Expedition Baikal è il film documentario che racconta un’avventura pazzesca di arrampicata sopra il lago più profondo della Terra, in Siberia in inverno a -35°.
Come vedere il fllm? Lo trovi più in basso nell’articolo.
L’atleta del Team Pro di Mammut Dani Arnold ha intrapreso con il suo team (Martin Echser, alpinista, Fredy Arnold, padre di Dani Arnold, Thomas Monsorno, fotografo, Lukas Kusstatscher, regista) una spedizione molto impegnativa sopra il lago più profondo della Terra: il lago Baikal.
L’inverno siberiano ha presentato condizioni difficili e affascinanti, e la spedizione, che prevedeva il trasferimento dalla distesa di ghiaccio del lago alla parete verticale di ghiaccio e l’apertura di dieci nuove vie di arrampicata, ha avuto successo.
Expedition Baikal, film avventura sul lago più profondo della Terra
A febbraio 2020, sul Lago Baikal, l’atleta del Team Pro di Mammut Dani Arnold ha trovato condizioni favorevoli per una sfida nel suo ambito preferito di arrampicata su ghiaccio: temperature rigide e un inverno siberiano profondo. In questo periodo dell’anno, le condizioni nell’area del Lago Baikal sono davvero estreme, con temperature minime intorno ai -35 gradi: anche per questa ragione praticamente nessun atleta si è mai cimentato nell’arrampicata su ghiaccio sopra il lago più profondo del mondo.
Dopo il successo e il nuovo record di free solo realizzato sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo nell’estate 2019, Dani è stato attratto non solo dagli aspetti proibitivi del Lago Baikal, ma anche dalle potenzialità offerte dal territorio.
Il percorso della spedizione (Siberia Meridionale)
Il lago Baikal si trova nella Siberia meridionale ed è il lago più profondo della Terra. Si colloca in mezzo a una regione montuosa della Russia, a Nord del confine con la Mongolia. La spedizione di 13 giorni è iniziata a Irkutsk, dove si trova l’unico deflusso del lago Baikal. La destinazione della spedizione erano le famose scogliere dell’isola di Olkhon, isola centrale del Lago Baikal: le sue montagne raggiungono un’altezza di 1.274 metri a Nord-Est e durante l’inverno offrono importanti opportunità di sfide per gli alpinisti.
“In passato, le classiche destinazioni delle spedizioni alpinistiche, come la Patagonia, il Nepal e l’Alaska mi affascinavano molto. Oggi non sono più attratto solo dalle montagne, ma anche dal luogo in cui si trovano, dalle persone e dalla loro cultura”, ha raccontato l’alpinista.“Ovviamente, so di essere un atleta ambizioso, e desidero aprire nuove e difficili vie di arrampicata. Progetti impegnativi come i record di free solo richiedono molte energie, soprattutto mentali, fino al punto di dover modificare il focus degli altri progetti”, ha continuato Dani.
Così l’alpinista svizzero ha preferito scegliere un’avventura un po’ meno rischiosa del solito e, insieme a un team di quattro persone, tra cui suo padre Fredy che ha deciso autonomamente di unirsi al gruppo, è andato alla ricerca di meravigliose vie ghiacciate.
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Arrampicare nell’estremo inverno siberiano
La sfida si è rivelata dura sin dai primi giorni della spedizione: le temperature rigide, la zona di arrampicata scarsamente documentata e la difficoltà data da una lingua sconosciuta hanno reso molto impegnativa la ricerca delle aree di arrampicata, richiedendo tante energie al team, sia mentali che fisiche.Poiché il gruppo poteva muoversi intorno al lago ghiacciato solo su un hovercraft, la ricerca stessa si è rivelata un’avventura unica, con guasti tecnici al calar della notte, esaurimento del carburante e del riscaldamento. I primi passi sul ghiaccio del lago sono stati impressionanti: “vedere nitidamente attraverso lo spesso ghiaccio del lago più profondo del mondo è stata un’emozione straordinaria e assolutamente indimenticabile”, racconta Dani. Piano piano la squadra si è abituata ai continui crepacci e spaccature del ghiaccio e la ricerca dei punti più adatti per arrampicare è andata sempre meglio.
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Dieci nuove vie di arrampicata, il film
Su una delle circa 50 isole del Lago Baikal, l’isola di Olkohn, è stato raggiunto l’obbiettivo della spedizione. Ogni giorno le nuove vie sopra il lago ghiacciato diventavano sempre più lunghe e difficili. Dani Arnold è riuscito a scalare dieci nuove vie di grado compreso tra WI5 e M8 (WI5 nella scala di difficoltà dell’arrampicata su ghiaccio “WaterIce” di WI1-WI7,M8 sulla scala di difficoltà dell’arrampicata mista M1-M13), lunghe fino a 40 m, sulle famose falesie dell’isola.
Qui puoi vedere il film, che dura 14 minuti
La sfida più tosta però rimaneva sempre affrontare e resistere al freddo.
A temperature così basse, ogni movimento degli scalatori richiede molto più tempo del solito. Considerando le circostanze proibitive dell’ambiente, l’aspetto più tecnico legato all’arrampicata non ha presentato grandi problemi, mentre avvitare le viti in quel ghiaccio così duro “non è mai stato così difficile in nessun altro posto del mondo”, ha ricordato Dani.
Tuttavia, è valsa sicuramente la pena intraprendere questo lungo viaggio nell’inverno della Siberia: “È stato un periodo incredibile con persone fantastiche, in un luogo meraviglioso, con condizioni estreme e ricordi indimenticabili”, ha continuato l’atleta svizzero.
[foto Thomas Monsorno – Mammut]
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