Milano, come tante altre grandi città, si sta preparando a un cambiamento sotto certi versi epocale.
Il secondo centro più popoloso d’Italia si affaccia alla Fase 2 del Coronavirus ripensando la mobilità urbana e puntando sulle biciclette per disincentivare l’uso delle automobili e decongestionare i mezzi pubblici. Ad annunciare i piani futuri del capoluogo lombardo è stato Marco Granelli, Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, con un lungo post su Facebook in cui illustra i progetti della città in termini di mobilità urbana, dagli accessi contingentati alle metropolitane all’aggiunta di percorsi ciclabili in tempi brevissimi (già a maggio-giugno dovremmo vedere i primi risultati). Un piano ambizioso, elogiato addirittura dal Guardian e dall’attivista Greta Thunberg, con l’obiettivo di evitare situazioni di affollamento senza ingolfare il motore della città.
”Milan is to introduce one of Europe’s most ambitious schemes reallocating street space from cars to cycling and walking, in response to the coronavirus crisis.” https://t.co/crSIMT5G5G
— Greta Thunberg (@GretaThunberg) April 21, 2020
Percorsi ciclabili in tempi record e marciapiedi allargati: più spazio a bici e pedoni
La prima città (italiana) a proporre un piano di mobilità “green” per il post emergenza è stata Roma, come abbiamo spiegato qui. Sotto questo aspetto si muoverà anche il Comune di Milano, il quale ha annunciato un progetto che comporterà la realizzazione di percorsi ciclabili e di zone 30. In città arriveranno circa 35 chilometri di nuovi percorsi ciclabili, molti dei quali in tempi record. Secondo Granelli, infatti, già a maggio-giugno si vedranno i primi risultati. Tante vie e diversi viali della città cambieranno aspetto, lasciando spazio alle biciclette, ai mezzi di micromobilità e ai pedoni. Le modalità pensate dal Comune per raggiungere questi obiettivi sono tre:
- Realizzare percorsi ciclabili e pedonali che allarghino i marciapiedi, dove si potrà camminare rispettando la distanza sociale: “Significa tracciare in strada, lungo le principali direttrici, percorsi ciclabili lungo i marciapiedi, e tra il marciapiede e la sosta, e disegnare allargamenti dei marciapiedi laddove più stretti”, ha spiegato Granelli. Un esempio sarà l’asse tra piazza San Babila e Sesto Marelli lungo corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza: un percorso sempre trafficato e momentaneamente privo di ciclabili. Dare spazio alle bici lungo l’asse che collega San Babila a Marelli significherebbe fare un importante passo in avanti in termini di mobilità sostenibile. Ecco cosa potrebbe venir fuori.
- Trasformare alcuni controviali in zone 30 facendo circolare le biciclette insieme ai veicoli, ma in migliori condizioni di sicurezza e a velocità ridotta: “L’esempio sarà l’asse da piazzale Lagosta nel quartiere Isola fino al Parco Nord lungo viale Zara e viale Testi”, ha scritto Granelli.
- Realizzare nuove ciclabili mettendo in sicurezza strade e incroci pericolosi. Come? Grazie a una nuova segnaletica e all’allargamento dei marciapiedi. Per rendere l’idea: sull’asse tra piazza Bande Nere e Bisceglie, lungo via Legioni Romane, via Berna e via Zurigo, arriverà una ciclabile tra i marciapiedi e la sosta delle auto “con messa in sicurezza degli incroci con allargamenti dei marciapiedi”.
Per mettere in pratica cambiamenti così importanti in breve tempo, Milano avrà bisogno di una modifica delle regole del codice della strada. Per questo, dice Granelli, il Comune (appoggiato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani) sta parlando col Governo per ottenere: un fondo di investimenti, meno burocrazia per realizzare lavori pubblici, regole più agili del codice della strada. Il piano del capoluogo lombardo, secondo Janette Sadik-Khan (ex commissario per i trasporti di New York City), sarà d’ispirazione per tante altre metropoli in giro per il mondo: “Il progetto di Milano è davvero importante perché stabilisce un buon playbook su come ripristinare le città in questo momento. È un’opportunità irripetibile per ripensare l’organizzazione delle strade e assicurare che siano impostate per garantire a tutti uno spostamento in sicurezza”, ha detto al Guardian.
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Evitare “ore di punta” cambiando l’agenda cittadina e riducendo l’accesso ai mezzi
Grazie al piano del Comune di Milano cambieranno anche le modalità di accesso ai mezzi pubblici e gli orari della città. Per garantire il mantenimento della distanza di sicurezza, il capoluogo lombardo e ATM (Azienda Traporti Milanesi) dovranno ridurre del 25-30% la solita affluenza (circa 1.400.000 passeggeri al giorno) ai mezzi di trasporto. Questo obiettivo potrà essere raggiunto cambiando gli orari e le abitudini dei cittadini: più smart working, accessi scaglionati a scuola e in ufficio, orari di apertura dei negozi pensati in maniera diversa (alcuni potrebbero tenere aperto fino a tarda sera, ma non la mattina). “ATM farà in modo che l’accesso alla metropolitana sia contingentato, informando quando si giungerà al livello di saturazione, e poi sulle carrozze e sui bus segnaleremo sul pavimento e sui sedili la distanza da tenere, e possibilmente anche nelle stazioni della metropolitana e alle fermate in strada”, ha annunciato l’Assessore alla Mobilità, che ha anche parlato di un altro punto fondamentale: “Con la fine dell’emergenza ci saranno più consegne a domicilio di farmaci e alimentari, ma anche altro, e poi più assistenza domiciliare e accompagnamenti”.
(foto di copertina: dimitrisvetsikas1969 / Pixabay)
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