A pochi giri di pedale dal centro-centro di Roma si trovano 240 ettari di verde perfetti per una bella pedalata: è il Parco del Pineto, che, oltre a ospitare bellezze naturalistiche come la Pineta Sacchetti, regala anche una delle viste più belle sul Cupolone. Il percorso descritto parte dalla stazione di Gemelli, alle porte del parco, e dopo aver attraversato l’oasi verde giunge fino a Villa Doria Pamphilj e si conclude alla stazione di Quattro Venti.
In bicicletta a Roma nel Parco del Pineto
Usciamo dalla stazione di Gemelli (km 0; 96 m) e saliamo sul marciapiede sinistro di via della Pineta Sacchetti (100 m); senza abbandonare il marciapiede prendiamo via Pascucci (senso vietato) che scende ripida. Alla prima traversa a destra, svoltiamo (km 0,2; 95 m) prendendo via Amidei. In leggera salita attraversiamo il piccolo quartiere e, in prossimità di una chiesa, si ha la vista dell’ingresso del Parco del Pineto, che subito si presenta con una suggestiva prospettiva del cupolone di San Pietro (km 0,6; 102 m) che sarà il leitmotiv di questo primo tratto dell’itinerario, con la vista meno elegante della collina della Balduina.
Se non vogliamo abbreviare proseguendo dritti lungo il sentiero che si mantiene alto, parallelo alla via della Pineta Sacchetti, pedaliamo in direzione della vista di San Pietro lungo un sentiero che segue il perimetro dell’altipiano panoramico del parco, in modo da goderci appieno la vista della città. Sullo sfondo abbiamo la cornice dei monti che circondano Roma a sud-est: i Castelli Romani sulla destra e i Monti Prenestini sulla sinistra. Compiuto un ampio giro, lungo un percorso un po’ ondulato, torniamo verso la pineta.
Svoltiamo a sinistra continuando sul sentiero principale verso un casale abbandonato, dietro il quale è la caserma di Forte Braschi, presso cui ci avviciniamo affiancandone il muro di cinta: il forte fa parte del sistema difensivo realizzato alla fine dell’Ottocento per la difesa della capitale. Seguiamo il muro in un tratto scosceso della valle, ricoperta da una fitta vegetazione.
Sempre lungo le mura, si risale sino a incontrare uno spiazzo erboso dove c’è una strada asfaltata sbarrata; la imbocchiamo e giungiamo a un semaforo: rientriamo nel parco a sinistra lungo uno dei sentieri panoramici che ci si presentano e che vanno in direzione della pineta con il Casale del Giannotto, sede del parco e anche di una biblioteca.
Accanto al Casale del Parco, a sinistra si distacca un sentiero (km 3,4; 90 m).
Variante Valle dell’Inferno – 2,7 km, tutta in salita con forte dislivello (60 m)
Proponiamo un itinerario che traversa longitudinalmente tutta la Valle dell’Inferno e alcune fornaci della Fabbrica di San Pietro. Questa variante è dedicata ai grimpeur in erba, ma è da sconsigliare se ha piovuto di recente, perché il superamento degli acquitrini potrebbe diventare un serio problema.
Dalla stazione della metro, o da quella del treno, di Valle Aurelia (31 m), si esce seguendo le indicazioni “Ubaldo degli Ubaldi”. Percorriamo il marciapiede e, dopo aver lambito la strada, deviamo a destra scendendo verso un piazzale dove c’è un capolinea dell’autobus; continuiamo percorrendo via di Valle Aurelia su pavé. Passiamo sotto il ponte delle ferrovia, utilizzata solo per i Mondiali di Calcio del 1990.
Percorriamo tutta via di Valle Aurelia fino a che si conclude con una barra (km 1,5; 44 m); la superiamo proseguendo sulla sinistra e la strada si riduce a un sentiero sterrato aumentando la sua pendenza. Fiancheggiamo un campo sportivo abbandonato e dopo un po’ il sentiero si inerpica sulle pendici della collina della Balduina, a est del parco; poi si scende leggermente e sottopassiamo la ferrovia (km 1,9; 51 m). Si superano alcuni pantani alimentati dall’afflusso delle acque delle sorgenti e la strada si appiana.
A una biforcazione prendiamo il sentiero di sinistra più battuto, che passa per due volte sotto tronchi d’albero caduti e poi superiamo un laghetto su una passerella di fortuna. Cominciamo a salire senza particolari affanni, intravedendo sulla destra un campo sportivo, e poi pian piano anche l’edificio del Casale del Giannotto. Dopo un tratto più impegnativo, termina questa variante innestandoci all’itinerario principale (km 2,7; 90 m).
Ci apprestiamo a compiere un altro giro perimetrale panoramico più lungo del precedente, seguendo tutto il bordo di un altro terrazzamento del parco – sempre che non si voglia abbreviare andando diritti – prendendo il sentiero sulla sinistra (evitare quello della variante).
Giunti a un leccio isolato, abbiamo una nuova e interessante prospettiva della cupola di San Pietro, essendo visibile anche un torrione delle Mura Vaticane che circondano lo Stato della Chiesa. A sinistra invece, vediamo il colle della Balduina. Dopo diverse ondulazioni saliamo definitivamente per tornare alla Pineta Sacchetti, verso la quale ci siamo più volte avvicinati ma che non abbiamo ancora mai percorso all’ombra dei suoi pini.
