Il tonno in scatola è da sempre presente nella dieta di molti sportivi per i suoi valori nutrizionali (è un mix perfetto di carboidrati e proteine) che lo rendono perfetto come condimento per la pasta e nelle insalatone. E da quando è iniziata l’emergenza Covid-19 pare essere entrato sempre più nella lista della spesa di tutti gli italiani: secondo gli ultimi dati Iri, infatti, nel periodo dall’inizio della pandemia allo scorso giugno il tonno in scatola ha visto una crescita nei consumi di ben il 33,6% e tutto fa pensare che il trend aumenterà da qui alla fine del 2020. Da oggi, poi, c’è anche un motivo in più per mettere nel carrello non solo il tonno in scatola al naturale (ritenuto a ragione la versione “light”), ma anche quello all’olio d’oliva. Uno studio promosso dalla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (Ssica) di Parma per conto di Ancit (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) ha infatti evidenziato che l’olio della scatola di tonno conserva un ottimo profilo nutrizionale.
La ricerca e i risultati
I ricercatori del Ssica hanno preso in esame l’olio d’oliva presente in scatole di tonno da 80 g di diverse marche, che sono stati conservate a 3 diverse temperature (rispettivamente 4°C, 20°C e 37°C) per analizzarne le eventuali trasformazioni nell’arco di un periodo di 13 mesi. Durante questo periodo sono stati effettuati regolari test per determinare ossidazione e profilo acido dei grassi dell’olio d’oliva, oltre che analisi sensoriali e organolettiche per valutarne colore, sapore e aroma. Al termine dello studio non sono state registrate alterazioni del liquido dal punto di vista organolettico e nutrizionale. Fattore ulteriormente positivo, le analisi hanno rilevato che per il contatto con il tonno l’olio d’oliva della scatoletta conteneva anche DHA (un acido grasso polinsaturo della serie Omega-3, quindi sano) e vitamina D, sostanze benefiche naturalmente non presenti nello stesso olio d’oliva.
Il commento del nutrizionista
“Non degradato e non alterato, l’olio della scatola di tonno può quindi essere considerato un alimento vero e proprio”, osserva il professor Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista, docente di Allergie e intolleranze alimentari all’Università Campus Biomedico di Roma. “Come l’acqua in cui vengono bollite le verdure contiene i sali minerali perduti dagli stessi vegetali durante la cottura, così l’olio della scatoletta finisce per contenere parte dei principi nutritivi del tonno. In particolare, va sottolineata la presenza di vitamina D, vista la carenza diffusa nella popolazione italiana. E va anche sfatata la credenza che eliminarlo porta a un risparmio calorico, perché in molte preparazioni che hanno il tonno in scatola tra gli ingredienti si finisce poi comunque per aggiungere altre olio d’oliva”.
Come usarlo in cucina
Certificato dalle analisi e sdoganato dai nutrizionisti, l’olio d’oliva delle scatolette di tonno non è quindi da buttare, ma invece da utilizzare in cucina come condimento o come ingrediente anche in un’ottica di lotta agli sprechi alimentari. Ecco alcune idee suggerite dalla stessa Ancit con la consulenza del blogger Paolo Pedemonte:
1. Utilizzare l’olio d’oliva della scatoletta per preparare il soffritto della pasta al tonno, da fare in bianco o con il pomodoro, meglio ancora se con qualche foglia di basilico.
2. Usarlo per condire una bruschetta con tonno (quello della scatoletta, ovviamente), caprino e acciughe.
3. Marinarci i gamberi, da fare in forno o da consumare a crudo con limone, prezzemolo e basilico.
4. Sfruttarlo nella preparazione di una crema con burrata e pomodorini, da spalmare poi su pane carasau.
5. Usarlo per condire una focaccia con tonno, cipolla e zucchine.
Cliccate qui per trovare le suddette ricette spiegate in dettaglio.
Credits immagine: Ancit.
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