A partire da una certa età, diciamo dai 40 anni in avanti, è auspicabile cominciare a tenere sotto controllo il nostro stato di salute generale, perché uno dei principali problemi possono essere le cardiopatie coronariche. E’ dimostrato che le persone che non hanno un’adeguata preparazione fisica o, peggio ancora, soffrono di patologie cardiache non diagnosticate, in caso di eccessivo sforzo fisico possono andare incontro a problemi non semplici per la loro salute.
Attività fisiche e stili di vita dello sportivo sedentario
L’ansia di essere in forma a tutti i costi porta alcuni soggetti a sovraccaricarsi di esercizio fisico, andando oltre le proprie capacità, il tutto ottenendo risultati esattamente contrari e soprattutto nocivi alla salute, in particolare se fino a quel momento lo stile di vita è stato sedentario. Fare sport senza averlo praticato da lungo tempo può essere molto pericoloso.
Per evitare rischi del genere è fondamentale un controllo prima di iniziare a svolgere un’attività sportiva. Un controllo che devono fare tutti, indipendentemente dai singoli fattori di rischio.Un controllo attento passa anche dai precedenti a livello familiare, indagando se in famiglia qualcuno ha sofferto di problemi cardiovascolari, così come se ci si stanca in maniera sproporzionata durante l’attività fisica.
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Check up e ‘leggere’ segnali che il nostro corpo ci dà
A partire dai 40 anni, ma anche prima, il principale rischio sono le cardiopatie coronariche e per queste è fondamentale il controllo dei fattori di rischio. In base a questo check up il medico informerà delle eventuali problematiche, indicando quale attività fisica sia più appropriata al soggetto, anche stabilendo eventuali volumi e intensità della stessa.
Oltre al supporto medico, è fondamentale anche comprendere i segnali che il nostro corpo ci lancia e quindi “allertarsi” in caso di palpitazioni eccessive, dolore al petto, capogiri fino alla perdita di coscienza durante uno sforzo fisico. Le conseguenze, che a volte possono essere molto gravi, possono anche portare a modifiche nella riposta cardiovascolare fisiologica e patologica del cuore. Infine, esiste un’ultima regola che si somma a tutte queste, quella del buon senso.
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