Dal nuovo rapporto Headway 2023 è emerso che l’eco-ansia, caratterizzata da una paura pervasiva del cambiamento climatico e delle sue conseguenze, è in grado di influire sulla salute mentale, in particolare tra i giovani. La nuova ricerca, presentata al Parlamento europeo da The European House – Ambrosetti, un Think Tank italiano, insieme ad Angelini Pharma, azienda farmaceutica internazionale parte del Gruppo Angelini Industries, ha dimostrato che sempre più cittadini in Europa soffrono di questa paura.
Eco-ansia: l’Italia sopra la media europea
In generale, in termini di prevalenza dei disturbi mentali, l’Italia si colloca al di sopra della media europea, con più di 1 cittadino su 5 che soffre di almeno un disturbo mentale. Tra i disturbi mentali più comuni vi sono l’ansia e la depressione. Tuttavia, solo 1 persona su 3 affetta da tali disturbi riceve un trattamento medico adeguato.
Per la prima volta da quando l’iniziativa è stata lanciata nel 2017, il rapporto “Headway – Mental Health Index 3.0” ha esaminato specificatamente l’eco-ansia come nuovo fattore chiave. Creato nell’ambito di un’iniziativa volta ad affrontare importanti questioni di salute mentale in tutta Europa, questo indice composito confronta la salute mentale tra i 27 Paesi dell’UE e il Regno Unito utilizzando 54 indicatori chiave di performance. Comprende tre macroaree: i determinanti della salute mentale, lo stato di salute mentale di una popolazione e la capacità dei sistemi sanitari nazionali di rispondere alle esigenze delle persone in termini di assistenza sanitaria, anche nei luoghi di lavoro, nell’ambiente scolastico e nella società in generale.
Più di 1/3 degli europei si sente esposto alle minacce del cambiamento climatico
Il rapporto mostra che, in media, più di un terzo degli europei (37%) si sente esposto a minacce legate al cambiamento climatico. Nei Paesi in cui i suoi effetti sono già tangibili a causa di eventi meteorologici estremi, come l’Italia, la Spagna e la Grecia – che fanno parte del cosiddetto hotspot mediterraneo, una delle regioni a più rapido riscaldamento del pianeta – l’impatto sulla salute mentale potrebbe essere ancora più forte. Il 64% della popolazione del Portogallo e il 63% di Malta si sente minacciato dai cambiamenti climatici, a causa dell’innalzamento del livello del mare e dagli incendi boschivi. In Italia a subire questa minaccia è il 43%.
Eco-ansia, un disturbo da stress pre-traumatico, e altre crisi parallele
La maggior parte delle forme di eco-ansia, definita come un disturbo da stress pre-traumatico, non sono cliniche ma possono contribuire e peggiorare condizioni di salute mentale preesistenti.
Oltre all’eco-ansia, il rapporto evidenzia una serie di crisi parallele che hanno un impatto sulla salute mentale delle persone. I conflitti geopolitici, le tensioni sociali e la crisi del costo della vita hanno influenzato la vita quotidiana di milioni di europei, con il 62% di essi che dichiara di essere colpito dall’attuale policrisi. In particolare, i giovani emergono come gruppo particolarmente vulnerabile. Secondo i risultati del Report Headway, circa il 20% dei bambini sperimenta problemi di salute mentale durante gli anni scolastici e uno su cinque riferisce infelicità e ansia per il futuro a causa della solitudine, del bullismo e delle difficoltà nei compiti scolastici. Inoltre, il 45% delle persone di età compresa tra i 16 e i 25 anni riferisce di ansia e disagio quotidiani associati all’eco-ansia.
Eco-ansia: la prevenzione parte dalle scuole
A questo proposito, i Paesi dell’UE divergono ampiamente nella capacità di organizzare programmi di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole. In particolare, lo psicologo scolastico è una figura consolidata in quasi tutta Europa, ad eccezione di Romania, Turchia e Italia, dove il 10% dell’abbandono scolastico dei giovani è dovuto a disturbi della salute mentale. Per quanto riguarda il lavoro, invece, in Italia il tasso di occupazione delle persone, di età compresa tra 25 e 64 anni, con grave disagio mentale è del 40%.
“Sebbene i disturbi della salute mentale possano colpire chiunque, indipendentemente dalla nazionalità, dal contesto socioeconomico, dal genere o dall’etnia, i giovani e le popolazioni più vulnerabili possono sperimentare livelli di disagio sproporzionati e necessitare di maggiori livelli di sostegno”, ha dichiarato Maria Walsh, membro del Parlamento europeo per la circoscrizione Midlands-Nord-Ovest. “Prevedere azioni politiche e interventi sanitari su misura che offrano un supporto completo per la salute mentale a causa delle sfide a cui sono sottoposte queste persone, alcune delle quali sono già presenti in alcuni Stati membri, potrebbe aiutare ad affrontare i disturbi della salute mentale nel momento in cui si presentano e a garantire un supporto e un trattamento appropriati”.
