Il ciclocomputer per MTB è la prima cosa che ti viene voglia di comprare non appena ti sei appassionato ai tuoi giri in mountain bike. Prima compri le cose davvero essenziali per rendere sempre più piacevoli le tue gite off road e subito dopo pensi all’upgrade, il computer da MTB. I motivi per cui cominci a desiderare un ciclocomputer da mountain bike sono essenzialmente 3:
1. Vivi la mountain bike come mezzo per allenarti e tenerti in forma e vuoi tener traccia dei dati importanti come km percorsi, tempo di attività, velocità, accelerazioni, frequenza cardiaca, Vo2Max, potenza e tutto il resto.
2. Vuoi avere memoria dei giri che fai, per rifarli, per condividerli con gli amici o sui gruppi di appassionati, per riviverli una volta a casa o a distanza di tempo
3. Vuoi esplorare nuovi percorsi e ti serve un navigatore satellitare che ti indichi la strada.
Ovviamente in vendita troverai modelli molto diversi tra loro, e con prezzi anche molto diversi tra loro, da alcune decine di euro per i modelli più basici a parecchie centinaia di euro per quello più sofisticati. Molto dipende dal software, cioè dall’insieme di funzioni che il bike computer è in grado di assicurare. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare nel prezzo di un ciclocomputer da mountain bike, ed è l’hardware. Cioè i materiali con cui è fatto, la qualità dell’assemblaggio, il sistema di fissaggio alla bici e altre caratteristiche fondamentali se consideri che lo userai tra fango e polvere, che potrebbe cadere insieme a te e alla bici, e che per un dispositivo elettronico andare in mountain bike è decisamente più stressante che con la bici da strada.
Le caratteristiche di un ciclocomputer per MTB
Vediamo allora quali sono le principali caratteristiche di un ciclocomputer per MTB che ti possono aiutare a scegliere il migliore per te e come possono influenzare il prezzo di acquisto.
– GPS
Un sistema che abbiamo imparato a conoscere con la navigazione da auto, che ormai è presente anche negli sportwatch e che però in un ciclocomputer da mountain bike potrebbe voler significare qualcosa in più. Prima di tutto ci sono dispositivi che si agganciano solo ai satelliti GPS (quelli diciamo del sistema occidentale) e altri che si agganciano anche a quelli del sistema Glonass e Galileo. Avere più sistemi di satelliti a cui agganciarsi garantisce non solo una copertura maggiore (volendo puoi andare a pedalare ovunque nel mondo) ma anche una maggior precisione. Che quando si tratta di tracciati e sentieri in situazione outdoor può fare la differenza.
Poi: il GPS serve per tracciare i propri percorsi, ma per avere anche una guida di navigazione occorrono delle mappe precaricate che indichino la direzione, se ci sono curve pericolose e altre indicazioni sulla strada da percorrere. I maggiori marchi di ciclocomputer hanno spesso delle proprie mappe proprietarie ma una buona e utile funzionalità è anche quella di poter importare mappe di App di terze parti (per esempio Trailforks che ha qualcosa come 130 mila percorsi in oltre 80 paesi, informazioni topografiche, condizioni dei sentieri, loro difficoltà, distanze e pendenze e molto altro.
Il satellite è inoltre in grado di tracciare non solo le distanze ma anche i dislivelli, cioè l’altimetria dei propri percorsi. E questo è un dato interessante tanto dal punto di vista “turistico” che per le analisi degli allenamenti.
– Bluetooth
Altra tecnologia ormai conosciutissima, soprattutto per quanto riguarda gli smartphone. Ma cosa c’entra il Bluetooth in un ciclocomputer? In teoria anche per ricevere le notifiche smart sullo schermo, come messaggi, telefonate e altre informazioni. Ma francamente, quando stai pedalando in sella alla tua MTB è davvero così importante ricevere le notifiche? Poi sicuramente per “scaricare” i dati della gita, normalmente sullo smartphone che poi si sincronizza con l’App di riferimento, ma volendo anche sullo sportwatch. Cosa che normalmente fai alla fine della tua uscita. C’è però anche la possibilità, data da alcune App, di comunicare la propria posizione in tempo reale, e più che una funzione social è una funzione di sicurezza. Avere qualcuno a casa che, in caso di ritardi, possa verificare dove ti trovi è comunque una sicurezza in più (per esempio potrebbe allertare i soccorsi comunicando la posizione se ti vede fermo da lungo tempo in una posizione, sempre che non ti stia godendo una meritata pausa). Ovviamente perché ciò accada il ciclocomputer deve poter “parlare” con il telefono, e questo avere una copertura dati. Cosa che in aree molto remote non è sempre garantita.
Infine, e volendo, il Bluetooth serve anche per collegarsi con la fascia cardio per il monitoraggio dell’impegno cardiaco. Ma ormai la tecnologia di riferimento per questo collegamento è la ANT+.
