Una corsa a piedi. Una sgambata in bicicletta. Un bel trekking in montagna. Tutte cose che ci piace molto fare, che ci fanno stare bene e ci danno soddisfazione. Ma anche attività che possono mettere a dura prova le nostre articolazioni. Ora, se una buona dose di attività fisica è un’assicurazione a favore del nostro benessere, lo è altrettanto il giusto riposo. E per buon riposo non si intende solo la qualità del sonno (che potete misurare anche grazie a uno dei tanti braccialetti per il fitness ora in commercio), ma anche il riposo delle articolazioni, in particolare della colonna vertebrale.
Cuscino e materasso, come sceglierli per riposare davvero
Abbiamo chiesto al dottor Feliciantonio Di Domenica, ortopedico, Direttore di Riabilitazione Motoria al CAM di Monza, Medico Federale F.I.R. (Federazione Italiana Rugby) e contributor del portale www.lemiearticolazioni.it, i consigli per un corretto riposo e scarico delle nostre articolazioni in base alla posizione che assumiamo durante il sonno.
La scelta del cuscino deve essere condizionata dal nostro modo abituale di dormire. Per sintetizzare:
- chi dorme supino scelga un cuscino a forma cilindrica (alla “francese”);
- chi dorme prono usi un cuscino molto basso oppure ne faccia a meno;
- chi dorme su un fianco scelga un cuscino che abbia uno spessore pari allo spazio esistente tra la spalla e il collo.
Per tutti e tre i casi, attualmente sono reperibili in commercio ottimi cuscini in lattice con una consistenza che impedisce la deformazione dello stesso e di conseguenza una postura scorretta.
Per quanto riguarda il materasso, se nel passato il consiglio era quello di dormire sul duro e di utilizzarne uno in lana, oggi è chiaro che non sempre dormire sul duro va bene, soprattutto per chi ha problemi artritici. Il consiglio migliore è che si scelga un ottimo materasso in lattice o lana, ma che abbia una consistenza duro-elastica capace di adattarsi alle curve fisiologiche della colonna vertebrale.
> Iscriviti alla nostra newsletter compilando il form qui sotto!
Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
©RIPRODUZIONE RISERVATA