Val Gardena: gli impianti Saslong quest’inverno non apriranno. Alla vigilia delle due gare di Coppa del Mondo di sci alpino in Val Gardena sulla leggendaria pista Saslong, il mondo dello sci viene messo a soqquadro da una notizia che lascia basiti: proprio il proprietario della pista Saslong stanotte ha pubblicato sulla propria pagina Facebook che quest’inverno, alla riapertura della stagione sciistica, i suoi impianti di risalita rimarranno fermi. “Una decisione chiara, concreta, logica, risolutiva e soprattutto umana”, ha affermato.
In Val Gardena gli impianti della Saslong quest’inverno non apriranno ai turisti.
“Le Funivie Saslong spa di Selva di Val Gardena hanno deciso, visto la totale incertezza da parte della politica di prendere una decisione chiara concreta, logica, risolutiva e soprattutto umana, non aprendo per la stagione 2020/2021”. E anche “La Saslong vuole dissociarsi completante dal consorzio esercenti impianti a fune Val Gardena Alpe di Siusi per la sua poca sensibilità verso il duro prezzo pagato da tutti i medici , infermieri e volontari”
Le reazioni alla notizia al momento lasciano trasparire solo incredulità: nessuno, tra le istituzioni della valle, ha avuto modo di rispondere alle nostre domande di chiarimento, non fosse altro che tutti in Gardena in questo momento sono impegnati con l’organizzazione delle due gare – discesa libera e SuperG maschili – che si svolgeranno domani e sabato e ovviamente anche perché la notizia improvvisa e inaspettata li ha lasciati in un momento di impasse per il quale servirà almeno una riunione prima delle opportune reazioni.
In valle le voci si rincorrono: la scelta di mandare questo comunicato proprio in questi giorni sembra quantomeno particolare e ci si chiede se possa esserci un secondo fine, dato che nel comunicato che pubblichiamo qui di seguito, pare evidente che ci siano non solo le giuste rivendicazioni alla gestione della montagna di questo periodo ma anche (e soprattutto) degli attacchi precisi diretti ad altri imprenditori della valle, redatti con un certo fervore. Potremmo sbagliarci ma, più che una “presa di coscienza del lavoro delle nostre strutture mediche” (che peraltro non andrebbe giustamente mai dimenticato) e più che un “togliamo il flusso dei fondi dal controllo della politica” questo sembra proprio un regolamento di conti in valle…
Davvero in Val Gardena gli impianti della Saslong quest’inverno non apriranno? Cosa deve pensare lo sciatore turista?
Al momento che quest’anno il Sellaronda non si farà, che i collegamenti con Val di Fassa e Alta Badia saranno ben più complicati e che comunque, dopo la gara, nessuno scierà più su una delle piste più belle delle Dolomiti e d’Italia.
Qui di seguito, riportiamo fedelmente il comunicato della Saslong con una certezza: se ne parlerà ancora per molto tempo.
Cari clienti ed appassionati di sci è la seconda e spero pure l’ultima volta che siamo costretti di dover comunicare un’altra triste notizia e questo dopo 51 anni di attività nel comparto sciistico. Le Funivie Saslong spa di Selva di Val Gardena hanno deciso ,visto la totale incertezza da parte della politica di prendere una decisione chiara concreta ,logica ,risolutiva e soprattutto umana ,non aprendo per la stagione 2020/2021. Noi non abbiamo bisogno che ce lo dica il Governo che dobbiamo chiudere o aprire siamo gente dotata di buon senso e carattere per capire ciò che dobbiamo fare e quando dobbiamo farlo .Già fin da marzo la nostra società aveva fatto presente ,che visto la gravità di questa pandemia ,la stagione estiva ed addirittura quella invernale fossero a rischio. Per la stagione estiva visto la poca lungimiranza della nostra politica non abbiamo subito una chiusura ma adesso visto il numero dei decessi e la pressione sugli ospedali se la ragione ed il buon senso prevarranno dovremmo accettare la rinuncia all’apertura degli impianti.
Noi prima direttamente con il presidente della associazione esercenti impianti a fune Val Gardena Alpe di Siusi e dopo nell’ultima riunione del 27 novembre 2020 avevamo espresso serie perplessità sul possibile inizio di questa stagione e pesanti critiche sul modo di interpretare la situazione e sulle misure infantili e poco risolutive messe in campo. Evidenziammo come non si fosse parlato dell’aspetto più importante che era quello di rischiare di appesantire le strutture ospedaliere di Bolzano e Bressanone ma non siamo stati ascoltati. Inoltre quando stavamo arrivando ad enunciare la nostra idea per garantire a tutti i consorziati un indennizzo totale siamo stati zittiti da un consorziato che ci accusò di aver parlato già da troppo tempo ,e visto che lui doveva assentarsi ,ci invitò imperativamente di concludere .A quel punto comunicammo di non volere proseguire il nostro discorso ,ci scusammo per le eventuali inutili considerazioni ,per il tempo che avessimo fatto perdere e abbandonammo la riunione.
