Mangiare meno cibi calorici fa bene alla salute? Sì, ma a una condizione

Non basta mangiare cibi ipocalorici per dimagrire: bisogna farlo nelle giuste condizioni, per rendere efficace il beneficio degli ingredienti. Lo spiega uno studio scientifico, che dà suggerimenti su come procedere con un programma di dimagrimento equilibrato.

mangiare meno cibi calorici

Mangiare meno cibi calorici fa bene alla salute perché abbassa il rischio di contrarre alcune patologie. Questi benefici, però, sono strettamente legati alla temperatura corporea.
Ridurre l’apporto calorico giornaliero è un passo importante che richiede tanta forza di volontà e, soprattutto, un bravo dietologo in grado di seguirci in questo percorso.
Assumere meno calorie rispetto al proprio fabbisogno può aiutare non solo a favorire il processo di dimagrimento, ma anche a prevenire una serie di patologie quali il cancro, l’Alzheimer, il diabete e l’infarto: tutte condizioni che, se si evitano, permettono chiaramente di vivere più a lungo.
Ma questi benefici derivanti dalle diete ipocaloriche, come spiega uno studio pubblicato su Science Signaling, si osservano con maggiori probabilità quando la temperatura corporea rimane equilibrata.
Andiamo a vedere che cosa significa: continua a leggere qui sotto.

Perché mangiare meno cibi calorici fa bene alla salute

I professori Scripps Bruno Conti e Gary Siuzdak, i principali autori della ricerca, sono partiti da un presupposto fondamentale. Quando i mammiferi consumano meno cibo, la loro temperatura corporea diminuisce. Questo perché, per ragioni evolutive, il nostro organismo applica un meccanismo di difesa per aiutarci a risparmiare energia fino a quando il cibo non sarà nuovamente a disposizione. Circa la metà degli alimenti che mangiamo, infatti, viene trasformata in energia utile esclusivamente a mantenere equilibrata la temperatura interna.10-ricette-inaspettate-per-dimagrire-dopo-i-50-anni
Ricerche passate, inoltre, hanno dimostrato che quando la temperatura corporea rimane troppo bassa si annullano, del tutto o in parte, gli effetti positivi della restrizione calorica. Dunque potrebbe essere anche per questo che, in alcune persone, certe diete sembrano non funzionare. Per approfondire la questione, Conti e Siuzdak hanno condotto uno studio (effettuato sui topi) mirato a valutare gli effetti della riduzione dei nutrienti e quelli della temperatura corporea.

Il ruolo fondamentale della temperatura corporea

Gli esperti hanno analizzato due gruppi di topi da laboratorio nutriti con una vera e propria dieta ipocalorica: il primo gruppo viveva a una temperatura di 22°, mentre il secondo gruppo in un contesto più caldo (30°). E l’ambiente più caldo, come si legge sul paper della ricerca, ha provocato la cosiddetta “termoneutralità”, una condizione in grado di regolare e tenere costante la temperatura corporea della maggior parte degli animali. Usando una tecnologia chiamata “activity metabolomics”, i due studiosi hanno analizzato i metaboliti e le altre sostanze chimiche prodotte dal metabolismo dei roditori, in modo tale da capire se le molecole presenti nel loro sangue o nel loro cervello fossero state modificate dalla riduzione della calorie e/o dalla temperatura corporea.

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Perché questo studio può rivelarsi importante

Secondo i dati raccolti, la temperatura corporea (influenzata dalla temperatura esterna) ha avuto un effetto sul metabolismo uguale o maggiore rispetto a quello della restrizione calorica. E attraverso un’analisi informatica dei risultati, gli scienziati hanno capito quali fossero i metaboliti maggiormente responsabili dell’innesco di cambiamenti in termini di temperatura corporea. Questo è molto importante perché, grazie allo studio, potrebbero nascere dei farmaci (basati su questi metaboliti) in grado di influenzare la temperatura corporea.
Così facendo, i benefici sulla salute (meno rischio di Alzheimer, cancro, diabete, malattie cardiache) delle diete ipocaloriche dovrebbero risultare più evidenti. Inoltre, come abbiamo spiegato qui, assumere (chiaramente in modo non drastico) meno calorie rispetto al nostro fabbisogno giornaliero è un buon modo per contrastare l’invecchiamento cellulare e ridurre i processi infiammatori nel nostro organismo.Colore del cibo e nutrienti: ecco come funziona la grelina, l'ormone della fame

Dieta ipocalorica: cos’è?

Sempre più persone scelgono di seguire una dieta ipocalorica, ossia un regime alimentare che prevede un apporto calorico inferiore a quello generalmente richiesto dall’organismo. Prima di adottarla, però, è indispensabile parlarne con un dietologo o un dietista: non bisogna mai agire di testa propria. Le diete ipocaloriche (ne esistono tantissime) sono consigliate ai soggetti in sovrappeso o che tendono a ingrassare più facilmente. Oppure vengono intraprese da coloro che, attraverso l’esercizio fisico, vogliono bruciare più calorie rispetto a quelle che assumono (deficit calorico) per dimagrire e aumentare la propria definizione muscolare. Va specificato che questo regime alimentare andrebbe adottato per un periodo di tempo definito: trascinarlo troppo lungo potrebbe comportare un notevole stress fisico e psicologico.
Photo by Jill Wellington / Pexels

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