98 buoni motivi per andare in bicicletta possono essere tanti, ma possono essere anche pochi. Per Martin Angioni è il numero giusto: ha scritto il libro ’98 ragioni per cui vado in bicicletta’, pubblicato da Utet, in cui fornisce anche consigli per viaggi in MTB che magari pochi conoscono. Il libro è un inno alla passione per la bici, ma anche un piccolo manuale di spunti per godersi al massimo tutte le emozioni che possiamo vivere in sella. Oltre che grande appassionato di bici e sportivo in generale, l’autore è un manager che ha vissuto in diverse città del mondo andando sempre al lavoro in bici e usandola il più possibile per ogni spostamento. Sia la bici da corsa che la mountain bike, con cui fa viaggi piuttosto impegnativi, come potete leggere sotto nella nostra intervista.
Perché andare in bicicletta fa bene al corpo e alla mente
Ne aveva parlato Paolo Kessisoglu in un suo celeberrimo post, che raccontava perché andare in bici ha a che fare con la felicità e la libertà. Ma la bici porta anche tanti benefici al corpo, lo dimostrano anche diverse ricerche scientifiche. Ecco, siamo da queste parti: ’98 ragioni per cui vado in bicicletta’ di Martin Angioni (si trova su Amazon a 13,60 euro con copertina flessibile) è un atto d’amore per la bici e un manualetto di suggerimenti per vivere quell’amore in pieno, scoprendo percorsi incontaminati da fare in mountain bike, salite da scalare in bici da corsa, sterrati per la gravel. Ne abbiamo parlato con lui.
Martin, da dove nasce la tua passione per la bici?
Vengo da una famiglia di sportivi, mio padre è campione olimpico di equitazione (oro a squadre in concorso completo, Tokyo 1964), i miei nonni montavano a cavallo e mia nonna era alpinista. Sin da piccolo ho sempre usato la bicicletta. A 16 anni, dopo un incidente a cavallo, ho iniziato ad allenarmi e fare gare in bici da corsa in circuito. Ho sempre utilizzato la bicicletta per spostarmi in città. Dal 2012 ho ripreso ad allenarmi e fare gran fondo e gare in mtb. Sono associato alla squadra Cassinis di Milano. Faccio anche regolarmente viaggi in bicicletta, la scorsa estate la Transverdon, ora a Pasqua Trieste Spalato.
Quando e come vai in bici? Usi anche la mountain bike?
Esco più o meno tre volte a settimana, per allenarmi, o due volte più una gara il fine settimana. In città giro solo in bici, anche per tragitti di media distanza nel hinterland. A volte uso una combinazione di treno e bici.
Come alterni mountain bike e bici da corsa?
Mountain bike tendo a usarla di più in estate e autunno, in corrispondenza del bel tempo, la possibilità di salire in montagna, e perché le gare tendono a essere nella seconda parte della stagione. La bici da corsa prevale in primavera, è più allenante, soprattutto per fare fondo. Uso molto anche una pesante bicicletta gravel, che su percorsi piatti e fangosi è anche piuttosto allenante.
Cosa ti dà la bici dal punto di vista fisico?
Un incredibile benessere e stato di forma. Dormo bene, mangio con gusto, provo sempre buone sensazioni. Vado spesso anche a nuotare, i due sport sono molto complementari.
E dal punto di vista ‘morale’?
Nel libro spiego bene tutti gli effetti dell’attività aerobica sul funzionamento del cervello, i neurotrasmettitori, la “chimica delle emozioni”, come gli effetti dello sport siano molto importanti anche sull’umore e su una percezione generale che abbiamo di noi stessi. L’attività sportiva è anche uno stimolo a condurre una vita più sana, migliorando l’alimentazione, evitando per quanto possibile di bere alcolici.
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Consigli per viaggi e escursioni in mountain bike: Transverdon e Mani
Grazie alla sua esperienza fra gare e viaggi in bici, il libro di Martin Angioni è anche una sorta di manualetto di consigli per salire sui pedali e scoprire percorsi incontaminati da fare in mountain bike, salite da scalare in bici da corsa, sterrati per la gravel.
