Bike computer, orologi smart, braccialetti, cardiofrequenzimetri, misuratori di potenza: pochi sport come il ciclismo sono stati rivoluzionati dalla diffusione dei dispositivi tecnologici per lo sport. I ciclisti professionisti così come gli amatori della domenica sono ormai in grado di raccogliere una enorme quantità di informazioni sulle loro performance: velocità massima, velocità media, cadenza, frequenza cardiaca, potenza in Watt e ancora km percorsi, pendenze medie, minime e massime sono solo alcune delle informazioni che qualunque appassionato di bicicletta e ciclismo può misurare facilmente e con una spesa tutto sommato contenuta.
E non è tutto, perché la diffusione di App e servizi in cloud ha permesso anche di registrare tutti questi dati, di renderli disponibili nel tempo e di condividerli con gli amici o nelle community di appassionati di ciclismo.
“Ciclismo e tecnologia son sempre più intrecciati e i dispositivi che un tempo erano riservati solo agli atleti d’élite ora sono a portata di mano anche degli amatori, cosa che non accade in nessun altro sport con la stessa diffusione del ciclismo”: a parlare è Adam Foster, Group Executive Communications di Dimension Data, la società hi-tech sudafricana che ha firmato un accordo con Amaury Sport Organisation (A.S.O.), gli organizzatori del Tour de France e di altre gare ciclistiche come Paris-Roubaix, Liège-Bastogne-Liège e la Vuelta a España. E se avete visto la Grande Boucle di quest’anno, avrete sicuramente notato l’enorme quantità di informazioni a disposizione in tempo reale per i team, le Tv e ovviamente gli spettatori.
Adam è in prima persona un ciclista e triathleta ‘della domenica’ e gli abbiamo chiesto di aiutarci a analizzare tutti questi dati facendo emergere quelli davvero rilevanti per chi vuole migliorare le proprie prestazioni.
“Per il Tour de France abbiamo raccolto una enorme quantità di informazioni per ogni singolo ciclista e per il peloton nel suo complesso: distanze percorse complessivamente e per singolo giorno, ore passate in sella alla bicicletta, velocità di percorrenza con tutti i distinguo tra medie, massime e minime, potenze espresse sui pedali, calorie bruciate, distanze tra i corridori e molto altro ancora”.
Come fate a registrare tutte queste informazioni?
“Dimension Data si occupa di internet of thing, cloud e big data: per farla più semplice abbiamo dotato ogni bicicletta di un rilevatore che in tempo reale inviava tutte le informazioni ai nostri server mobili da cui venivano caricate nel cloud per analizzarle e renderle disponibili in diretta”.
A chi servono davvero questi numeri e perché?
“Pensiamo siano utili per tutti: ai commentatori per capire come si sviluppano le gare ciclistiche, agli appassionati e spettatori per assistervi in modo ancora più coinvolgente e agli atleti e ai team per analizzare le prestazioni, capire lo stato di forma, valutare il riposo, studiare le tattiche di gara, e così via”.
Quali sono le metriche chiave per un ciclista professionista?
“Credo che più che di metriche chiave si debba ragionare sulla combinazione di tutte le informazioni raccolte: è incrociando i diversi dati che i team possono elaborare le migliori analisi”.
E gli amatori?
“Anche gli amatori oggi hanno a disposizione la migliore tecnologia e un sacco di informazioni sulle loro performance: basta pensare al successo di applicazioni come Strava.com grazie alle quali è possibile rispondere a domande sui km percorsi, il dislivello positivo superato o l’energia consumata. Il problema semmai è che tutta questa tecnologia e tutte queste informazioni non sono sfruttate al 100%”.
Ma tu Adam cosa guardi con maggior interesse delle tue prestazioni?
“Ci sono informazioni che dipendono troppo da fattori esterni: penso per esempio alla potenza e alla velocità su cui possono influire il vento, la pioggia o altre situazioni difficili da valutare. Io mi concentro sulle metriche più facilmente comparabili, come l’andatura, il dislivello e le pendenze, la frequenza cardiaca e ovviamente i km percorsi”.
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