Certo andare al lavoro in bicicletta non è per tutti, ma fino a una ventina di km più o meno di distanza per tragitto la bici per andare al lavoro può essere una scelta concorrenziale. Concorrenziale in termini di tempo (ci vogliono indicativamente una 40ina di minuti, senza prenderla come una gara) e soprattutto di soldi (e su questo non ci sono dubbi).
E concorrenziale in fatto di salute (e qui ci sono tonnellate di studi scientifici che dimostrano come usare la bici quando possibile al posto dell’auto migliora sensibilmente lo stato psicofisico a breve e lungo termine).
Cosa serve per andare al lavoro in bicicletta
Un po’ serve uno scatto mentale, e qui ciascuno deve farlo autonomamente, e un po’ serve avere la giusta dotazione. Perché poi basta qualcosa che va storto un giorno e la bici finisce in cantina insieme alle buone intenzioni. Quindi, cosa serve davvero per andare al lavoro in bicicletta?
Essenzialmente 3 cose:
1. La giusta bici
2. Gli accessori indispensabili
3. Il giusto abbigliamento
1. La bici giusta per andare al lavoro
Qual è la bici giusta per andare al lavoro? Dipende. Dipende prima di tutto dal tipo di tragitto che devi fare, e in parte anche da dove puoi “parcheggiare” le tue due ruote. Facciamo alcuni esempi.
Se usi il treno e poi ti serve un mezzo per fare gli ultimi km in città potresti valutare una bici pieghevole, che non ingombra, si pedala bene, è veloce e agile nel traffico e non paga l’extra biglietto su treni e mezzi pubblici vari.
Se abiti in periferia e devi attraversare la città da un capo all’altro allora ti serve qualcosa di più, e qui magari conoscere le strade della tua città ti può aiutare: se ci sono ciclabili dalla porta di casa a quella dell’ufficio sei molto fortunato e ti puoi concedere una comoda city bike, se invece hai pavé e strade accidentate potresti preferire una mountain bike (a cui però aggiungere i parafanghi già al momento dell’acquisto) o una bike trekking, altrettanto robusta ma con una posizione in sella più rilassata.Se invece, infine, abiti in periferia o nell’hinterland e hai da fare lunghi stradoni allora potresti optare per una gravel (sempre con i parafanghi, e se hai buone gambe) o fare una scelta netta verso una bici elettrica a pedalata assistita. Allo stesso modo anche il luogo in cui puoi lasciare la tua bici influenza la tua scelta: se te la devi portare in casa o non c’è un parcheggio sotto l’ufficio può essere indicata una pieghevole, una bici elettrica non è certo indicata se la devi portare su per le scale (pesa almeno 20 kg, e ci vuole molta forza di volontà per farlo tutti i giorni, più volte al giorno), una city bike la puoi anche caricare in ascensore (non è vietato a priori ma meglio verificare i regolamenti condominiali o dell’edificio).
Insomma, metti insieme distanza da percorrere, tipo di percorso e possibilità di ricovero della bici, frulla bene i tuoi pensier, e otterrai la risposta su qual è la bici giusta per andare al lavoro.
2. In bici al lavoro: quali accessori servono?
Luci (anteriori e posteriori), catarifrangenti (posteriore e sui pedali) e campanello sono obbligatori per legge, cioè per il codice della strada. Molte bici ne sono dotate di fabbrica, ma per esempio se prendi una MTB o una bici gravel molto probabilmente li devi far aggiungere al momento dell’acquisto (spesso vale anche per gli stessi modelli a pedalata assistita). Dovresti accendere le luci da mezz’ora prima del tramonto a mezz’ora dopo l’alba, sempre secondo il Codice della Strada, ma regole o meno farti vedere è prima di tutto una questione di coscienziosa sicurezza personale.Il casco invece, per il Codice della Strada, non è obbligatorio dopo i 12 anni, e qui ciascuno fa le proprie scelte. Per quello che costa, e per quello che comporta indossarlo, il consiglio è di metterlo sempre, che un po’ più di sicurezza non guasta mai, ma come detto non è obbligatorio. Ciò che invece è obbligatorio nelle ore di buio è un giubbetto riflettente (sì, esattamente quello che indossano i rider quando sfrecciano di notte in città…). Brutto? Vero, davvero brutto. La buona notizia è che ci sono giacche apposite per commuter che svolgono la stessa funzione, l’alternativa è avercelo sempre sotto il sellino per le estreme emergenze.A proposito: una borsetta sottosella è davvero utile. Ci puoi mettere il gilet rifrangente, lo spray nel caso di forature (mica vorrai metterti a cambiare la camera d’aria, o peggio abbandonare la bici?) e il lucchetto. Se non ti vuoi sporcare come un pro dopo la Parigi – Roubaix è bene che la tua bici abbia i parafanghi e il copricatena (il caro, vecchio, “carter”): le bici da città e da passeggio già li hanno, ma una MTB o una bici da strada no, quindi pensaci per tempo.
Su una bici da donna ci potrebbe stare un cestino, per la borsa, e in generale potrebbe essere utile valutare se servono delle bike bag per il computer, la lunch box e tutto quanto porti con te in ufficio. Ma qui entriamo nel discorso abbigliamento.
3. Come vestirsi per andare al lavoro in bicicletta
Se c’è bel tempo ti vesti normalmente, considerando che pedalare innalza un po’ la temperatura corporea (cioè sudi un po’). Il che significa anche che se comincia a fare un po’ fresco, al mattino e di sera, non è necessario sfoderare subito il piumino: una giacca antivento può bastare e avanzare.
Diverso il discorso se piove. La prima tentazione sarebbe quella di lasciare a casa la bicicletta, ma siccome in Finlandia i bambini vanno a scuola in bicicletta anche con – 17°C (succede a Oulu, ne abbiamo parlato qui) basta organizzarsi un po’ e si può fare: esistono pratiche mantelle in grado di coprirti da cima a fondo (mani comprese) oppure altrettanto efficaci completi di giacca e pantaloni antipioggia per bicicletta in grado di farti arrivare in ufficio asciutto come il sedere del bambino nella pubblicità dei pannolini.
In questo caso ciò che probabilmente ti servirà anche è una borsa impermeabile: ci sono ovviamente gli zaini ma ci sono anche le bike bag che fissi al portapacchi posteriore.
Foto di EM Framing da Pixabay
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