La Gran Bretagna ha riconosciuto il parkour come sport ufficiale, primo paese del mondo a farlo. A regolamentarlo e a promuoverlo è stato preposto un ente, il Parkour UK. Pe la prima volta il cosiddetto freerunning si eleva da sorta di ‘gioco urbano’a vero e proprio sport.
Esplorazione urbana
Il parkour è approdato in Gran Bretagna circa 15 anni fa, detto anche freerunning. Lo avevano ‘inventato’ i francesi negli anni ’80, chiamandolo l’art du déplacement, l’arte di spostarsi: il termine parkour arrivò nel 1998, una libera deformazione della parola parcour, che significa percorso.
Ora come allora, nonostante polemiche ‘strutturali’ sui danni alle proprietà e sui rischi per chi lo pratica, il parkour indica il movimento libero da un punto all’altro in aree urbane, da praticare attraverso la corsa, il salto, l’arrampicata e in generale delle acrobazie spettacolari senza soluzione di continuità. Oltre che moda, è anche una forma di esplorazione urbana, e un ottimo modo per dimagrire.
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La passione inglese
Il Regno Unito ha battuto la Francia nel riconoscimento ufficiale. Del resto a Londra il parkour è una passione molto sentita e Westminster dal 2012 sorge il più grande parco del mondo sul tema, il Leap London Experience of Art du deplacement. In tutta l’isola esistono 50 parchi e anche nelle scuole è parte del programma di educazione fisica. Ora i club inglesi di freerunning potranno accedere a finanziamenti statali per allargare le loro attività, grazie anche all’entusiasmo dello stesso ministro dello Sport Tracey Crouch, che ha elogiato le caratteristiche del parkour spiegando che “promuove il movimento in spazi all’aperto […] incoraggio la gente a praticarlo”.
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