Parlare di regole per andare in MTB sui sentieri in Italia è molto complicato, perché con la riforma del titolo V della Costituzione del 2001 tutto ciò che riguarda la viabilità e non attiene al Codice della Strada è di competenza delle Regioni. Lo ha confermato anche lo scalpore intorno al decreto 28 ottobre 2021,che ha fatto temere il divieto di accesso a sentieri e percorsi agricoli e montani vietati a ogni mezzo a pedali. Timore rientrato con il chiarimento del MIPAAF che ha ribadito come “la competenza in materia è delle Regioni, e ogni regione e provincia autonoma ha già una sua legge regionale che disciplina gli aspetti strettamente tecnici e la fruibilità di tali viabilità“.
Ma se non c’è un divieto assoluto di transito sui sentieri con le biciclette, non significa che non esistano regole per percorrere in bici mulattiere, strade di campagna, sterrati, veri e propri sentieri che non siano all’interno di un bike park e quindi specificamente adibiti all’uso esclusivo per le biciclette.
Regole per andare in MTB sui sentieri: quali sono
Parlare di regole per andare in MTB sui sentieri fa sempre scattare il campanello d’allarme nei biker, che giustamente considerano un diritto la fruizione dei percorsi escursionistici al pari di altri escursionisti, e che altrettanto giustamente considerano il propria bicicletta – MTB, gravel, bici da trekking anche a pedalata assistita – come uno strumento di libertà, evasione, esplorazione e avventura. Però la libertà è una forma di disciplina, e il fatto che non sia vietato l’accesso ai sentieri alle bici (al netto di regolamenti locali o regionali che bisogna sempre verificare) non significa che valga tutto o valga la legge del più forte. Anzi.In generale vale sempre il Codice della Strada, considerando che la bicicletta è normata proprio da questo così come la definizione di sentiero (nell’articolo 3). Quindi per esempio in caso di incidente tra due ciclisti, tra ciclisti e pedoni o tra ciclisti e fauna vale ciò che dice il Codice della Strada, e più in generale vale l’articolo 140 secondo il quale “tutti gli utenti della strada (tra cui, dall’articolo 3, rientrano anche i sentieri) devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione e, comunque, in modo da salvaguardare la sicurezza della circolazione.”
Comportamenti per andare in MTB sui sentieri: quali sono
Se non esistono delle vere e proprie regole nazionali per andare in bicicletta sui sentieri, esistono però dei comportamenti per andare in MTB sui sentieri che andrebbero rispettati da tutti i rider. Il tema è antico, visto che già nel 1983 la NORBA National Off Road Bicycle Association americana oggi confluita in USA Cycling e nel 1988 la IMBA International Mountain Bicycling Association hanno stilato delle raccomandazioni di comportamento per la pratica responsabile della mountain bike. Indicazioni non coercitive né restrittive ma proprio per questo ancora più importanti: un vero e proprio “codice etico” per una pacifica convivenza tra i diversi utenti dei percorsi escursionistici, e tra questi e l’ambiente naturale in cui si muovono.
1. Rispettiamo i divieti
I divieti ci possono essere: perché un sindaco o un ente possono decidere con apposita ordinanza di impedire il passaggio su determinati sentieri o percorsi naturalistici del tutto o in particolari momenti o giorni, o perché il proprietario di un terreno decide di fare altrettanto recintando la propria proprietà.
Nel primo caso (sindaco, ente provinciale o regionale, enti preposti a interesse pubblico come gli enti parco) divieti e restrizioni sono del tutto legittimi. Nel secondo caso (privato proprietario di un terreno attraversato da sentieri o altri percorsi) bisognerebbe verificare di volta in volta: in linea generale l’articolo 841 del Codice Civile consente al proprietario di chiudere in qualunque momento il proprio fondo in quanto unico mezzo per impedire ad altri di invadere la sua proprietà (e nel caso l’articolo 637 del codice penale consente di denunciare chiunque senza necessità dovesse entrare nel fondo recintato).
Però questo sacrosanto diritto di proprietà può essere limitato qualora ricorrano superiori interessi pubblici come per esempio una servitù pubblica di passaggio, che solitamente è prevista in tutti i casi in cui il sentiero sia in qualche modo mappato (non necessariamente catalogato con apposita segnaletica). Quindi prima di oltrepassare un recinto o un cancello, o di litigare con il proprietario, è bene chiedersi ed eventualmente verificare se esiste o meno una servitù di passaggio o un superiore interesse di fruizione naturalistica o paesaggistica. A volte basta semplicemente chiedere il permesso di passare per fare bella figura e continuare il proprio giro.
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2. Diamo la precedenza agli escursionisti non motorizzati
Il fatto di essere generalmente più veloci non significa avere la precedenza. Né in discesa né in salita. Non è una regola scritta, ma è un principio di buon senso e buona educazione ribadito tanto da NORBA quanto da IMBA. Purtroppo capita sempre invece più spesso di vedere escursionisti spaventati dal nostro arrivo in bici, segno che qualcuno che ci ha preceduto non si è comportato in modo “fair” e ormai abbiamo una fama che ci precede.
Sarebbe anche buona cosa che i ciclisti che stanno andando in discesa dessero la precedenza anche ai ciclisti che stanno salendo, a meno che non sia specificato un senso unico di percorrenza del sentiero in discesa (cosa che talvolta si può trovare): in fondo non è altro che quanto previsto dall’articolo 150 comma 2 del Codice della Strada.
