In questo periodo sono cambiate tantissime cose: da una emergenza sanitaria che sembrava riguardare solo la città di Wuhan e la Cina, luogo dove il coronavirus è nato e si è diffuso inizialmente, nel giro di pochissimo tempo ci siamo ritrovati in una pandemia che ha coinvolto l’intero pianeta. Dopo i primi focolai che hanno raggiunto il nostro paese – chi non ricorda la cittadina di Codogno – e con una prima fase di estrema incertezza rispetto alla possibilità di una rapida diffusione del virus anche da parte degli esperti, siamo stati catapultati in una situazione nuova e sconosciuta per tutti, una emergenza senza precedenti nella società del secondo dopoguerra: mesi di lockdown, chiusi in casa senza poterci neanche incontrare con amici e parenti, la nostra vita ha attraversato una fase di sospensione, con tantissime attività che si sono dovute fermare.
La sanificazione con Perossido di Idrogeno
Alcuni hanno potuto (e dovuto) continuare a lavorare, si tratta soprattutto di chi è impiegato in settori essenziali per il funzionamento della società, si pensi ad esempio all’ambito medico-sanitario o a tutte quelle attività come i supermercati, necessari per l’approvvigionamento di beni di prima necessità. Altri settori hanno proseguito in smart working, con gli uffici vuoti e le persone a lavorare da remoto, ma questa possibilità è ovviamente attuabile solo per alcune tipologie di attività nelle quali la presenza fisica può essere surrogata con il collegamento via internet. In tanti altri casi ciò non è stato possibile e ci si è dovuti completamente fermare, con conseguenze dal punto di vista umano ed economico.
Il passaggio alla fase 2
Ci ritroviamo oggi ad affrontare la così detta fase 2, quella in cui ci approcciamo ad un progressivo e prudente ritorno alla normalità. Riaprono gli uffici, le attività di ristorazione come bar, ristoranti, pub e pizzerie, i parrucchieri, i centri estetici, solo per fare alcuni esempi. Questo percorso richiede, ovviamente, estrema attenzione e prudenza per evitare che la curva dei contagi risalga pericolosamente. E allora spetta a noi continuare a mantenere il distanziamento sociale di almeno un metro, indossare sempre le mascherine e tutti i dispositivi di protezione individuale e sanificare a fondo gli ambienti in cui ci troviamo.
La sanificazione ambientale
In base a tutte queste considerazioni, risulta evidente, oggi più che mai, quanto sia importante sanificare gli ambienti in cui viviamo e quelli in cui lavoriamo, con particolare attenzione ai luoghi aperti al pubblico (negozi, uffici, locali ecc.), dove il maggior passaggio di persone aumenta esponenzialmente la possibilità che al loro interno vi siano virus o batteri.
Cosa usare per sanificare
È necessario l’utilizzo di prodotti specifici come un disinfettante ambienti a base di perossido di idrogeno stabilizzato che, opportunamente nebulizzato e immesso negli ambienti da sanificare è in grado di raggiungere ogni angolo degli stessi, soprattutto quelli impossibili da raggiungere con le procedure di pulizia manuale.
Si tratta di una miscela studiata appositamente per poter essere nebulizzata e poi diffusa nell’aria per rimuovere batteri e microbi grazie alla sua azione biocida; inoltre, questa procedura ci consente di poter in brevissimo tempo tornare ad occupare gli ambienti, soprattutto sulla base della composizione chimica del prodotto, formato da acqua e ossigeno, elementi che non sono né tossici né nocivi per la nostra salute.
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