicazione) e sociali (mancanza di formazione delle imprese e degli operatori del settore turistico e di consapevolezza circa le tematiche dell’accessibilità) occorre pensare a una partecipazione attiva e diretta delle persone con disabilità nella stesura di protocolli internazionali standard che siano in grado di garantire lo stesso livello di accessibilità e qualità del servizio. Penso che anche la pandemia abbia fatto capire qualcosa in più e abbia portato un’attenzione diversa al tema dell’accessibilità, una maggiore attenzione al tema delle persone e delle loro esigenze: il turismo accessibile non è solo riadattare un bagno a norma di legge. Il mondo dell’ospitalità è molto di più e significa accogliere le persone, farle sentire a loro agio e farle stare bene. La nostra associazione si è sempre battuta affinché indicatori essenziali della qualità della vita come turismo e tempo libero diventino campi di intervento prioritari delle politiche di pari accessibilità. In particolare, APMARR insieme ad AST – Associazione Sclerosi Tuberosa e UILDM Mazara del Vallo – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare sta promuovendo il progetto ‘SiPuò – Pratiche di accessibilità’, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che mira a sviluppare e promuovere un modello innovativo di accessibilità e inclusività delle pratiche di turismo e tempo libero che consenta alle persone con disabilità e ai loro familiari di poter accedere a questi settori come tutti. La disabilità non deve infatti essere vissuta come una privazione della propria libertà personale e soprattutto durante le vacanze è importante vivere normalmente, con spensieratezza e allegria, vivendole con il sorriso e godendosi il relax, proprio come fanno tutti”.
Turismo, invecchiamento, invalidità e disabilità
Data l’inevitabile correlazione tra invecchiamento, patologie invalidanti e disabilità, i servizi devono essere progettati per concentrarsi sulle persone la cui mobilità, vista, capacità uditiva, forza e salute mentale sono in declino. Ad esempio, la crociera è diventata una delle opzioni di vacanza preferite da famiglie, coppie e anziani in particolare e le escursioni giornaliere per i turisti in crociera sono un settore in cui gli utenti più anziani richiedono dei servizi speciali. Anche se un solo membro del gruppo è in sedia a rotelle, è necessario un taxi o un furgone accessibile dal porto alle attrazioni, ai ristoranti o alle aree per il tempo libero e lo shopping. Senza questo tipo di trasporto speciale, il cliente dovrà rimanere a bordo e si perderanno i potenziali introiti dei clienti. Allo stesso modo, le persone anziane con difficoltà motorie possono richiedere una guida o personale addestrato e professionale che conosce i percorsi giusti per ridurre al minimo le loro difficoltà di deambulazione. Alcuni di questi clienti apprezzerebbero dei ristoranti con servizi igienici accessibili, camere d’albergo accessibili (in tutte le fasce di prezzo), aree di parcheggio con sorveglianza per gli scooter elettrici e attrazioni adatte a persone con problemi di vista, udito o mobilità. Altri elementi di servizio a misura delle persone con bisogni e necessità specifiche possono includere la disponibilità di assistenza infermieristica, procedure mediche come la dialisi renale, l’ossigeno o avere accesso alle informazioni sugli ospedali, i medici o i fisioterapisti più vicini al luogo di villeggiatura. In Spagna, ad esempio, i governi regionali hanno sovvenzionato i prezzi degli hotel in bassa stagione per incoraggiare un maggior numero di turisti stranieri a visitare il Paese e la prima edizione del programma invernale Europe Senior Tourism ha portato in Spagna quasi 45mila turisti stranieri. Un turista su tre che ha partecipato a questa iniziativa era greco, con quasi 15mila greci che si sono goduti un viaggio a basso costo nella penisola iberica.
Nelle destinazioni e nei mercati in cui l’accessibilità è insufficiente, le prestazioni del mercato sono inferiori del 25-35% rispetto alle aspettative. Questa è all’incirca la percentuale di persone le cui decisioni di viaggio sono influenzate dalle condizioni di accessibilità e le destinazioni turistiche che non danno priorità e non promuovono l’accessibilità ignorano questo importante mercato di persone con disabilità, turisti anziani e non. In Germania, ad esempio, il 37% delle persone con disabilità ha deciso di non intraprendere un viaggio a causa della mancanza di strutture accessibili ma, tuttavia, il 48% viaggerebbe più frequentemente se queste fossero disponibili e il 60% sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto per il loro utilizzo. Addirittura, come spiegato da Annagrazia Laura, presidente dello European Network for Accessible Tourism (ENAT) nel suo intervento durante il Dubai Accessible Tourism International Summit 2022, la mancanza di strutture e servizi adeguati fa sì che l’economia globale del turismo perda, ogni anno, circa 142 miliardi di euro e 3,4 milioni di posti di lavoro.
Chi sono i viaggiatori con disabilità?
Ma qual è il profilo tipico dei viaggiatori con disabilità? Innanzitutto, hanno una forte capacità di spesa, spendendo, in media, da due a quattro volte di più per le loro vacanze e amano ritornare più volte nella stessa destinazione quando la trovano accessibile. Soggiornano in alloggi più costosi per esigenze di spazio, igiene e accesso. Spendono di più per il noleggio di veicoli (necessitano di veicoli più grandi) e per i servizi di trasporto. Pagano di più per lo spazio extra a bordo di un aereo semplicemente per essere più a loro agio durante il viaggio.
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