Le evidenze scientifiche lo confermano ormai da qualche tempo: perdere peso, non solo per chi è in sovrappeso o soffre di obesità, è un modo per vedere tornare nella norma anche la pressione arteriosa. Ecco perché quando si soffre di ipertensione, il primo passo è quello di mettersi a dieta. In ogni caso alcuni alimenti sono particolarmente consigliati, più di altri, perché riescono a indurre una flessione nei valori della pressione, sia massima sia minima.
Ipertensione, i 3 principi per abbassare la pressione
I pilastri di una dieta anti ipertensiva sono tre, eccoli.
1. Meno sodio, più sali di potassio: frutta e verdura
Il sodio contenuto nel sale da cucina favorisce il rialzo pressorio: le linee guida dell’organizzazione mondiale della Sanità (OMS) consigliano di non consumarne più di 5 g al giorno. Nel mondo occidentale, però, se ne consumano quasi 10 g ogni giorno poiché il sodio è largamente presente in moltissimi prodotti che normalmente si acquistano e si mangiano già “belli e pronti”.
Oltre a ridurre il sale è importante aumentare il consumo di sali di potassio, che favoriscono l’eliminazione del sodio e la strategia migliore per farlo è aumentare il consumo di frutta e verdura. Gli alimenti migliori sotto questo punto di vista sono pomodori, carote, peperoni, zucche e di tutti gli ortaggi colorati, perché ricchi di antiossidanti che limitano il danno dei radicali liberi alle cellule. Dei benefici dei mirtilli abbiamo già parlato ampiamente.
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2. Acidi grassi non saturi e antiossidanti: pesce e frutta secca
Bisogna consumare soprattutto quello ricco di acidi grassi omega-3 come tonno, salmone, anguilla, sardine e trota salmonata: queste sostanze svolgono una vera e propria attività anti ipertensiva e tengono sotto controllo anche lo sviluppo delle malattie cardiovascolari. Per il contenuto in acidi grassi non saturi e antiossidanti possono vantare un effetto benefico anche le noci: qualche gheriglio al giorno è di sicura efficacia.
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3. Peptidi: latte e legumi
Chi soffre di ipertensione dovrebbe consumare regolarmente latte e derivati (meglio preferire il latte parzialmente scremato, per il contenuto calorico più basso) perché contengono peptidi bioattivi, con un’azione simile a quella di alcuni farmaci per l’ipertensione (i cosiddetti ACE inibitori). Anche il consumo regolare di legumi non va tralasciato: sono ricchi di acidi grassi polinsaturi e di un idrolisato proteico, in grado di riparare i tessuti danneggiati dalla pressione alta.
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