I furti di biciclette interessano qualcosa come 320.000 persone l’anno. 320.000 biciclette che ogni anno vengono rubate, e si considerano solo quelle denunciate, perché poi in molti, scoraggiati, nemmeno sporgono denuncia. Un danno per i possessori di bici che, spesso scoraggiati, decidono di non acquistare una nuova bici oppure affidarsi al mercato dell’usato; un danno conseguente per l’industria della bicicletta italiana, dai produttori ai rivenditori, che è la prima in Europa per dimensioni; e un danno anche per il mercato dell’usato, troppo spesso inquinato dal fenomeno della ricettazione. Al momento infatti, nonostante diverse e variegate iniziative, è difficilissimo se non praticamente impossibile rintracciare una bicicletta rubata e soprattutto dimostrarne la proprietà.
Contro i furti di biciclette: nasce il Ciclo Registro
ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), la confindustria del mondo delle biciclette, ha deciso quindi di lanciare il Ciclo Registro, una specie di PRA Pubblico Registro Automobilistico in versione due ruote e pedali: una sola piattaforma Web, istituzionale e gratuita, sulla quale registrare online i telai e aggregare le altre realtà esistenti per permettere la tracciabilità di ogni singola bicicletta venduta in Italia.
Registrare il numero di telaio, come avviene per le auto, garantirebbe due aspetti: la possibilità da parte delle forze dell’ordine di accertare se una bicicletta è rubata o meno, e risalire al legittimo proprietario, che avrebbe gli strumenti di legge per dimostrarne la proprietà. Come conseguenza ci sarebbe anche la possibilità, da parte delle compagnie assicurative, di proporre polizze a tutela delle biciclette, coperture che al momento non esistono sul mercato assicurativo.
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