L’allarme Coronavirus sta ponendo la questione dell’uso dell’aria condizionata sul luogo di lavoro, che potrebbero essere veicoli di diffusione del contagio; nel frattempo la scienza va avanti e scopre una vernice che raffredda gli edifici: potrebbe sostituire l’uso dei condizionatori?
Il nuovo rivestimento è stato sviluppato alla Columbia University di New York: è costituito da uno strato superiore di vernice commerciale, di qualsiasi colore, e uno strato inferiore realizzato con un polimero simile al Teflon, che riflette la luce infrarossa. E che potrebbe anche generare energia elettrica immagazzinando la luce riflessa.
La vernice che raffredda gli edifici potrebbe sostituire l’uso dei condizionatori?
L’idea prodotta dall’ateneo americano (pubblicata su Science Advances) si basa su un principio fisico: la luce solare contiene sia la luce visibile che quella infrarossa, ma sono i raggi infrarossi quelli che contengono la maggior parte dell’energia solare.
Così, quando il sole splende in estate e scalda un oggetto (la carrozzeria di un’auto, il muro di un palazzo) rivestito con questa vernice, lo strato superiore assorbe determinate lunghezze d’onda della luce (a seconda del colore della vernice), mentre lo strato inferiore riflette totalmente la luce infrarossa, impedendo all’oggetto di riscaldarsi.
Questa caratteristica potrebbe aiutare a mantenere edifici e veicoli freschi nei mesi più caldi, evitando l’uso dei condizionatori e dell’aria condizionata, che è anche poco salubre per il nostro organismo.
Come funziona la vernice che evita l’uso dell’aria condizionata
Una novità (già altri filoni di ricerca hanno individuato sostanze in grado di assorbire l’infrarosso) è che questa vernice a due strati riesce a mantenere il suo colore, mentre le altre sono efficaci solo con il bianco. I risultati dei test sono impressionanti: un rivestimento di colore nero di questo tipo di vernice rande un ambiente più fresco di 16° rispetto a una vernice nera normale. E il nuovo rivestimento è in grado di mantenere il suo colore nonostante fosse stato messo in un forno a 60 ° C per 30 giorni.
Oltre a diventare uno strumento utile a contenere lo sviluppo di nuovi focolai, questa soluzione potrebbe contribuire a ridurre l’energia utilizzata per far funzionare i condizionatori d’aria, in costante crescita da anni, e di conseguenza le emissioni di anidride carbonica.
Inoltre il team americano sta lavorando a un passo successivo della ricerca, provando ad aggiungere più funzionalità al rivestimento, ad esempio per consentire all’energia prodotta dalla luce infrarossa riflessa di essere raccolta per generare elettricità.
(foto pippocucu pixabay)
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