Bambini nel lettone con i genitori: ecco cosa succede

Bambini nel lettone con i genitori: ecco cosa succede

Far dormire i bambini nel lettone con i genitori, noto come co-sleeping o bed-sharing, è una pratica che divide molti genitori. C’è chi la considera una tattica di sopravvivenza per riuscire a riposare un po’ e chi invece dice mai e poi mai, pensando così di preservare un po’ di intimità e contemporaneamente abituare il bambino a dormire da solo. Poi ci sono le autorità sanitarie, che mettono in guardia sui potenziali rischi oggettivi, come la Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante (SIDS). Ora uno studio scientifico offre un’importante rassicurazione a un dubbio che coglie molti neogenitori.

Bambini nel lettone con i genitori e sviluppo psicologico

La pratica del co-sleeping è comune in molte culture ed è spesso vista come un modo per rafforzare il legame tra genitori e figli. Tuttavia, è stata a lungo oggetto di dibattito. Alcuni esperti temevano che potesse influenzare negativamente il comportamento e lo sviluppo psicologico dei bambini.

Uno studio condotto dall’Università dell’Essex ha monitorato circa 17.000 bambini nel Regno Unito per un periodo di 11 anni. I risultati dello studio Associations between bed-sharing in infancy and childhood internalizing and externalizing symptoms, pubblicati su Attachment & Human Development, hanno mostrato che non ci sono correlazioni tra il bed-sharing e problemi emotivi o comportamentali come ansia, depressione, iperattività o aggressività. I bambini che dormivano con i genitori si sono rivelati altrettanto felici e in salute quanto quelli che dormivano in letti separati.

Ayten Bilgin, la responsabile dello studio, ha dichiarato: “I genitori possono stare tranquilli: la condivisione del letto, se fatta in modo sicuro, non ha impatti negativi sullo sviluppo emotivo e comportamentale”. Questa ricerca è particolarmente rilevante perché molte famiglie scelgono il co-sleeping per motivi pratici, come l’allattamento notturno o la gestione del sonno dei neonati, ed è rassicurante sapere che non vi sono conseguenze psicologiche a lungo termine.

SIDS: un pericolo da non trascurare

Mentre lo studio sul bed-sharing è positivo per lo sviluppo psicologico, è essenziale ricordare che la SIDS rappresenta ancora un grave rischio per i neonati. La Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante colpisce bambini di età inferiore ai sei mesi e avviene di solito durante il sonno. I principali fattori di rischio includono dormire su superfici morbide, l’uso di cuscini e coperte pesanti, e il dormire con i genitori su letti non adeguati.

Bambini nel lettone con i genitori: ecco cosa succede

Uno studio recente ha fatto luce su una possibile causa della SIDS, collegando la sindrome a convulsioni non rilevate che si verificano durante il sonno. Il team di ricerca della New York University ha esaminato oltre 300 casi di morte improvvisa inspiegabile nei bambini, scoprendo che alcuni di questi erano causati da crisi epilettiche di brevissima durata. Sebbene questa scoperta rappresenti un importante passo avanti nella comprensione della SIDS, gli esperti sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio il fenomeno.

Altri studi hanno evidenziato un possibile collegamento tra bassi livelli di butirrilcolinesterasi (BChE), un enzima coinvolto nei meccanismi del risveglio, e la SIDS. L’insufficienza di questo enzima potrebbe impedire ai bambini di svegliarsi in risposta a situazioni pericolose, come difficoltà respiratorie durante il sonno.

Come praticare il co-sleeping in sicurezza

Se i genitori scelgono di condividere il letto con i propri bambini, è importante seguire alcuni consigli di sicurezza per ridurre i rischi associati al bed-sharing. Ecco alcune raccomandazioni utili:

  1. Usare una culla vicina al letto: Una soluzione sicura per i primi mesi è utilizzare una culla affiancata al letto dei genitori, che consente al bambino di stare vicino senza condividere direttamente il materasso.
  2. Evitare cuscini e coperte pesanti: Oggetti morbidi nel letto possono rappresentare un pericolo di soffocamento. Il bambino dovrebbe dormire su un materasso rigido senza cuscini o coperte spesse che possano coprirgli il volto.
  3. Non fumare né bere alcol: Il consumo di alcol o il fumo aumentano significativamente il rischio di incidenti durante il sonno. Se si praticano queste abitudini, il bed-sharing non è sicuro.
  4. Posizionare il bambino a pancia in su: Mettere il bambino a dormire sulla schiena riduce il rischio di SIDS. È una delle raccomandazioni chiave delle autorità sanitarie.
  5. Controllare la temperatura: La stanza non dovrebbe essere troppo calda, poiché il surriscaldamento è un fattore di rischio per la SIDS. La temperatura ideale dovrebbe essere compresa tra i 18°C e i 20°C.

Conclusione: Il co-sleeping può essere sicuro e non compromette lo sviluppo psicologico

In definitiva, il co-sleeping, se praticato in modo sicuro, non rappresenta un rischio per lo sviluppo emotivo e comportamentale dei bambini. Tuttavia, è importante essere consapevoli dei potenziali pericoli, come la SIDS, e prendere tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza dei più piccoli. In questo modo, i genitori possono godere dei benefici del bed-sharing senza preoccupazioni, sapendo di fare la scelta migliore per tutta la famiglia.

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