Numeri delle marce della bicicletta: cosa significano?

Numeri delle marce della bicicletta: cosa significano?

Conoscere i numeri delle marce della bicicletta può essere utile in diverse situazioni. Non che sia fondamentale sapere cosa significa un rapporto 52-36 (nel caso di una bicicletta da corsa) o un 44-22 (per una mountain bike). Ci si può anche accontentare di sapere la marcia che stiamo usando e valutare se è troppo dura o agile per noi. In fondo la cosa importante è salire in bici e di trovare il giusto rapporto tra cambio davanti (corona) e cambio dietro (pignone) che ci permetta di pedalare bene in base al percorso, alla nostra condizione fisica, alla presenza di vento e di ogni altra situazione che potrebbe rendere più o meno faticoso pedalare.

Numeri delle marce della bicicletta: cosa significano?

Però capire cosa significano i numeri dei cambi della bici permette di sapere con ragionevole precisione quanta strada farà la bicicletta con un singolo giro di pedali. Di conseguenza i numeri dei rapporti di una bicicletta forniscono tante altre informazioni utili al momento dell’acquisto, o quando si vuole fare qualche miglioria per renderla più adatta al proprio stile di pedalata (o più banalmente cosa dicono i commentatori del ciclismo in Tv). I rapporti di una bicicletta sono un aspetto un po’ tecnico, se non il più tecnico, di questo mezzo e serve allora una spiegazione un po’ dettagliata.

1. Come funziona la trasmissione di una bicicletta

Come prima cosa bisogna capire grossomodo come funziona la trasmissione di una bicicletta. Il ciclista in sella imprime forza sui pedali che, tramite le pedivelle, fanno ruotare la corona, che è l’ingranaggio anteriore. Tramite i denti, alla corona è collegata la catena, che sempre tramite i denti del pacco pignoni, che è l’ingranaggio posteriore, fa girare la ruota. Fin qui è tutto semplice. Escludendo le vecchie biciclette con una sola corona anteriore e un solo pignone posteriore, e anche le e-bike che sono monocorona per altri motivi, oggi la stragrande maggioranza delle biciclette, da strada o mountain bike, city o trek, ha almeno 2 se non 3 corone davanti di diverse dimensioni e un numero variabile di pignoni dietro, che possono arrivare a 9 o anche 11 o 12 se non anche ben 13 pignoni dietro.

Numeri delle marce della bicicletta: cosa significano?

Anche a un occhio superficiale è evidente che le corone davanti sono più grandi (cioè hanno un diametro maggiore) dei pignoni dietro. Questo meccanismo serve affinché con un solo giro di pedali la ruota posteriore faccia più di un giro. La relazione tra il giro di pedali della corona anteriore e quello della ruota determinato dal pignone posteriore determina lo sviluppo metrico, cioè quanta strada percorre una bicicletta con un singolo giro di pedali.

A cosa servono i numeri delle marce della bicicletta?

Ecco, i numeri dei rapporti di una bicicletta servono appunto a calcolare lo sviluppo metrico. La formula è decisamente semplice: il numero di denti della corona anteriore diviso il numero dei denti del pignone posteriore, il tutto moltiplicato per la circonferenza della ruota posteriore. In pratica (DC/DP)xC

DC = Denti Corona
DP = Denti Pignone
C = Circonferenza della ruota posteriore

Ecco allora cosa significano i numeri delle marce della bicicletta: sono il numero di denti, e indicano sostanzialmente quanto è grande la corona o il pignone. La cosa più difficile della formula precedente è però conoscere la circonferenza esterna del copertone. Questo perché su uno stesso cerchio si possono montare copertoni con altezza diversa, e questo può cambiare la circonferenza. La buona notizia è che la misura è segnata sulla spalla del copertone. La cattiva è che ce ne sono ben 3: il sistema ETRTO (European Tire and Rim Technical Organization) che è quello ufficiale ma riporta la larghezza e il diametro interno del copertone; il sistema inglese, che riporta il diametro esterno e la larghezza dello pneumatico, e però espressi in pollici; e finalmente il sistema francese che riporta le stesse indicazioni in millimetri e in più il diametro interno.

Ma quindi quali corone e pignoni prendere?

Bella domanda. Anzi, domanda da 1 milione di dollari, se è vero come è vero che gli stessi professionisti hanno ciascuno le proprie preferenze in fatto di marce della bicicletta. Per esempio sulle biciclette da corsa il dibattito coinvolge accoppiate come 53-39 (considerata la corona dei professionisti, come anche la 52-36) o la Compact 50-34 (a cui qualcuo preferisce la 48-35). Nelle MTB la situazione si complica ancora più: per esempio ormai sono molto in voga i monocorona, anche se le 2 o 3 corone sono ancora molto diffusi, e in più in MTB ci sono pacchi pignoni da 11 o 12 velocità con sali di numerazione più accentuati che per quelli da strada. Che fare allora, quali corone e pignoni prendere? Se si è dei biker esperti e provetti, probabilmente si sa già la combinazione con cui si pedala meglio e magari quelle che tentano la curiosità.

Numeri delle marce della bicicletta: cosa significano?

Per i meno esperti valgono alcune regole. La prima che in realtà nella combinazione corone – pignoni molti rapporti sono duplicati, cioè hanno lo stesso sviluppo metrico. Quindi non è mai il caso di farsi ingolosire dal più è meglio. La seconda è che incrociare la catena (corona grande / pignone piccolo oppure corona piccola / pignone grande) non è mai da fare: perché la catena, lavorando fuori asse, danneggia le maglie, i denti, il cambio e disperde potenza. La terza è che la catena lavora sempre meglio su corone e pignoni più grandi: su quelli più piccoli si accentua la curvatura, aumentando gli attriti e quindi tanto l’usura quanto la dispersione di potenza. La quarta è che – ovviamente – cambiare corona o pacco pignoni significa cambiare anche gli altri componenti della trasmissione, cioè deragliatore, cambi al manubrio e cavi. L’ultima, che però è implicita, è che è sempre meglio pedalare in agilità, evitando i rapporti troppo duri: in questo modo si esprime più potenza con meno forza, si fa meno fatica e le gambe non si induriscono dopo poco tempo.

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Foto di Jan Kopřiva da Pexels

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