– ANT+
È sostanzialmente una tecnologia di trasmissione dati senza fili, potenzialmente utilizzabile per qualunque dispositivo. Ma è principalmente diffusa per le fasce cardio e in generale i dispositivi da palestra. I vantaggi sono dati dal minor consumo delle batterie, che in una fascia cardio o in uno sportwatch, date le dimesioni, possono fare la differenza. La sua diffusione è stata determinata anche dal fatto che la ANT+ Alliance che ne fissa i criteri tecnologici è di proprietà di Garmin. La cosa utile da sapere è che tuttavia la tecnologia ANT+ è compatibile anche tra marchi diversi, quindi puoi avere un ciclocomputer di una marca e la fascia cardio toracica di un’altra.
Di fatto comunque se vivi la MTB come mezzo di allenamento la tecnologia ANT+ è obbligatoria. Non c’è niente di meglio della fascia cardio toracica per monitorare le tue prestazioni, e se vuoi vedere i dati in tempo reale sul ciclocomputer questo deve essere dotato della tecnologia ANT+. E parimenti se usi anche un powermeter, cioè un misuratore di potenza, per comunicare con il computer utilizzerà quasi sicuramente la tecnologia ANT+. Di misuratori di potenza ce ne sono diverti tipi, che si possono fissare sulle pedivelle, sul movimento centrale, sui pedali o sul mozzo, e a parte alcuni recenti modelli quasi tutti usano la tecnologia ANT+ per la trasmissione dei dati al ciclocomputer.
– Display touch
Il display touch è comodo, soprattutto quando torni a casa e devi sincronizzare i dati con il computer o lo sportwatch. Sarebbe utile anche in sella, che stacchi una mano dal manubrio e sfiori lo schermo per ottenere le informazioni di cui hai bisogno. Poi però quando sei in MTB fango, polvere e sporco la fanno da padroni, e probabilmente in inverno indosserai anche dei guanti altrettanto sporchi. Insomma, il messaggio è che lo schermo touch a cui tutti ormai siamo abituati è un bel plus, ma in certe condizioni i cari vecchi tasti fisici da premere sono ancora la tecnologia migliore, e tutto dipende da quanto vuoi spendere in più per questa caratteristica.
– Codice IP di protezione da acqua polvere
Come più volte detto, il tuo ciclocomputer lo tratterai male. Perché sassolini, urti, pioggia, fango, polvere, sudore, detriti e magari anche acqua saranno il suo habitat naturale. Affinché resista a tutto ciò devi controllare il Codice IP (o grado di protezione IP o marcatura internazionale di protezione) che è uno standard internazionale e industriale per classificare le apparecchiature elettroniche contro l’intrusione da particelle solide e liquide.
La sigla che devi controllare inizia con le lettere maiuscole IP, è seguita da 2 numeri e talvolta da due lettere minuscole.
La prima cifra indica il livello di protezione dall’ingresso di oggetti solidi. Più è alto il numero (da 0 a 6) e più piccole sono le particelle da cui è protetto. La seconda cifra indica il livello di protezione che l’involucro fornisce contro l’accesso di liquidi in una scala da 0 a 9: fino 4 si tratta di spruzzi, fino a 6 da getti d’acqua, oltre 7 dall’immersione nei liquidi. Se vuoi capirci qualcosa in più la tabella completa la trovi qui.
– Codice IP di protezione dagli urti
Sempre per i motivi di cui sopra potrebbe interessarti sapere quanto resisterebbe il tuo nuovo ciclocomputer da MTB agli urti. Dipende sempre dal codice IP che potrebbe avere una terza cifra che indica il grado di resistenza meccanica dell’involucro. La violenza degli urti è misurata in Joule, e non è facilmente intuibile, motivo per cui potresti fare riferimento a diciture come “resiste alla caduta da un’altezza di tot metri”.
– Dotazione software
La partita tra i diversi produttori si gioca molto sulle funzioni garantite dal software. E qui veramente chi più ne ha più ne metta. Ci sono quelli che ti avvisano del sopraggiungere di un’auto alle spalle, quelli che funzionano da antifurto e ti avvisano se la bici si muove (e tu non sei in sella…), quelli che mandano un avviso ai tuoi contatti in caso di incidente, quelli che monitorano ogni aspetto della tua uscita, compresi i salti, le frenate, la fluidità di guida, la stabilità in sella, l’equilibrio e molte altre cose. Ingolosirsi è facile, basta sapere che son tutte cose che si pagano.
– Compatibilità con App di terze parti
Sembra banale ma non lo è. Prendiamo la più famosa e più usata, Strava. Probabilmente la usi anche tu, e probabilmente anche tu hai piacere di registrare ogni tua uscita nel tuo profilo Strava. Ma non è detto che la compatibilità con Strava sia garantita da tutte le marche, o da tutti i modelli. Ti sembra assurdo? Sì, fino a quando non realizzi che si tratta di accordi commerciali, cioè di soldi. Generalmente le principali App sono compatibili con tutti i modelli dei principali produttori, ma non darlo per scontato, controlla e nel dubbio chiedi espressamente.
– Durata della batteria
Last but not least, dai una occhiata alla durata della batteria. Una decina di ore è il minimo sindacale garantito da ogni marchio noto, spesso si arriva a qualche decina di ore sfruttando bene le diverse funzionalità. Ma se ti stai indirizzando verso un marchio poco noto e sei ingolosito dal prezzo, è meglio sapere che come per gli smartphone le batterie compongono una buona parte di quello che spendi per l’acquisto. Verifica con attenzione la durata della batteria.
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