Oggi 20 agosto, tre alpinisti partono per il Tibet per una spedizione del tutto particolare: salire in soli sette giorni due cime alte più di 8000 metri. Per arrivare da una vetta all’altra, e per fare il tutto il più velocemente possibile, useranno solo bici e percorsi di trekking, e le risalite sulle vette saranno sempre senza ossigeno supplementare.
Oltre ai tedeschi Benedikt Boehm e Sebastian Haag ci sarà anche il giovane alpinista veronese Andrea Zambaldi, che terrà un diario sul blog 2×8000. Noi gli abbiamo chiesto di questa nuova dimensione dello speed mountaineering, di come è nata l’idea del concatenamento di Shisha Pangma (8027 metri) e Cho Oyu (8201 metri) e di come funzionerà questo progetto di due ottomila in una settimana.
Andrea Zambaldi, prima di tutto: chi sei?
Ho 31 anni e mi definiscono uno sportivo polivalente. Al mio attivo ho alcune spedizioni, tra cui l’Aconcagua nel 2004, una nuova via al Quitaraju nel 2005, una via nuova all’Ishinca nel 2012, l’Alpamayo sempre nel 2012, lo Shisha Pangma nel 2008 e il tentativo al Makalu nel 2006. Mi sono cimentato in spedizioni scialpinistiche in Nord America e nord Europa, nell’esplorazione di grotte nella foresta tropicale filippina e nella discesa di svariati canyon, dall’Oceano Indiano fino alle Alpi, detenendo per alcuni di essi ancora il record di velocità in discesa. Qualche anno fa sono stato felicemente sorpreso di ricevere il Premio Biasin che ogni anno a Verona riconosce il miglior giovane alpinista dell’anno. Nella vita di tutti giorni sono invece Marketing Manager Italia per Dynafit, Julbo e Pomoca, aziende che producono abbigliamento, attrezzature e occhiali per outdoor e sport all’aria aperta.
Già altri alpinisti hanno salito e saliranno cime di 8000, quindi perché questa spedizione è diversa dalle altre?
Questo progetto è particolare poiché la sfida è doppia e mai provata prima: due ottomila in sette giorni! Assieme a Benedikt Böhm e Sebastian Haag tenterò il concatenamento di due ottomila by fair means (letteralmente con mezzi leali). L’obiettivo infatti è quello di risalire in velocità sia lo Shisha Pangma che il Cho Oyu in sette giorni, spostandoci tra i due campi base (170 km) con la mountain bike o camminando a piedi. Il tutto senza l’utilizzo di ossigeno supplementare per la salita!
Dove vai?
I monti che tenterò di salire sono due ottomila in territorio tibetano (Cina): 8021 m lo Shisha Pangma e 8201 m il Cho Oyu. Prima andremo allo Shisha e poi a Cho Oyu. Sono entrambe montagne nella prefettura di Shigatse, Regione Autonoma del Tibet in Cina.
Come sarà il programma di viaggio?
Le jeep ci lasceranno al campo base dello Shisha Pangma, poi caricheremo gli yak fino al campo base avanzato. Da quel momento inizierà la fase di acclimatamento e quando saremo pronti fisicamente e con una buona prospettiva meteo si accenderà l’interruttore. Saliremo in 24 ore dal campo base avanzato fino alla cima dello Shisha utilizzando sci e pelli di foca, tra l’altro saliremo con dei prototipi Dynafit per testarli ed immetterli eventualmente sul mercato nell’inverno 2015-2016. Poi giù sciando, nottata al base avanzato e il giorno seguente via in sella per pedalare fino a Tingri. Qui dormiremo e il giorno seguente in sella di nuovo fino al base avanzato del Cho Oyu. Sperando nel meteo favorevole, ed essendo già acclimatati, faremo un giorno di riposo e poi su dritti in cima sempre con gli sci in un’unica tirata e infine giù di nuovo. E questo è tutto: un gioco da ragazzi, no?
Quando?
La spedizione partirà da Monaco di Baviera il 19 agosto e rientrerà (sempre a Monaco) il 5 ottobre. Arriveremo giusti giusti per l’Oktoberfest, anche se a me non piace la birra! Gli altri due miei compagni di viaggio invece vorranno chiudere anche più velocemente il progetto per non perdere l’inaugurazione dell’Oktoberfest.
Perché?
La spedizione nasce come progetto Dynafit ed è in linea con tutte le peculiarità che questo marchio ha nel suo DNA: leggerezza, velocità, performance e tecnologia. Dynafit è anche l’azienda per cui lavoriamo, Beni è General Manager, io marketing manager per l’Italia e Basti atleta del team Dynafit Expedition. Ci è sembrato un progetto perfetto per esprimere tutto ciò che rappresenta il brand del leopardo delle nevi, che è il simbolo dell’azienda e tra l’altro vive tra la catena himalayana e il Karakorum. Siamo tutti professionisti ed atleti con un curriculum di tutto rispetto alle spalle ed abbiamo deciso di testarci su un progetto mai provato da nessuno fino ad ora.
Come ti stai allenando?
Corro molto fuori strada. È un’attività che mi aiuta a scaricare molto la tensione lavorativa e mi permette di passare del tempo in un ambiente rigenerante quale è la montagna. Il mio lavoro mi porta a essere parecchio fuori ufficio e cosi ho con me in macchina sempre un paio di scarpe per poter andare a correre ovunque mi trovo. Ad esempio, attorno a Verona adoro correre lungo la cresta del monte Baldo, oppure partire da San Giorgio per tornarci dopo essere passato a salutare cima Carega. Ogni tanto mi diletto a gareggiare, a esempio l’ultimo trail che ho corso è la Sudtirol Ultra-sky race, 66 km per 4200 m di dislivello positivo, riuscendo a guadagnare un buon 3° posto. Certo, vista la particolarità dell’impresa sto anche pedalando abbastanza, e in questo ringrazio molto Canyon Italia che mi sta supportando fornendomi delle bici incredibili. Questo in settimana, sempre la sera e spesso di notte, d’altronde conciliare un lavoro di responsabilità e una passione di questo tipo non è proprio comodo, anche se devo dire che Dynafit è il mio primo sostenitore.
Elenco della spesa in vista della partenza?
Poche cose ma di qualità. La valigia che si fa quando si parte per una spedizione come questa è la stessa che si fa quando si sta via 10 giorni, tanto ci sarà tempo per lavare e asciugare le cose! Per la parte più tecnica: porto via sicuramente attrezzatura e abbigliamento Dynafit per la montagna, la bici Canyon e una selezione di occhiali e maschere Julbo.
Cosa metti nello zaino?
Al di là dell’attrezzatura avrò con me un telefono satellitare con cui spero di aggiornare il blog, parecchi libri per ammazzare i tempi morti e di attesa causati magari da intoppi burocratici per i visti, oppure dal brutto tempo, e sicuramente una selezione di brani musicali per il mio iPod che mi farà compagnia per tutti e 46 i giorni. E… una castagna!
Che cosa si pensa prima di partire per un’impresa così?
Si pensa solo a partire in fretta, il prima possibile. Man mano che la data si avvicina aumenta un po’ lo stato di nervosismo, vuoi che tutto sia perfetto, non vuoi lasciare nulla al caso, ma solo quando sei in fase di take-off tutto si rasserena, quel che c’è c’è e quel che non c’è si fa senza. Ci si sintonizza con i compagni d’avventura e il gioco ha inizio.
AGGIORNAMENTO: Andrea è stato travolto da una valanga la mattina del 24 settembre a pochi metri dalla vetta dello Shisha Pangma: qui le notizie che siamo riusciti a raccogliere.
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