Adam Ondra ieri era in Italia e più precisamente nel Garda Trentino che ha presentato alla stampa i propri testimonial dell’outdoor. Non solo climber ma anche professionisti della MTB e windsurfer ma ovviamente è stato proprio Adam Ondra ad attirare l’attenzione più di chiunque altro. Adam Ondra sta all’arrampicata come Diego Armando Maradona stava al calcio e come Michael Jordan sta al basket. Forse addirittura il suo nome dice qualcosa perfino ai non addetti ai lavori. In poche parole, è un talento come non ce ne sono stati altri nel suo sport, capace di salire dove non è mai salito nessun altro. Per lui sono stati coniati soprannomi e definizioni uniche: c’è chi perfino suppone che in lui coesistano frammenti di DNA di qualche aracnide, esattamente come si vorrebbe sia accaduto nella saga dell’Uomo Ragno. Alla vigilia delle prime Olimpiadi in cui l’arrampicata sportiva porterà vere medaglie, noi lo abbiamo intervistato.
Adam Ondra in Italia: qual è il tuo rapporto con il nostro paese?
“È bellissimo. Cerco di venire in Italia ogni volta che posso, almeno due o tre volte l’anno e per lunghi periodi”, ci risponde in un italiano approssimativo ma molto volenteroso. “Ci venivo fin da quando avevo tre anni. Io sono nato in Repubblica Ceca e venivo sul Garda con la mia famiglia. Sono riuscito a conquistare pochi giorni fa in Svizzera la Coppa del Mondo Boulder 2021 e quest’estate mi aspettano le Olimpiadi dove esordirà l’arrampicata in quanto nuova disciplina. Dopo i Giochi, il Garda Trentino potrebbe forse diventare la mia casa in maniera definitiva perché Arco in particolare è il luogo perfetto dove potermi allenare. Detto questo, l’Italia è un paese eccezionale per chi ama il mio sport in virtù del fatto che ha montagne e rocce molto differenti da arrampicare, per non parlare del fatto che mi permette di allenarmi in qualsiasi stagione dell’anno senza andare dall’altra parte del mondo: sto parlando delle falesie in Sardegna a picco sul mare e della Rock Climbing Area di San Vito Lo Capo in Sicilia ma in realtà, grazie al microclima del Garda, riesco a praticare anche qui ad Arco anche in pieno inverno”.
Adam Ondra racconta di aver visto ad Arco il Rock Master, la più importante competizione di arrampicata del mondo, quando aveva sette anni e che in quell’occasione gli si è acceso qualcosa. “E poi amo quella maniera friendly che in Trentino hanno di vivere l’arrampicata, molto simile al mio. Amo il fatto che qui si respiri la tradizione dell’arrampicata e amo il fatto che ad Arco si sia scritta la storia dell’arrampicata sportiva. E non vedo l’ora che quest’anno il Rock Master torni a fine agosto“.
Mai provato a passeggiare nel centro storico di Arco?
È un’esperienza da fare almeno una volta che vi strapperà sicuramente un sorriso, se non addirittura la voglia di provare ad arrampicare: qui almeno la metà dei negozi sono climbing store e la gente nei bar e nei ristoranti parla di arrampicata e non di calcio… “È un posto unico e speciale nel suo genere. A Chamonix, ad esempio, l’interesse della gente si divide su altri dieci sport, dalla MTB al trail. Solo qui sei circondato dallo spirito dell’arrampicata“.
Il grande climber ceco scende nei particolari anche da un punto di vista tecnico: “Questo è il posto ideale per tutti gli appassionati – per i professionisti che qui trovano vie molto tecniche e per i principianti che hanno tantissime pareti facili dove cominciare. Penso alla Via Erebor liberata da Stefano Ghisolfi a gennaio per cui è stato proposto un grado 9B/9B+ (se non sai esattamente cosa significhi, leggi qui) e penso alla Belvedere, una delle mie preferite, che è l’ideale per tutti e che è quella che uso per riscaldarmi prima di affrontare una via più impegnativa. Quello che è certo è che non devi andare in capo al mondo per divertirti nel paradiso dell’arrampicata, che tu sia da solo o in compagnia, per competere o meno”
Credit: Gianpaolo Calzà e Tommaso Prugnola per Consorzio Garda Trentino
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