Il ciclismo non rende impotenti. Andare in bicicletta non è dannoso per i genitali maschili. Stare molte ore in sella non provoca problemi di erezione. Fare ciclismo non causa l’infertilità. E no, la bicicletta non provoca il tumore alla prostata. Se siete maschi, adulti e appassionati di ciclismo, tirate un sospiro di sollievo: quasi tutti i dubbi sul rapporto delle vostre parti basse con la vostra amata bicicletta sono stati fugati da uno studio condotto dell’University College di Londra e pubblicato sul Journal of Men’s Health.
Il ciclismo non rende impotenti
I ricercatori londinesi hanno preso i dati dello studio Cycling for Health UK (parliamo di 5300 soggetti fra i 16 e gli 88 anni che pedalano tra le 3 e le 9 ore a settimana) e hanno valutato se esiste un rapporto diretto fra l’andare in bicicletta e i più comuni disturbi all’apparato genitale maschile: i risultati statistici dicono che non c’è correlazione tra lo stare molte ore in sella e l’insorgenza di disfunzione erettile, impotenza o infertilità.
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Il ciclismo negli Over 50 è correlato al rischio di carcinoma prostatico
Abbiamo detto quasi tutti i dubbi, perché, sempre dai dati statistici, emerge che tra gli over 50 che praticano intensamente il ciclismo ci sarebbe un aumento del rischio di carcinoma prostatico, ma sono gli stessi ricercatori inglesi a mettere in guardia dal trarre conclusioni affrettate.
Passare molte ore in sella farebbe in effetti crescere il livello di PSA, l’antigene prostatico specifico che aumenta nei casi di ipertrofia prostatica benigna o di tumore prostatico, ma il lieve aumento riscontrato si potrebbe anche ricondurre al fatto che il tumore alla prostata è più frequente proprio tra i maschi cinquantenni.
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