Esiste un nuovo metodo per il calcolo della massa corporea, ed è più preciso del vecchio BMI. Il Body Mass Index con cui finora abbiamo misurato questo dato per capire se siamo o meno in sovrappeso può andare in pensione. È stato un gruppo di ricercatori della clinica Mayo, in Usa a ideare un sistema più efficiente, che si chiama BVI (Body Volume Indicator) e si basa sul concetto di volume addominale.
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Il vecchio BMI e i suoi limiti
Con indice di massa corporea si intende un indice dato dal rapporto tra il peso e l’altezza (al quadrato) di un individuo. È un calcolo ‘inventato’ dal belga Adolphe Quetelet a metà dell’Ottocento e definisce il peso forma delle persone, classificandolo attraverso una tabella che prevede un range che va dalla magrezza più pronunciata (chi ha un BMI inferiore a 16) e l’obesità di tipo III (BMI superiore a 40). In genere una persona con il giusto peso ha un BMI compreso tra 18,5 e 24,9.
Questo indice biometrico è un elemento chiave delle recenti ricerche scientifiche ma ha il problema di non riuscire a definire con precisione lo stato di forma delle persone. Il nodo sta nel fatto che non riesce a comprendere alcuni parametri morfologici e che non permette di distinguere tra massa magra e massa grassa, elemento fondamentale nel definire l’obesità e il sovrappeso, tanto che alcuni atleti dalla massa muscolare sviluppata potrebbero rientrare nella categoria delle sperone sovrappeso. Il problema è che persone di età, genere o tenie diverse hanno forme del corpo diverse e diversa distribuzione del peso, così la scienza si è accorta che il BMI non può più venire considerato affidabile come indicatore globale per i rischi individuali.
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Una app per la misura manuale
Alla Mayo, un’organizzazione no-profit che si occupa di ricerca medica, si è quindi giunti a codificare il nuovo metodo del BVI, che risulta più preciso e si propone come un innovativo strumento diagnostico. Il punto di partenza è il volume, il concetto chiave è la distribuzione del peso lungo il corpo, dato considerato migliore come indicatore rispetto al peso totale o alla percentuale totale di grasso di una persona. La formula mette in relazione il volume addominale con il volume corporeo del soggetto e presuppone il reperimento di alcuni dati non immediati.
Si tratta di volumi sono calcolabili solo con complessi algoritmi sviluppati dopo oltre 400mila scansioni addominali in 3 D compiute con risonanza magnetica. Ora però la Mayo ha messo a frutto questo lavoro e lo ha tradotto in una applicazione chiamata BVI Pro (per ora solo per iPad) che usa una tecnologia di imaging23D per poter misurare velocemente il proprio stato corporeo. Il Body Volume Indicator esprime un valore in relazione al girovita, che dunque da caratteristica estetica diventa indicatore di salute. Ne consegue che 10 persone con una differente distribuzione del peso avranno magari lo stesso BMI ma un BVI diverso.
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Grasso e business
La ricerca sul BVI è iniziata nel 2000 e solo dal Primo maggio 2017 il BVI è stato lanciato come ‘indicatore’, con la prospettiva di trasformarsi i ‘indice’ una volta che saranno stati accumulati e processati abbastanza dati su larga scala per il salto di qualità nel suo utilizzo. Sappiamo bene come una vita sedentaria e il conseguente grasso addominale accumulato aumentino il rischio di malattie cardiache. Il cosiddetto grasso viscerale, il tipo di grasso più pericoloso, può provocare il malfunzionamento degli organi interni, compromettendoli e aumentando i rischi cardiovascolari.
Il nuovo indice può anche esser uno stimolo a automisurarsi e agire di conseguenza cercando di seguire uno stile di vita più dinamico e outdoor, ingredienti chiave di una vita più sana.
Dietro il BVI esiste anche un business: sulla scia della ricerca è nata la BVI America LLC, società che oltre a distribuire la app si occupa di fornire servizi medici.
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