È pomeriggio e ci sono ancora diverse ore di sole. Prendo la bici e decido di fare il mio solito giro tranquillo: un po’ di salita, qualche strappetto, ma niente di che. Se poi conosci la strada, avendola fatta un sacco di volte, sai che poi ci sono dei falsopiani dove recuperare, ammirando il panorama. Stranamente, nei tratti più impegnativi, sento un dolorino, anzi un disturbo, come una pressione sul petto. Mai successo, forse mi devo scaldare e “rompere il fiato”. Nei tratti più facili il dolorino sparisce, ma quando la strada sale, ritorna. Strano, so che non sono molto allenato, ma questa è una salita tranquilla che conosco benissimo, ho fatto percorsi ben più impegnativi.
So che arriverò in uno slargo dove di solito sostano delle ambulanze, comincio a chiedermi se è il caso di farmi controllare, ma non sarà una precauzione esagerata? Per un dolorino che va e viene…
Il rischio coronarico nell’attività sportiva
Arrivo in vista dell’ambulanza, a sinistra continua la salita. Sono indeciso: continuo a pedalare e “rompo il fiato” o mi faccio vedere? Rimango un po’ sospeso, incerto sul da farsi e poi decido di farmi vedere. “Scusate, sento un dolorino che va e viene… voi avrete ben altro da fare…” I ragazzi dell’ambulanza sono gentilissimi, mettono la bici al sicuro e cominciano a controllare battito, pressione … tutto bene “Allora posso andare?” “No, è meglio fare un elettrocardiogramma…”.
La faccio breve, in meno di mezz’ora sono in sala operatoria, mi hanno tagliato il completo da bici per fare prima e infilato nelle arterie una lunga sonda collegata ad un monitor con la quale sono andati a posizionare due stent per “allargare” due arterie ostruite vicino al cuore. In pratica era l’inizio di un infarto dall’esito incerto, forse mi hanno salvata la vita. Dopo qualche giorno in ospedale, imbottito di farmaci, la gentile dottoressa mi dice che posso tornare a casa. Le chiedo “Mi piace la bici e lo sport, adesso cosa potrò fare?” “Con calma potrà riprendere a fare quello che faceva prima”. L’avrei baciata.
Rischio coronarico e angioplastica coronarica: cosa fare?
L’angioplastica coronarica è la procedura cardiologica mirata a eliminare i restringimenti e le ostruzioni presenti lungo le arterie coronarie del cuore. Si calcola che ogni anno oltre 150 mila italiani subiscono un intervento di angioplastica, cioè il posizionamento all’interno dell’arteria coronarica di uno stent, una sorta di ”mollettina” di acciaio chirurgico rivestita di farmaci, utili a tenere aperta l’arteria coronaria. Abbiamo chiesto al dottor Daniele Camisa, da 30 anni medico specializzato in Pronto Soccorso, di spiegarci a quali sintomi prestare attenzione e cosa fare in questi casi.
“Il dolore toracico è un sintomo che richiede attenzione sempre, più che disturbi in altre sedi corporee. L’ostruzione delle arterie coronarie può dare segno di sé con vero dolore o con sintomi più sfumati, come una sensazione di oppressione al petto, anche non propriamente dolorosa. Può manifestarsi in modo riproducibile sotto sforzo, e poi regredire, come nel caso descritto, o anche a riposo e persistere. E’ preoccupante soprattutto se si manifesta come dolore esteso, non localizzato in un punto definito, se si accompagna a sudorazione profusa e “fredda”, a nausea o vomito, se il dolore si “irradia” ad altre sedi, in particolare il braccio sinistro, ma anche il destro, al collo, alla mandibola.Distinguere tra un dolore toracico innocuo e le avvisaglie di una catastrofe incombente non è elementare: può richiedere un elettrocardiogramma, esami del sangue, osservazione e ripetizione di questi esami dopo alcune ore. Questo può essere fatto solo in Pronto Soccorso.A rischio di causare inutili allarmi, il messaggio non può essere altro che richiedere assistenza sanitaria immediata, allertando il Numero Unico di Emergenza 112/118 in caso di dolore con queste caratteristiche.”
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