Eating Healthy Day: perché 3 giovani su 10 mangiano junk food almeno 1 volta a settimana (e come smettere)

Il 6 novembre ricorre l’Eating Healthy Day, la giornata dedicata all’alimentazione salutare che rappresenta un’occasione per sottolineare l'importanza delle scelte nutrizionali consapevoli in un contesto in cui il fast food sta crescendo rapidamente: si prevede infatti che il mercato globale possa raggiungere i 1.075 miliardi di dollari entro il 2030 (+43% rispetto al 2023).

Dal sostenere la flora intestinale al favorire la depurazione naturale, sono alcune delle regole fondamentali proposte dagli esperti di Guna. “Nel contesto sociale attuale risulta molto importante orientare le persone a selezionare alimenti freschi, locali e sostenibili, non modificati, per contribuire a migliorare il benessere psico-fisico ed a ridurre il rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative da errata alimentazione” dichiara il Prof. Luigi Coppola, docente di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata presso l’Università degli Studi del Sannio

Eating Healthy Day: perché 3 giovani su 10 mangiano junk food almeno 1 volta a settimana (e come smettere)

Ogni anno, l’Eating Healthy Day ricorda quanto sia importante prendersi cura di sé stessi attraverso scelte alimentari consapevoli. In un mondo in cui i ritmi frenetici spesso spingono verso soluzioni rapide e poco salutari, questa giornata, che quest’anno cade il 6 novembre, vuole essere un invito a fermarsi a riflettere sull’importanza di nutrirsi in modo equilibrato, preferendo cibi freschi e naturali. Dal rispetto delle tradizioni culinarie locali alla scoperta di nuovi “superfood”, mangiare sano è un viaggio tra sapori e sensazioni che può migliorare la qualità della vita, contribuendo a una buona salute personale e a una maggiore energia e vitalità. Ma per molti ancora non è così.

Eating Healthy Day: perché 3 giovani su 10 mangiano junk food almeno 1 volta a settimana

Secondo quanto riportato dal sito specializzato GlobeNewswire, il mercato globale del fast food è in costante crescita: si prevede che raggiungerà un valore impressionante di circa 1.075 miliardi di dollari entro il 2030, rispetto ai 750 miliardi di dollari del 2023 (+43%). Anche in Italia si conferma questa tendenza: da un focus sul settore pubblicato da Statista emerge che circa il 28% dei consumatori tra i 18 e i 34 anni mangia fast food o junk food almeno una volta alla settimana, mentre la percentuale scende al 9% per gli over 54. Inoltre, il dato che preoccupa di più è che circa l’8% degli italiani lo consuma due o tre volte a settimana, mentre il 59% si limita a una volta al mese.

I rischi legati a una dieta eccessivamente ricca di alimenti elaborati e ipercalorici

Questi dati evidenziano come i rapidi cambiamenti socioeconomici e demografici abbiano modificato profondamente le abitudini alimentari delle persone, influendo in modo significativo sulla salute dei cittadini. Sebbene il fast food venga spesso scelto per la sua comodità, è cruciale considerare i rischi legati a una dieta eccessivamente ricca di alimenti elaborati e ipercalorici, noti comunemente come “cibo spazzatura”. Diventa quindi importante educare soprattutto i giovani ad uno stile di vita sano e a un approccio alimentare bilanciato, perché un’alimentazione poco bilanciata è nemica del benessere e in particolare dell’equilibrio della flora intestinale.

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“È ormai un’evidenza scientifica che il trait d’union tra la predisposizione ad ammalarsi di una certa malattia e la manifestazione clinica di essa, sia rappresentato molto spesso dal microbiota intestinale, cioè da quei trilioni di microorganismi (in maggioranza batteri) che dovrebbero sempre vivere in simbiosi con il nostro organismo ma che, per errata alimentazione, variazioni climatiche, tossine emozionali, diventano potenziali nemici, esponendoci anziché proteggerci dalle malattie. Ed allora per armonizzare il nostro Superorganismo, sintesi di cellule umane e di microorganismi, è sicuramente auspicabile una sana alimentazione mai disgiunta da una integrazione nutraceutica di qualità e di comprovata valenza scientifica”, dichiara il Prof. Luigi Coppola, docente di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata presso l’Università degli Studi del Sannio.

Come smettere di mangiare cibo spazzatura

Alcune linee guida possono favorire uno stile di vita rispettoso dell’Uomo nella sua individualità e nella sua armonia mente-corpo, in equilibrio con l’ambiente e la Natura.

Eating Healthy Day: perché 3 giovani su 10 mangiano junk food almeno 1 volta a settimana (e come smettere)

Ecco quindi le regole del “lifestyle” secondo la Nutraceutica Fisiologica di Guna, azienda farmaceutica specializzata in farmaci low dose e integratori alimentari:

  • Scegliere prodotti naturali: privilegiare i cibi a km 0 rispetto a quelli trattati o ultra processati, per mantenere l’intestino in buona salute;
  • Sostenere la flora intestinale: adottare una dieta sana per proteggere l’intestino e l’organismo. In caso di necessità, l’uso di integratori probiotici può aiutare a riequilibrare la flora batterica;
  • Limitare sale, zuccheri e grassi raffinati: evitare cibi industriali ricchi di sale (la dose giornaliera raccomandata è non più di 5 g), zuccheri semplici, grassi saturi e grassi idrogenati. Consumare invece grassi sani come Omega-3 (presenti in pesce, semi oleosi e olio extravergine d’oliva) e ridurre al minimo bevande gassate e alcoliche, che sono ricche di zucchero;
  • Idratazione quotidiana: bere giornalmente almeno 30 ml d’acqua per kg di peso corporeo;
  • Favorire la depurazione naturale: supportare i processi fisiologici di depurazione dell’organismo;
  • Evitare ingredienti nocivi: limitare il consumo di cibi ad alto contenuto di glutine, glutammato monosodico (additivo utilizzato per la preparazione di dadi e preparati granulari per brodo), zuccheri semplici (glucosio e saccarosio), sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, dolcificanti artificiali, cibi fritti e ogni tipo di cibo pre-trattato e manipolato;
  • Optare per alimenti nutrienti: preferire verdure a foglia verde (come cavoli, spinaci e cicoria), frutta intera (evitare succhi di frutta zuccherati o da estrattori), olio extravergine di oliva spremuto a freddo, acqua naturale, tè verde (se non controindicato), frutti rossi, nocciole crude e cibi ricchi in Omega-3 (come sgombro, alici, sardine, salmone, semi di lino, etc.).

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