Le difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria mentale
Fornendo una panoramica della salute mentale in Europa, basata su un’ampia gamma di informazioni raccolte e analizzate, Headway – Mental Health Index è utile anche come barometro della capacità di ciascun Paese di produrre banche dati efficaci e comparabili. Headway, in questo senso, continua a evidenziare le differenze strutturali e i limiti tra i diversi database e i sistemi di assistenza sanitaria e sociale, e sottolineando la necessità di una maggiore comparabilità per comprendere meglio l’attuale stato di salute mentale della popolazione nei diversi Paesi europei e le modalità di risposta ai bisogni di salute mentale.
A guidare la classifica della percentuale di persone che hanno dichiarato che loro o i loro familiari hanno trovato difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria mentale è l’Irlanda con il 44% del totale mentre l’Italia è ultima con il 13%.
Nei vari Paesi europei, il livello di stigmatizzazione è molto eterogeneo. In Grecia e Romania, ad esempio, la stragrande maggioranza della popolazione ritiene che i pazienti affetti da salute mentale siano giudicati in modo diverso rispetto agli altri pazienti del proprio Paese (rispettivamente 86% e 85%). Al contrario, in Slovacchia (65%) e in Estonia (60%), questa percentuale è molto più bassa. In Italia è il 79% della popolazione.
A questo proposito, esistono differenze significative nel modo in cui i disagi di salute mentale vengono affrontati nei Paesi analizzati e il rapporto indica punteggi più o meno alti in base alla capacità di risposta all’interno dei luoghi di lavoro, delle scuole e della società in generale. Ai primi posti secondo le metriche utilizzate per il rapporto Headway ci sono Danimarca, Svezia e Finlandia, mentre Slovacchia, Grecia e Croazia tendono ad avere punteggi più bassi. È importante notare che una diminuzione del punteggio di un Paese non significa necessariamente che i suoi servizi di salute mentale siano peggiorati, ma potrebbe piuttosto indicare che altri Paesi sono migliorati relativamente più velocemente.
La distribuzione delle risorse economiche destinata ai servizi per la salute mentale varia notevolmente tra gli Stati dell’UE: Francia (13,9%), Germania (13,1%) e Svezia (10,0%) sono i principali investitori, superando in modo significativo la media degli altri Paesi europei che si attesa al 5,4%. Nella classifica, Italia è terzultima con il 3% di risorse allocate, prima di Estonia e Bulgaria.
Psicologi scolastici e psicologi di base
Il Parlamento italiano sta attualmente discutendo due importanti proposte di legge, una per l’istituzione di psicologi scolastici e l’altra per la cosiddetta “Psicologo di base”, che lavorerebbe in modo simile ai medici di base, ma con un focus sulla salute mentale. Nel 2023 il Ministero della Salute ha attivato un Tavolo Tecnico sulla Salute Mentale, il cui scopo è quello di individuare le aree di miglioramento in termini di prevenzione, trattamento e supporto.
“Nel corso di quest’ultimo anno, la popolazione europea ha affrontato la concomitanza di fattori di crisi economica, sociale, geopolitica e ambientale con un impatto significativo sulla salute mentale delle persone – ha dichiarato Elisa Milani, coordinatrice del progetto e consulente dell’area sanitaria di The European House – Ambrosetti. In questo scenario, l’aggiornamento dell’Headway Mental Health Index, giunto alla sua terza edizione, continua a rappresentare uno strumento utile per il monitoraggio e la pianificazione delle politiche sanitarie, assistenziali, educative e ambientali in materia di salute mentale nei Paesi europei. In quest’epoca post-pandemica, che è stata definita una policrisi per il verificarsi di molteplici crisi e sfide, l’adozione di strumenti data-driven per i decisori politici rappresenta un’opportunità per identificare le aree più critiche e, di conseguenza, per intervenire attraverso un approccio multidisciplinare e collaborativo finalizzato alla costruzione di una società complessivamente più equa e resiliente.”
La strategia per la salute mentale dell’UE
“La strategia per la salute mentale dell’UE, lanciata di recente dalla Commissione europea, si concentra sulla prevenzione, sull’accesso alle cure e sul reinserimento nella società. È un esempio incoraggiante della crescente consapevolezza da parte dei governi nazionali, del mondo accademico, dell’industria sanitaria e delle altre parti interessate della necessità di un sostegno più completo per affrontare l’aumento senza precedenti dei problemi di salute mentale in Europa”, ha dichiarato Jacopo Andreose, Amministratore Delegato di Angelini Pharma. “Siamo grati al Parlamento europeo e al nostro partner, The European House – Ambrosetti, per aver continuato a sostenere e a impegnarsi in ricerche, come il rapporto Headway, e siamo ansiosi di rafforzare il dialogo, il cambio di paradigma e la condivisione delle migliori pratiche in relazione a questo quadro più completo della salute mentale in Europa”.
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Per saperne di più su “Headway: A New Roadmap in Mental Health” o per scaricare il rapporto completo, visitare il sito: https://healthcare.ambrosetti.eu/it/incontri/view/12938.
Photo by Marcos Paulo Prado / Cosiela Borta / Elsa Tonkinwise
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