Hai girato il mondo per lavoro. Come sei riuscito ad andare sempre in bici nelle varie città?
Ovunque sia stato, ho continuato a usare la bicicletta per gli spostamenti cittadini. Berlino, New York, Londra, Parigi, senza eccezione, ogni giorno al lavoro in bici, quasi ogni sera sono uscito a cena o dopo in bici. Non me ne accorgo neanche, è come se mi chiedesse se metto un cappello o indosso un cappotto in inverno. Certo che si!
Qual è l’impresa di cui vai più orgoglioso in bici?
L’impresa più ardua è stato un brevetto francese, Les 7 Majeurs, che consiste in un giro di 380km per 11.500 metri di dislivello positivo da compiere in 24 o 48 ore. L’ho fatto con un amico in due giorni. Un anello che parte e finisce a Vinadio e include i colli della Lombarda, Bonette, Vars, Izoard, Agnello, Sampeyre e Fauniera. Posti meravigliosi, lunghe salite incantate.
C’è un tour in MTB che hai fatto che ti è rimasto nel cuore?
Il giro forse più bello in mtb è stata la Transverdon, dal Col d’Allos, le fonti appunto del Verdon, fino a Manosque, dove il fiume si butta nel Rodano. Sono circa 400km con 9.000 metri di dislivello in 4 giorni, quasi tutti sterrati e credo la metà su single track, di montagna. Uno spettacolo incredibile, 4 giorni immersi nella natura più selvaggia e grandiosa, senza vedere o sentire una macchina. Un sentiero tutto segnato da paline, perfetto, in certi punti pericoloso (strapiombi, pietraie ripide), ma sempre gratificante.
Quali sono le salite che ami di più?
Le mie salite preferite sono in Lombardia il Gavia, in Piemonte il Nivolet nel parco del Gran Paradiso, in Francia la Bonette o il colle della Cayolle, dietro Barcellonette. O ancora uno dei tre versanti del Turini. Amo molto in generale pedalare nel sud della Francia.
In Italia cresce il cicloturismo: qualche consiglio per tour un po’ fuori dal comune che hai fatto
Ho appena fatto con due amici Trieste-Spalato. Spero presto di poter continuare, scendendo da Spalato fino alla penisola di Mani nel Peloponneso, prendendo il più possibile strade interne. La costa è bella, ma l’interno è selvaggio e deserto.
E quelle che vorresti fare
Subito dopo vorrei andare in Transilvania. Insomma, avrete forse capito, sono sulle tracce del grande Patrick Leigh Fermor, i cui libri (Mani, che è il più conosciuto, ma anche Tra i boschi e l’acqua) mi hanno appassionato oltre ogni possibile previsione.
Che ne pensi della bici elettrica? La usi? Credi possa aiutare l’ambiente? E’ un nonsenso per chi ama il ciclismo?
Va benissimo tutto quello che aiuta a diffondere l’uso della bicicletta. Se un motore elettrico aiuta, benissimo il motore elettrico. Io per ora non ne ho alcun bisogno. Ha molto senso per persone poco allenate, o che non hanno modo o tempo per allenarsi, e possono comunque affrontare itinerari impegnativi, o lunghe salite. Per me, personalmente, sarebbe un controsenso, si. Per me la bicicletta è fare fatica, le mie gambe e il mio cuore sono il motore. Uso quelli. Parlo di questo, anche, nel libro.
Un consiglio di lettura sulla bici, al di là del tuo libro
‘Icons’ di Bradley Wiggins. Un libro pieno di autentica passione per la storia di questo glorioso sport. Mai retorico, sempre assai ben informato, con molte belle immagini. Direi un buon condensato dell’essenza del ciclismo, come una tazza di delizioso caffè. Si trova in versione inglese a circa 20 euro)
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(foto sportograf.com)
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