Siamo al termine della lunga pineta del parco e ci apprestiamo a uscirne, ma prima di farlo abbiamo comunque la possibilità di ripercorrere a ritroso lo sterrato della pineta fino al casale del parco sotto i suoi monumentali pini. Fra l’altro, se nei pressi del casale ci affacciamo verso la città, si può imboccare un sentiero che percorre il terrazzamento mediano che sta al centro del circuito che abbiamo percorso; in fondo si gode un magnifico panorama su San Pietro e su tutto lo Stato del Vaticano. Usciamo dal parco (km 4,5; 75 m) e, senza imboccare via della Pineta Sacchetti, dietro al parcheggio ci immettiamo su via Albergotti.
Su via Albergotti andiamo a sinistra e poi alla curva prendiamo via Alciati a destra; al semaforo andiamo diritti, traversando via Nostra Signora di Lourdes, che percorriamo in piano tra sinuose curve.
Giungiamo a un incrocio dove all’angolo a sinistra abbiamo la Villa Veschi. Prima di intraprendere la discesa di fronte, i bimbi possono già imboccare il marciapiede destro, perché in fondo la strada che sale a destra (via Graziano) è in senso vietato. Terminata questa salita, scendiamo fino a largo Irnerio dove incrociamo la via Aurelia al semaforo pedonale; sull’altro lato della piazza prendiamo la stradella che sale leggermente (via Fiore) e poi proseguiamo a destra sulla circonvallazione Cornelia, della quale percorriamo il largo marciapiede a sinistra. Al semaforo attraversiamo e di fronte abbiamo l’ingresso di Villa Carpegna (km 7; 85 m).
Usciti dalla villa, proseguiamo a destra al semaforo, dove continuiamo su via del Casale di Pio V, stretta e trafficata, che percorriamo solo per un breve tratto (marciapiedino per i bimbi), perché alla prima a destra giriamo (via Cardinal Pacca). In discesa giungiamo sulla Via Aurelia Antica, anche questa trafficata, ma dopo poco l’abbandoniamo, perché subito si incontra l’ingresso di Villa Doria Pamphilj (km 7,7; 79 m).
Una volta entrati cingiamo tutta la valle dove si trova il laghetto, percorrendo lo sterrato a destra; al bivio prendiamo la strada che scende a sinistra aggirando il più piccolo dei laghi del parco, imbocchiamo una lunga e gradevole valletta che scende gradatamente fin nel punto più a valle di questo lato della villa, tra estesi declivi circondati da fitti boschi.
Alla biforcazione in fondo (55 m) prendiamo la strada alberata che va a sinistra verso la collina; ci prepariamo ad affrontare una salita ripida su pavé a mezza costa (alla biforcazione si prende la strada a destra), che offre scorci sulla valle. Saliamo avvicinandoci al Ponte Gentileschi costruito nel 2001 per unire finalmente i due lati della più grande villa romana dopo oltre 40 anni di interruzione. Al ponte raggiungiamo il culmine della salita (km 9,4; 82 m) e ne discendiamo girando verso un casale, utilizzato da un Centro Sociale Anziani.
Imbocchiamo il monumentale viale alberato che si mantiene su un crinale molto panoramico. Raggiunto un dosso, si scende in un’altra ampia vallata, dove sulla destra ci sono le due fontane barocche della Lumaca e più in basso la Fontana del Giglio, che alimenta il Lago Belvedere, il più grande del parco.
Superiamo un ingresso sulla Via Aurelia Antica (km 10,5; 75 m) e diritti si risale leggermente – alla curva a gomito, scorcio sul Cupolone – per inoltrarci nell’area dove si trova la Villa Algardi con il Casino del Bel Respiro e il raffinato Giardino Segreto, che possiamo ammirare più avanti. Continuiamo a pedalare lungo un ampio pianoro, luogo che invita molti a tirare due calci al pallone, seguito da una fitta pineta di alberi di alto fusto. Infine, dove vi sono due colonnotti giriamo sullo sterrato a sinistra (con attenzione al brecciato!) e scendiamo per andare a imboccare l’ingresso del Giardino del Teatro, circondato da una recinzione.
Percorriamo il Giardino del Teatro fiancheggiato a destra dalla profonda e boscosa Valle dei Daini e ci prepariamo ad affrontare l’ultima salita che ci porta in prossimità dell’Arco dei Quattro Venti.
Ci dirigiamo verso un ingresso secondario della villa, dove una rampa ci conduce su una piazzetta (km 11,9; 82 m): l’attraversiamo con attenzione e imbocchiamo in discesa via Algardi. Traversiamo a valle via dei Quattro Venti e, risalendo, alla successiva svoltiamo a destra.
Percorriamo un rettifilo lungo e stretto dove incontriamo dei box di un mercato rionale e alla fine svoltiamo a sinistra. Su via Barrili, alla chiesa, svoltiamo a destra in discesa definitivamente, dove pieghiamo a sinistra su via Cesari che ci porta direttamente alla stazione di Quattro Venti (km 13; 45 m).
Qui invece puoi leggere delle più belle piste ciclabili di Roma.
Roma e dintorni in bicicletta
192 pagine
12,90 euro Ediciclo Editore
Pubblichiamo questo itinerario grazie alla collaborazione con Ediciclo editore.
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