Dalle piscine alle pareti, da un paesaggio piatto come quello dei Paesi Bassi alle vette alpine dell’Austria: la vita di Jorg Verhoeven è un continuo saliscendi. Vincitore della Coppa del mondo di arrampicata per la difficoltà nel 2008, ha nel suo palmares anche alcune vie su roccia come la leggendaria via del Nose (900 m, 8b +) su El Capitan in libera. Un uomo che vive per la verticalità in ogni sua forma, ed è proprio di questo che abbiamo voluto parlare con lui.
Jorg, come ti sei avvicinato all’arrampicata in un paese piatto come l’Olanda?
I miei genitori mi hanno portato in montagna durante le vacanze sin da quando ero molto giovane. Ogni volta volevo scalare qualsiasi vetta, e ho cercato di arrampicarmi su ogni roccia che vedevo. Così quando siamo tornati a casa e i miei genitori mi hanno portato in una palestra di arrampicata mi sono innamorato subito di questo sport. Ci sono molte palestre di arrampicata in Olanda, ma col tempo ho viaggiato all’estero per arrampicare su roccia e in montagna, fino a quando mi sono finalmente trasferito in Austria.
Cosa ti ha incuriosito di più dell’arrampicata rispetto ad altri sport?
L’arrampicata è uno sport che ti assorbe completamente. Ha influenzato la mia vita da quando ero giovane e ha l’ha cambiata spesso in modo positivo. Ho imparato tante cose dall’arrampicata, che mi hanno aiutato anche nella vita di tutti i giorni, all’università come nella vita lavorativa. Perseveranza, motivazione, mentalità positiva, fiducia in te stesso, sono tutte cose che ho imparato dall’arrampicata.
Cosa ti piace ancora dell’arrampicata e cosa non ti piace più?
Nei 25 anni in cui ho scalato la mia motivazione è cambiata molte volte, ma continuo a trovare qualcosa che mi spinge a cercare i miei limiti. A meno che non sia fisicamente incapace, probabilmente continuerò sempre ad arrampicare, indipendentemente dal livello, perché ci sono infinite opzioni per farlo. Per me, non sarà mai noioso arrampicare. I 15 anni di arrampicata agonistica professionale sono un capitolo che ho chiuso, per concentrarmi sulle tante altre cose che voglio fare.
Hai vinto gare su pareti attrezzate e aperto nuove vie di roccia: dove pensi che ti porterà ora l’arrampicata?
È molto difficile da dire, dal momento che ci sono molte opzioni di cose che potrei fare. Sono sempre stato attratto dalla versatilità di questo sport, e molto probabilmente sceglierò sempre di praticare molte delle discipline dell’arrampicata, da quella sportiva all’alpinismo, dall’arrampicata tradizionale al bouldering. Finché mi diverto, è lì che mi porterà la strada.
C’è qualcosa che ti spaventa dell’arrampicata?
C’è un certo aspetto di pericolo, soprattutto nell’alpinismo e nell’arrampicata tradizionale. Ho dimostrato in passato di essere disposto a correre anche dei rischi considerevoli e, naturalmente, ho paura di lesioni gravi o addirittura della morte. Mi starò sempre attento a gestire il rischio nel miglior modo possibile, anche quando a volte fa parte del gioco che giochiamo.
Cosa cerchi nell’arrampicata?
Gioia, amicizia, il legame con la natura, cercare i propri limiti, spingersi al successo, la creatività di aprire nuove vie. Ci sono così tante cose che trovo attraenti nell’arrampicata che potrei andare avanti per sempre.
Cosa ne pensi della campagna di arrampicata “Learn to Climb” di Vibram?
Penso che la campagna Learn to Climb di Vibram sia un ottimo modo per raggiungere il pubblico non arrampicatore e mostrare cosa sia una grande arrampicata sportiva. L’arrampicata è qualcosa non solo per le persone fisicamente talentuose o per le persone forti e senza paura. È uno sport che tutti possono praticare divertendosi. Questo è il messaggio principale credo.
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