La Saslong vuole dissociarsi completante dal consorzio esercenti impianti a fune Val Gardena Alpe di Siusi per la sua poca sensibilità verso il duro prezzo pagato da tutti i medici , infermieri , volontari che con il loro appassionato , professionale ed esemplare sacrificio hanno permesso a tutti noi di poter parlare ancora di cose puramente venali ed individualistiche. Noi non ci stiamo ! vogliamo che i nostri turisti ricordino la Val Gardena i gardenesi e la Saslong per il loro senso di responsabilità, sensibilità,altruismo e senso di solidarietà verso tutti i nostri connazionali che con questa pandemia hanno perso la vita o dei cari.
Noi ci dissociamo da quelle riprese vedi “interviste al caminetto Val Gardena 26/11/2020 “ su Youtube dove si parla solo di investimenti , passaggi, aperture a tutti i costi e dove si intervista un ristoratore impiantista che parla dei suoi costi e della volontà di aprire appena il governo autorizzasse detta apertura come fossimo dei cavalli alla linea di partenza di una corsa all’ippodromo. Non una parola di solidarietà non un momento di presa di coscienza del lavoro delle nostre strutture mediche ma solo difesa di propri interessi economici. Noi della Saslong non difendiamo solo il mancato guadagno degli uni ma dei “tutti”: albergatori , ristoratori, partite iva, piccole, medie,grandi imprese etc etc e purtroppo non sarà con questo governo ne con un ‘altro che lo risolveremo perché i politici parlano ma non hanno le capacità necessarie per trovare soluzioni che solo uomini di stato di primissimo piano potrebbero trovare. Abbiamo provato ad esporre la nostra soluzione anche al presidente della nostra provincia ma purtroppo visto i suoi molteplici impegni non ci siamo riusciti.
Noi siamo totalmente contrari a qualsiasi tipo di finanziamento da parte dell’Europa in quanto tutti quelli che hanno subito le chiusure non vedrebbero una lira di quegli importi perchè la burocrazia e la mala politica ne assorbirebbero la totalità degli importi. Bisognerebbe fondare un fondo assicurativo di emergenza europeo (che potrebbe anche essere a livello nazionale o regionale o comunale)dotato delle risorse necessarie (10.000mld ) finanziato dalla Bce ( nel bilancio della Bce non figura come prestito ma bensi come partecipazione )per fare fronte alle richieste di risarcimento ( utile netto piu ammortamento piu interessi) dirette dagli aventi diritto ,il tutto certificato dai rispettivi commercialisti ed istituti bancari.L’importo non è a fondo perduto ma va reso in 15 anni a tasso del 0.2.%. Inoltre ognuno potrà scegliere di avere , in funzione delle proprie capacità di restituzione, il 100% oppure meno fino anche al 30% del mancato introito ( utile netto piu ammortamenti piu interessi). È una semplice assicurazione solo che normalmente il premio si paga prima e poi si riceve l’indennizzo mentre qui si prende prima il rimborso del danno e poi si pagano i premi.
Il vantaggio di ciò è che togliamo dal controllo della politica il flusso dei fondi . Vanno direttamente dal fondo assicurativo di emergenza europeo al beneficiario finale (partita iva, società etc etc). Non aumentiamo il debito pubblico perché è un prestito praticamente erogato a soggetti che rimborsano in quanto sono aziende che lavorano e producono . Non è la soluzione data da un noto operatore economico in televisione che aveva proposto di finanziare il mancato guadagno delle imprese con debito pubblico obbligando solo le aziende a non distribuire utili per i prossimi 3/5 anni. Ciò è una stupidaggine in quanto non si può regalare per poi creare debito pubblico sulle spalle di tutti gli italiani.
Ci auguriamo che il governo esca da questa ridicola pantomima dei colori e decreti come avrebbe giá dovuto fare in ottobre un look down generale e riaprire con controlli serrati da parte dell’esercito e delle forze dell’ordine affinché si esca una volta per sempre da questa situazione.
Ci scusiamo per la lunghezza del nostro esposto ma la decisione presa meritava qualche doverosa precisazione.
Un pensiero a tutti gli Italiani ed un augurio di un Felice Buon Natale.
Team Saslong
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