Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, sarà candidato in Consiglio Comunale a Milano come capolista di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni amministrative.
A poche ore dall’ufficialità di questa notizia a tratti inaspettata, l’irriverente giornalista classe 1943 ha dimostrato di avere già le idee chiare sugli obiettivi da perseguire in caso di vittoria: abolire, senza “se” e senza “ma”, le nuove corsie ciclabili adottate dalla giunta di Beppe Sala, che ormai da otto mesi ha deciso di ricandidarsi nel ruolo di sindaco di Milano: “Avrei soltanto un paio di obiettivi molto forti: quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il Covid”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
In un video sul sito di Libero, il suo quotidiano, ha poi rincarato la dose: “Le piste ciclabili mi hanno rotto l’anima. E anche quelle zanzare a rotelle che sono i monopattini mi hanno scocciato. Per cui mi impegnerò a fare non dico la guerra, ma almeno una battaglia”.
Vittorio Feltri vuole eliminare ciclabili e monopattini da Milano
La posizione di Feltri, seppur estrema ed esposta con poca eleganza, rispecchia esattamente le idee dei partiti di destra (Lega in primis), che continuano a esprimere il loro dissenso in merito alla nuova rete ciclabile voluta dalla giunta Sala. Delle polemiche attorno alle bike lane abbiamo più volte parlato: come tutte le rivoluzioni, è lecito che facciano discutere.
Da un lato hanno garantito più sicurezza e più spazio ai ciclisti urbani che percorrono le arterie principali della città, dall’altra hanno cambiato in modo repentino la mobilità urbana, restringendo le carreggiate e scatenando la furia degli automobilisti e dei negozianti. Inoltre, c’è da dire che queste corsie ciclabili non sono perfette: alcune presentano dei difetti strutturali, specialmente agli incroci e in prossimità dei parcheggi.
Non a caso, la discussa bike lane di corso Buenos Aires subirà dei cambiamenti: verranno tolti i parcheggi dalla strada (per creare una nuova corsia delle auto) e la bike lane verrà allargata e protetta da cordoli. È proprio questo il bello delle infrastrutture ciclabili agili: sono aperte a interventi correttivi nel tempo.
Gianni Bugno contro una eccessiva infrastrutturazione degli spazi
Una critica dura – ma decisamente più interessante ed equilibrata di quella di Feltri – è arrivata recentemente da Gianni Bugno, due volte campione del mondo di ciclismo e vincitore del Giro d’Italia del 1990.
A Vimercate, durante la presentazione del suo libro “Per non cadere”, l’ex ciclista ha detto che “a Milano hanno fatto uno scempio”, per poi criticare anche “tutti quei cordoli e restringimenti nelle strade in Brianza”.
Bugno, in un altro incontro a Busto Arsizio, ha detto di essere contro le ciclabili, ma pro alla convivenza tra auto e ciclisti: “La bicicletta dovrebbe essere rispettata come i pedoni sulle strisce o come i trattori che trasportano il letame e hanno dietro la colonna di macchine che aspettano di superare senza suonare il clacson. Se la bicicletta fosse riconosciuta come veicolo potremmo evitare di buttar via soldi per le ciclabili”.
Al netto delle aspre critiche alle nuove ciclabili di Milano, l’opinione di Bugno non è poi così tanto diversa da quella di Marco Mazzei (presidente di Milano Bicycle Coalition), che in un’intervista ci aveva detto di essere “contrario all’eccessiva infrastrutturazione degli spazi”.
Il motivo? “Se tu abitui le persone che la sicurezza in bici è legata solo alla presenza di una pista ciclabile, appena si trovano in una strada priva di ciclabili entrano in balia di un senso totale di insicurezza”, ha spiegato Mazzei.
[Photo by: The Marauder /YouTube]
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