3. Moderiamo la velocità
Sì, la velocità è adrenalina ed eccitazione ma non è un segmento Strava da record a cambiarci la vita. Sia chiaro: uno è libero di mettere a repentaglio la propria incolumità come meglio crede, ma se ci sono, si vedono o potrebbero esserci altre persone sui sentieri, vale appunto il principio dell’articolo 140 del Codice della Strada: comportarsi in modo da non costituire pericolo o mettere a repentaglio la sicurezza propria e altrui.
È come quando si è alla guida della propria auto in strada: si può anche rispettare scrupolosamente i limiti di velocità, ma se un bambino attraversa improvvisamente la strada fuori dalle strisce pedonali e lo si investe la responsabilità è sempre e comunque nostra (vedi sentenza della Cassazione penale, sezione IV, sentenza 24 febbraio 2021, n. 7094)
4. Non lasciamo tracce e restiamo sui percorsi tracciati
Non è questione di invadere o meno proprietà altrui, qui è questione di rispettare la natura e limitare il proprio impatto su vegetazione e a cascata sulla fauna. Il principio è semplice: gli ospiti siamo noi e dovremmo lasciare la natura esattamente come l’abbiamo trovata, senza modificarne la struttura per esempio prendendo scorciatoie che modificano la morfologia del terreno e ne favoriscono l’erosione.
Per lo stesso motivo molti biker suggeriscono di evitare di girare sui trail bagnati o fangosi proprio per non rovinarli o modificarli in via permanente. Il principio è proprio quello di non lasciare tracce e praticare il nostro sport a impatto zero.
5. Non spaventiamo gli animali
Selvatici o domestici che siano. Girando in MTB sui sentieri non è né raro né impossibile incontrare animali al pascolo, cani pastore, cinghiali o altra fauna selvatica: ricordiamo sempre che gli ospiti siamo noi e che comunque evitare di essere aggressivi o incauti è sempre un buon principio di sicurezza, perché un animale spaventato potrebbe diventare aggressivo. Quindi rallentiamo, fermiamoci, stiamo a distanza e aspettiamo. Oppure cambiamo strada o torniamo indietro.
6. Non lasciamo rifiuti
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, ma è bene ribadirlo: non lasciamo tracce, non abbandoniamo rifiuti. Vale per i rifiuti non deperibile (l’odiosa plastica in primis, ma anche altri materiali) ma anche per quelli che erroneamente riteniamo deperibili, come la buccia della frutta o gli avanzi dei pasti, che potrebbero alterare l’equilibrio naturale. E nel dubbio, se troviamo un rifiuto lasciato da altri, raccogliamolo e portiamolo a casa o a valle.
7. Cerchiamo sempre di essere autosufficienti
Che è un concetto molto ampio che significa tante cose: scelta del percorso per lunghezza, dislivello e difficoltà tecnica, adeguatezza del mezzo e delle capacità di guida personali, equipaggiamento, anche in relazione al meteo. L’idea è molto semplice: uscire, fare il proprio giro, divertendosi e senza dover ricorrere all’aiuto di altri per tornare a casa. Che poi è sostanzialmente quello che vale per qualunque escursione, a piedi come con le ciaspole o di scialpinismo: non fare che il proprio divertimento diventi un problema o un impegno per altri, in particolare per i soccorritori.
8. Non viaggiamo da soli in aree remote
La conseguenza del punto precedente, ed è pari pari la stessa indicazione che vale per le escursioni a piedi o sulla neve: il che non significa non uscire mai da soli, ma minimizzare i rischi evitando di metterci in situazioni in cui potrebbe essere complicato, o molto complicato, venirci a recuperare. Anche in considerazione di un fatto: oggi abbiamo tanta tecnologia a nostra disposizione, dai GPS agli smartphone, ma anche la tecnologia non è infallibile e le cronache sono piene di disgrazie avvenute in condizioni banali (ricordiamo il caso di Simon Gautier, l’escursionista morto nel Cilento nel 2019). Pianificare l’uscita, avvisare di dove abbiamo intenzione di andare, prevedere che le batterie possano scaricarsi (e quindi avere con sé un powerbank di riserva e magari una mappa cartacea), magari dotarsi di un sistema per chiamare soccorso sono tutte cose per rimanere in una situazione di “relativo” controllo della situazione.
9. Minimizziamo l’impatto del nostro passaggio nella natura
Abbiamo già detto che il nostro passaggio modifica il terreno, che non dobbiamo lasciare rifiuti, che non dobbiamo spaventare la fauna e più in generale cerchiamo di fare in modo che il nostro passaggio non alteri in alcun modo l’ambiente naturale di cui godiamo. Vale a 360°, anche qualora ci venisse la tentazione di cogliere un fiore o portare a casa un sassolino di ricordo. No, minimizziamo l’impatto del nostro passaggio nella natura.
10 Salutiamo e aiutiamo
Piccoli gesti che fanno la differenza: salutare gli altri rider, e fermarci ad aiutare qualcuno in momentanea difficoltà, magari non cambiano il mondo, ma sicuramente migliorano la giornata di tutti noi e creano un clima più positivo alla pratica della MTB sui sentieri.
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