I 10.000 passi al giorno, i 150′ di attività fisica settimanale, i 30′ al giorno di sport: tutto lo sport che fai non serve a nulla. Perché dovresti farne molto di più. È il sorprendente risultato di uno studio su vasta scala finanziato dal National Institutes of Health americano e che ha analizzato l’attività fisica praticata da 100.000 adulti in un periodo di 30 anni. Secondo la ricerca, pubblicata dall’American Heart Association, bisognerebbe almeno raddoppiare la quantità di attività fisica settimanale rispetto alle precedenti linee guida.
Tutto lo sport che fai non serve a nulla
Il parametro utilizzato per stabilire i benefici dell’attività fisica sulla nostra salute e sulla speranza di vita è la riduzione del rischio di mortalità. Ed è stato considerato per due tipologie di attività fisica: quella moderata, per cui sono consigliati 150′ a settimana, e quella intensa, per cui ne sono consigliati 75.
Il primo dato emerso è che chi ha seguito le linee guida dell’NIH americano (ovvero 150 minuti di attività fisica moderata a settimana) ha avuto una riduzione del rischio di mortalità del 21% mentre chi ha svolto attività fisica intensa per 75 minuti a settimana ha avuto una riduzione del rischio di mortalità del 19%.
Per contro chi si è allenato da 2 a 4 volte di più rispetto ai 150 minuti di attività moderata ha avuto una riduzione del rischio di mortalità del 31% mentre chi ha da raddoppiato a quadruplicato i 75′ di attività fisica intensa ha ridotto il rischio di mortalità del 23%.
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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
Quanta attività fisica serve davvero
In base ai risultati di questa meta-review i ricercatori dell’Università di Harvard sono arrivati alla conclusione che se si vuole vivere più a lungo, e farlo in condizioni di salute e invecchiando bene bisogna fare tra 150 e i 300 minuti di esercizio intenso alla settimana, o tra i 300 e i 600 minuti di attività moderata a settimana, o una combinazione delle due tipologie di attività fisica.
Questa quantità di attività fisica settimanale non solo ridurrebbe il rischio di mortalità ma anche numerosi altri problemi collegati all’invecchiamento, dalla perdita di autonomia motoria al declino cognitivo, che appare direttamente collegato con la perdita di massa muscolare.
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