In Salento, a Trieste, in Gallura, a Lignano e un po’ ovunque lungo le coste italiane è allarme per una vera e propria invasione di meduse. Una presenza dell’animale planctonico segnalata di molto superiore rispetto a quella che dovrebbe essere la normalità nel periodo estivo e che ha portato alcune località a interdire la balneazione, in particolare per la presenza abnorme di Pelagia noctiluca, la cosiddetta medusa luminosa.
Invasione di meduse: le cause
Benché il numero e la presenza di meduse sia difficilmente quantificabile in modo oggettivo, anche gli esperti come i biologi marini e l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) confermano una presenza superiore al passato. Le cause di questa invasione di meduse sono diverse e sistemiche: l’aumento della temperatura dell’acqua, che ne favorisce la proliferazione, le correnti marine che sempre hanno spinto le meduse vicino ai nostri lidi e oggi paiono essere più frequenti che nel passato, e anche la riduzione dei pesci causata dalla pesca intensiva, che ha alterato l’equilibrio tra le specie viventi nelle acque dei mari, Mediterraneo compreso. E nel nostro mare, per tutti questi motivi, hanno fatto ingresso anche molte specie aliene di meduse, un altro fattore di alterazione dell’ecosistema marino e dei suoi equilibri.
Meduse in acqua: cosa fare?
Per la presenza di meduse in acqua c’è poco da fare: sono infatti una specie protetta e che quindi non è possibile eliminare. I bagnini possono al massimo eliminare quelle spiaggiate e morte ma nulla possono fare per eliminare il rischio per i bagnanti di venire in contatto con le meduse in acqua.
Serve quindi molta cautela, perché il contatto con i tentacoli delle meduse è urticante e fastidioso, come sa praticamente chiunque.
Bisogna infatti chiarire che le meduse non mordono né pungono, quindi non hanno un comportamento coscientemente aggressivo: semplicemente al contatto con i loro tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle che è sì fastidiosa ma nella stragrande maggioranza dei casi, e salvo intolleranze specifiche, non è pericolosa.
Nel caso di contatto con una medusa si percepisce immediatamente un bruciore topico associato a dolore, con conseguente irritazione della pelle che arrossisce e si gonfia. Questo fenomeno di irritazione intensa dura circa una decina di minuti, poi comincia a ridursi e viene sostituito da un intenso prurito.
La prima cosa da fare è mantenere la calma, soprattutto se ci si trova a distanza dalla riva e dalla spiaggia. Sciacquare la pelle con acqua di mare può aiutare a diluire un po’ il liquido urticante e lenire un po’ la sensazione di bruciore e dolore. Per ridurre dolore e bruciore ed evitare l’entrata in circolo delle tossine serve una pomata specifica, un gel astringente al cloruro di alluminio che si acquista in farmacia come farmaco da banco e sarebbe bene avere sempre con sé come si hanno i prodotti per le punture di zanzare.
Altri “rimedi della nonna” come aceto, limone, alcol, ammoniaca, o il contatto con lame di coltello o strofinarsi con la sabbia sono non solo inutili ma potrebbero anche peggiorare la reazione allergica. Con l’applicazione del gel specifico i sintomi dovrebbero scomparire nell’arco di pochi minuti, mentre la zona interessata potrebbe rimanere ipersensibile per alcune settimane, durante le quali sarebbe meglio proteggerla dalla luce diretta del sole, per esempio con una crema solare ad alto fattore di protezione.
Contatto con le meduse: quando preoccuparsi
In rarissimi casi il contatto con le meduse può provocare reazioni anafilattiche come difficoltà respiratoria, senso di confusione o smarrimento, pallore o svenimento: in questi casi potrebbe trattarsi di una reazione allergica severa ed è necessario contattare il 118 e richiedere l’intervento di un medico.
LEGGI ANCHE: Come comportarsi in caso di “puntura” di medusa
©RIPRODUZIONE RISERVATA